Esistono alberi presenti sul territorio nazionale che si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico, per l’importanza antropologico-culturale, per lo stretto rapporto con elementi di tipo architettonico, per la capacità di significare il paesaggio, sia in termini estetici che identitari. Esemplari arborei di questo tipo sono considerati “alberi monumentali” e vengono inseriti in un elenco ufficiale che periodicamente viene aggiornato in base a quanto stabilito dall’art. 7 della Legge n. 10/2013. Di seguito, i criteri di inclusione riguardano l’effettività di alcune tipologie di circostanze le quali debbono essere certificate dal completamento di un iter amministrativo:
- albero isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali, ovunque ubicato, che costituisca raro esempio di maestosità e/o longevità o che mostri un particolare pregio naturalistico per rarità della specie o che costituisca un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario e delle tradizioni locali;
- filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
- alberi inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
Tra gli alberi monumentali della provincia di Latina che sono stati certificati come tali e che rientrano nell’elenco aggiornato al giugno 2019 c’è una farnia (Quercus robur L.) di 25 m ubicata a Bassiano, in località Fonte della Fota a 695 m s.l.m.; un olmo campestre centenario che si trova nella Piazza del Municipio di Campodimele, albero che pare sia stato piantato nel 1799 in onore della Rivoluzione Francese, uno dei pochi “Alberi della Libertà” rimasti piantati tra Francia, Italia e Svizzera; altri due alberi monumentali d’Italia sono una sughera e un leccio-sughera della zona di San Vito a Monte San Biagio, quest’ultimo esemplare centenario che presenta foglie simili a quelle del leccio ma che possiede la tipica corteccia da sughero.
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A Priverno si trovano altri quattro alberi monumentali pontini corrispondenti a quattro diverse specie: un pino domestico di 35 m di altezza, un cerro di 29 m, un farnetto di 26 m e una sughera di 18 m, manifestazioni arboree spontanee tutte ubicate nel Parco Gallio di San Martino. Un ulteriore pino domestico monumentale di 25 m si trova, sempre a Priverno, in località Ripa – Pingolozza.
Tutti gli altri alberi inseriti nell’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia, promosso dal Mipaaf e aggiornato al giugno del 2019, sono costituiti da una cinquantina di esemplari di sughera che si trovano all’interno del Vivaio Aumenta, un’azienda florovivaistica privernate che si estende per più di 200 ettari.
Come a dire che gli alberi monumentali hanno più chance di sopravvivenza in un parco privato piuttosto che nelle aree naturali della provincia.
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