Aggrediti dal figlio di una paziente presso il pronto soccorso del “Dono Svizzero” di Formia: l’ennesimo episodio di violenza in ambito sanitario
Presi a testate dal figlio di una paziente che avrebbe voluto che la madre fosse presa in carico subito dal personale sanitario nell’affollato pronto soccorso del “Dono Svizzero” di Formia. È quanto accaduto nella mattinata del 12 dicembre, quando un 31enne originario di Gaeta, in attesa con la madre che si era sentita poco bene, ha dato in escandescenze.
Il 31enne si è avvicinato a due infermieri che stavano lavorando con altri pazienti. Ne è nata una discussione, dopodiché il giovane ha colpito a testate i due operatori, per poi scagliare anche qualche calcio. Sul posto, ad aggressione avvenuta, sono arrivati i Carabinieri di Formia che hanno preso atto della vicenda e arrestato il 31enne.
I due operatori sanitari sono stati curati dai colleghi. Sconcerto e choc all’interno del pronto soccorso sia da parte dei sanitari che da parte degli altri pazienti in fila. L’ennesimo episodio di aggressione violenta ai danni del personale sanitario.
Il 31enne, arrestato in flagranza di reato, è stato giudicato col rito direttissimo dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Cassino. Alla fine, è stata emessa una condanna per lesioni a 1 anno e 6 mesi di reclusione, con pena sospesa.
Intanto, a intervenire sul caso anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. “Esprimo la mia piena e sincera solidarietà all’infermiere e al portantino aggrediti nel pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia mentre stavano svolgendo il loro lavoro. Si tratta di un episodio grave e inaccettabile”.
“Colpire chi cura – aggiunge – significa ferire non solo singoli professionisti, ma l’intera comunità. La violenza non può e non deve trovare spazio nei nostri ospedali, luoghi di assistenza, rispetto e umanità. A nome della Regione Lazio sono vicino ai due operatori coinvolti e a tutto il personale sanitario del presidio di Formia. A loro va il mio ringraziamento per la professionalità e il senso di responsabilità dimostrati ogni giorno, anche in contesti complessi e di forte pressione.
La sicurezza di chi lavora nella sanità è una priorità. Continueremo a lavorare, insieme alle direzioni sanitarie e alle istituzioni competenti, per rafforzare le misure di tutela e prevenzione, affinché episodi simili non si ripetano. Difendere chi cura è un dovere morale e istituzionale. Su questo la Regione Lazio – conclude – non farà passi indietro”.
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