Inserisce la carta nel bancomat, aspetta che il sistema eroghi la cifra richiesta ma la macchina restituisce la tessera e non le banconote. Vittima di questo disguido tecnico è la figlia di un’anziana signora invalida al 100%, che si è vista decurtare la cifra senza esser riuscita a ritirare il contante.
La paura più recondita di chiunque utilizzi il bancomat è che quella macchina “mangi” le banconote senza che ci si possa opporre, decurtando però il mancato prelievo dal proprio conto. E questo senza testimoni, senza possibilità di appello, perché la tecnologia è così: a disposizione 24 ore su 24 ma nessuna comprensione contingente di eventuali cortocircuiti. Se poi, come in questo caso, il problema si verifica di sabato, le ripercussioni sono ancora più spiacevoli vista la chiusura festiva delle filiali bancarie.
Proprio questo è lo scenario che si è verificato presso il trafficato bancomat della banca Unicredit Banca di Roma di Via dello Statuto, vicino al Tribunale di Latina. Uno sportello ATM difettoso, durante lo scorso fine settimana, pare abbia giocato un brutto scherzo a molte persone che lì si sono recate per prelevare il contante depositato nei propri conti correnti.
La vicenda spiacevole ha coinvolto anche P.D.M., figlia di una anziana signora invalida al 100% la quale si era recata allo sportello automatico per ritirare pensione e indennità di accompagnamento mensile della madre, ossia quello che serve per tirare avanti per un mese intero. Per la banca, probabilmente, questo sarà solo un disguido tecnico ma per il nucleo familiare coinvolto questo ha il sapore di un’ennesima ingiustizia. Il “credito” che le donne vantano con la banca pare che non sia stato neanche incluso tra i primi € 4.000 che la filiale è pronta a rifondere, visto che quello citato non è stato l’unico episodio e sono in molti ad esser stati gabbati dal bancomat impazzito. Alle persone coinvolte nella défaillance, che lunedì mattina si sono recate presso la banca per avere indietro i propri soldi, è stato chiesto di aprire una complicatissima procedura per la segnalazione prima di avere indietro quanto dovuto: il primo passo riuscire a prendere la linea con un call center il quale avrebbe allertato, in un secondo tempo non meglio specificato, un tecnico che avrebbe proceduto in seguito con il controllo fisico della macchina famelica di banconote. Solo dopo questi passaggi la banca procederà con la restituzione del “tolto”. Ecco, procedure standardizzate che non stanno a guardare chi coinvolgono e quali disagi causano a cascata.
Insomma, questo incidente tecnico è andato a gravare sulla complicata vita quotidiana di uno dei tanti caregiver che si occupano nel silenzio e senza riconoscimenti di un proprio familiare non autosufficiente, alleggerendo in maniera indiretta un sistema di welfare al collasso. E fino a che l’Unicredit non restituirà tutta la somma detratta ingiustamente, questa donna dovrà far fronte in altra maniera a tutte le spese per la sussistenza oltre a quelle non coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, indispensabili per permettere ad una persona invalida di vivere in una maniera umana e decorosa.
Le procedure standardizzate esistono per facilitare l’esistenza delle persone e sarebbe un controsenso se fossero proprio questi meccanismi ad esporre coloro che si intende facilitare a difficoltà e sacrifici. Ci si augura, dunque, che questo caso venga al più presto risolto dalla dirigenza della filiale Unicredit Banca di Roma coinvolta.