Pochi sanno che nella provincia di Latina sono stati individuati degli esemplari centenari di ulivo che non appartengono ad alcun germoplasma olivicolo locale conosciuto.
Nel rapporto promosso dall’Ispra “Frutti dimenticati e Biodiversità recuperata – Il germoplasma frutticolo e viticolo delle agricolture tradizionali italiane“, relazione già citata nell’articolo “Frutti dimenticati dell’Agro Pontino: ecco quali sono“, quelle piante di Olea Europea non ancora censite a livello genetico vengono classificate come sconosciute, cioè la varietà non è ancora definita da un nome proprio identificativo ma la cui età ultra-centenaria è stata dimostrata dalla prova del C14 (carbonio 14):
- Sconosciuto Cori (LT) – Cantina Cincinnato
- Sconosciuto Cori (LT) – Az. Marchionni
- Sconosciuto Ninfa (LT) – Az. Rapaci
- Sconosciuto Sermoneta (LT) – Agrit.. l’Usignolo
- Sconosciuto Sermoneta (LT) – Az. Milani
- Sconosciuto Sermoneta (LT) – Az. Poli Elena
- Sconosciuto B Sermoneta (LT) – Az. Poli Elena
- Sconosciuto A Sermoneta (LT) – parcheggio
- Sconosciuto B Sermoneta (LT) – parcheggio
Nella Lista Rossa europea degli alberi 2019, ossia il primo tentativo unitario di mappatura degli alberi endemici dell’Europa che rischiano l’estinzione, di cui Latina Tu ne ha parlato nell’articolo “Europa conta alberi in estinzione: non solo frutti dimenticati ma anche olmi e frassini“, viene citato anche l’ulivo in quanto esempio di specie che presenta una forte carenza di dati relativi alla sua storia di propagazione sul suolo europeo nel corso dei millenni. “L’ulivo è stato coltivato per migliaia di anni e di conseguenza è difficile sapere dove la specie sia veramente autoctona e quali individui siano veramente selvatici, né sappiamo l’impatto che l’ibridazione, tra alberi coltivati e non, ha avuto sulla diversità genetica. Negli ultimi anni, la specie è stata colpita dalla Xylella fastidiosa, un patogeno introdotto di origine americana che è stato associato al complesso del disseccamento rapido dell’olivo [abbreviato in CoDiRO oppure Olive Quick Decline Syndrome – OQDS – nella letteratura scientifica internazionale, n.d.r.] che è stato registrato per la prima volta nelle piantagioni di ulivi nell’Italia meridionale ma che ora si è diffuso ad ovest nella penisola iberica e in alcune delle più grandi isole del Mediterraneo“.
Oggigiorno, questo materiale genetico sconosciuto alla letteratura scientifica contemporanea è diventato assai prezioso perché custodisce nei propri geni delle combinazioni del DNA ancora non catalogate nel complesso dei parenti selvatici delle colture, ossia piante selvatiche strettamente imparentate con le colture domesticate .
All’interno del rapporto “Frutti dimenticati e Biodiversità recuperata”, è presente anche un articolo di Saverio Pandolfi, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse – Consiglio Nazionale delle Ricerche, sugli “Gli olivi monumentali del Lazio”, in cui afferma che “Il germoplasma negletto è spesso associato ad olivi secolari, olivi che hanno avuto una diffusione ed importanza in un lontano passato e che oggi rivestono il ruolo di testimoni, ma anche di possibili protagonisti futuri“.
Un germoplasma negletto (patrimonio genetico abbandonato, dimenticato) potrebbe riservare delle sorprese dal punto di vista del rafforzamento delle specie esistenti o potrebbe essere considerato l’alternativa varietale in caso minacce ambientali incontrollabili (parassiti, cambiamento climatico) a cui sono sottoposti alcuni tipi di piante, dimostrando – chissà – una maggiore capacità di resilienza rispetto alle varietà più diffuse e ibridate. Alberi secolari di ulivo “sconosciuti”, inoltre, potrebbero essere inseriti in programmi di sviluppo commerciale di piccole realtà artigianali di pregio, anche a vantaggio della tutela in situ di specie importanti per la biodiversità locale.