Sequestrati, inoltre, 2 motocicli, 5 autocarri, 3 semirimorchi, 7 autovetture, 1 camper, 55mila euro in contanti, 18 Rolex, 83mila litri di carburante, 2 depositi petroliferi di cui uno abusivo, una villa (secondo gli inquirenti abusiva), 8 anelli d’oro con pietre preziose e 2 braccialetti d’oro.
Nel medesimo contesto d´indagine la Procura della Repubblica di Trento ha delegato la Guardia di Finanza al sequestro dei conti corrente degli indagati e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al sequestro dei conti correnti delle società indagate.
Le attività investigative sono scaturite da un controllo in area di servizio da parte di una pattuglia della Polizia Stradale di un semirimorchio polacco, trasportante cisterne vuote.
Le indagini delegate portate avanti dalla Squadra Mobile e dal Compartimento Polizia Stradale “Trentino Alto-Adige”, coordinati rispettivamente dal Servizio Centrale Operativo, dal Servizio Polizia Stradale e dal Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Trento – Direzione interprovinciale di Bolzano e Trento-, con la collaborazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento e le Squadre Mobili di Roma, Latina e Salerno, hanno scoperto l’esistenza di un sistema fraudolento, in grado di trasferire in Italia dalla Polonia, combustibile (diesel), eludendo il pagamento delle accise, attestando falsamente sulla documentazione di trasporto che non si trattasse di carburante per autotrazione. Nel corso delle indagini, durate circa 8 mesi dal mese di settembre 2018 fino a maggio 2019, è stato appurato che l’evasione per l’erario è stato di circa 1 milione di euro.
Il sistema prevedeva l’acquisto nell’est Europa del combustibile fatto poi entrare in Italia senza il dovuto pagamento attraverso la creazione di falsi documenti di trasporto, in cui si attestava che il prodotto lubrificante transitava in Italia con destinazione Malta e quindi non sottoposto al pagamento dell’imposta di consumo nello Stato italiano.
Giunto in Italia il carburante veniva trasportato in un deposito temporaneo a Latina presso una società riconducibile ad uno degli indagati. Successivamente veicolato verso la destinazione finale, ovvero un altro deposito sempre nei dintorni del capoluogo pontino, per essere commercializzato.
Al vertice dell’organizzazione è stato identificato proprio l’amministratore della ditta pontina Ad Petroli (situata vicino Ardea), Francesco Trovato, specializzata nella vendita e distribuzione di carburanti ove il combustibile veniva depositato.
L’uomo, residente a Latina, ma originario della provincia di Catanzaro, arrestato all’alba di oggi, aveva organizzato una filiera del contrabbando di carburanti. Con lui è stato arrestato anche un altro calabrese di Vibo Valentia, Giuseppe Mamone, da tempo dimorante a Latina, incaricato di custodire nel suo deposito temporaneo, Unica Autotrasporti (Strada Acqua Bianca a Borgo Piave, Latina) il combustibile in attesa di essere commercializzato.
L’organizzazione aveva appoggi anche in Polonia dove si avvaleva di due intermediari per l’acquisto ed il trasporto del carburante in Italia. Anche a carico di quest’ultimi, sono stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza per il reato di contrabbando di carburanti, motivo per cui verrà richiesto il mandato di arresto europeo.
Nel corso delle attività investigative è emersa anche la figura di un altro straniero, un cittadino rumeno dimorante a Pomezia. Il ruolo affidatogli consisteva nel raccogliere gli ordini da parte della ditta per la fornitura del prodotto, contattare i trasportatori per verificarne disponibilità, i tempi e modalità di arrivo del prodotto energetico in Italia.
In Italia, la rete dell’organizzazione criminale si avvaleva per la maggior parte di soggetti italiani, tutti raggiunti da misure restrittive della libertà personale. In particolare, un soggetto, originario della provincia di Salerno, nel corso delle indagini è emerso come uomo incaricato di provvedere a coordinare l’attività di trasporto del prodotto energetico dal deposito temporaneo di Latina a quello di un’altra ditta ad Ardea, nonché di redigere i documenti atti a giustificare il trasferimento dalla Polonia in Italia e successivamente all’interno dello stesso territorio nazionale.
Altri quattro soggetti italiani appartenenti all’organizzazione, sono stati raggiunti dal provvedimento di detenzione in regime di arresti. Ad essi era stato affidato il compito di fornire agli autisti degli autocarri idonea documentazione per il trasporto dal deposito temporaneo di Latina a quello di Ardea, prevedendo qualora ve ne fosse stato bisogno, anche servizi di scorta con le autovetture dell’organizzazione.
In carcere con Mamone e Trovato, sono finiti il rumeno Roberto Lihet (32 anni) residente a Pomezia e Gabriele Garofalo, 41 anni, di Trigoria (Roma). Ai domiciliari Domenico Ursitti, 56 anni, e Antonio Umbertini, 60 anni, entrambi di Torvajanica, Roberto Evandri, 56 anni, di Anzi, e Dario Sacchetti, 59 anni, di Aprilia.