Accusati di aver chiesto più rimborsi per scortare i collaboratori di giustizia: chiesto il rinvio a giudizio per nove agenti di Polizia
Il pubblico ministero Marina Marra, nell’ambito dell’udienza preliminare, dinanzi al Gup del Tribunale di Latina, Laura Morselli, aveva chiesto ieri, 11 dicembre, il rinvio a giudizio per i nove poliziotti della Questura di Latina in ordine al reato di falso. Prescritto invece il reato di truffa contestato agli indagati. La decisione sul rinvio a giudizio è stata comunicata oggi, 12 dicembre, dal giudice Morselli che ha predisposto il rinvio a giudizio per tutti, tranne uno dei poliziotti. Il processo inizierà il 22 ottobre 2026 davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina.
I poliziotti sono accusati dalla Procura di Latina di aver richiesto più rimborsi spese nello scortare un collaboratore di giustizia attesto in più tribunali in giro per l’Italia.
L’indagine nata dal suicidio dell’ispettore capo di Latina, Antonio D’Onofrio, che gestiva i pentiti sotto protezione nel territorio pontino. Il poliziotto, come noto, si suicidò sparandosi un colpo di pistola alla testa il 24 dicembre 2018 sul terrazzo della Questura di Latina dove dormiva in una camerata di servizio.
Attorno a quell’episodio ne è nata una indagine anche sulla scorta delle rivelazioni di Pietro Riggio, ex agente penitenziario poi affiliato in Cosa nostra, che aveva iniziato a rendere dichiarazioni potenzialmente esplosive su rapporti tra mafia, Stato, colletti bianchi e massoneria.
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E proprio indagando sul suicidio che gli inquirenti hanno captato alcune intercettazioni sui contestati rimborsi gonfiati da parte dei poliziotti che scortavano il pentito. L’ipotesi di reato a carico dei poliziotti è quella di truffa aggravata ai danni dello Stato. Gli agenti di polizia sono difesi dagli avvocati Montini, Palmieri, Mariani, Vasaturo, Padula e Reali.
