Concluso il processo di secondo grado per il 32enne di Latina, Luca De Bellis: ridotta la condanna per spaccio di sostanze stupefacenti
La Corte d’Appello di Roma ha riformato la sentenza di condanna in primo grado a carico del 32enne pusher di Latina, Luca De Bellis, assistito dall’avvocato Alessia Righi, e lo ha condannato alla pena di 3 anni e 4 mesi, riducendola dalla pena di 5 anni di reclusione stabilita, col rito abbreviato, dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina.
Aggredito il primo aprile di quest’anno dentro casa dal pluripregiudicato Gianfranco Mastracci e da un suo sodale Alex Tornese, a Luca De Bellis, che si trova ai domiciliari, è stata riconosciuta l’ipotesi più lieve dello spaccio.
Al momento dell’aggressione avvenuta ad aprile, nel corso della quale De Bellis ha perso metà orecchio preso a morsi da Mastracci, il 32enne si trovava ai domiciliari in Via San Carlo da Sezze, a Latina, proprio per il reato di spaccio di cui ha dovuto rispondere.
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La Polizia di Stato, infatti, a ottobre 2024, lo aveva tratto in arresto per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. All’arrivo degli investigatori della Squadra Mobile, il 32enne, soggetto già noto alle forze dell’ordine in quanto gravato da precedenti specifici, aveva tentato di disfarsi di 13 dosi di cocaina, gettandoli dalla finestra ma senza sapere che, proprio sotto al balcone, erano già appostati gli operatori della Polizia che, oltre a registrare il movimento, avevano provveduto a recuperare lo stupefacente.
De Bellis non era riuscito a liberarsi di tutto lo stupefacente che deteneva in casa. Nell’abitazione, infatti, gli uomini della Questura avevano recuperato ulteriori 20 dosi di cocaina, quasi mezzo etto di hashish e 1.100 euro contanti.
Parte dello stupefacente era custodito all’interno di una cassaforte che era stata trasportata in Questura e qui forzata per accedere all’interno e recuperare la droga; oltreché a stupefacente e denaro, era stato recuperato vario materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi: un coltello con lama richiudibile della lunghezza totale di circa 32 centimetri intrisa di sostanza tipo hashish; una bustina di carta con all’interno sostanza polverosa bianca del peso di 20,983 grammi (sostanza da taglio); due rotoli di buste cellophane integre; un rotolo di carta argentata; un bilancino di precisione funzionante; due buste in cellophane con ritagli circolari all’interno; una busta in cellophane uguale a quelle dei due rotoli con ritagli circolari; una busta in cellophane nero circolare di grandi dimensione con all’interno evidente segno di polvere bianca; una forbice.
Erano stati rinvenuti anche, degli appunti dal tenore apparentemente inequivocabile e, in particolare, un foglio di carta riportante cifre, quantità e denaro, nonché la dicitura “cruda” e “cotta” palesemente riferibile al “crack”.
De Bellis era stato stato ristretto presso la locale casa circondariale di Latina. Dopodiché gli erano stati concessi i domiciliari e, successivamente, proprio nell’episodio dell’aggressione, l’autorità si era accorta che dentro la casa c’era anche la fidanzata che non avrebbe potuto essere in casa. Per tale ragione, era scattata la misura dell’aggravamento e il trasferimento nel carcere di Rebibbia dove, peraltro, si era costituito il suo feroce aggressore, Gianfranco Mastracci. Dopodiché, a De Bellis era stata stata concessa la misura più lieve dei domiciliari, dove si trova tuttora. De Bellis non è nuovo agli ambienti dello spaccio: nel 2020, fu tratto in arresto dagli agenti della Squadra Volante che gli sequestrarono un chilo e mezzo di cocaina. Per quanto riguarda il processo in cui è persona offesa, avendo subito l’aggressione da parte di Mastracci, dovrà testimoniare il prossimo 20 marzo.
