A fine agosto, Latina Tu pubblicò un articolo sulla località La Valle, nel Comune di Terracina, che riprendeva le denunce costanti dei cittadini residenti in Via Roma, Via Leonardo da Vinci ecc. sulla situazione invivibile dei luoghi: sette anni di miasmi e puzze provenienti, con tutta probabilità, dalle serre che si trovano sotto il Monte Leano.
La puzza nauseabonda non ha smesso di invadere le vite di questi cittadini che le hanno provate tutte: dagli esposti in Procura alle denunce formali, dai Vigili del Fuoco ai Carabinieri Forestali. Fatto sta che, regolarmente, un incendio divampa a distanza di qualche chilometro e l’odore acre, di natura chimica, assale le narici di persone, famiglie, bambini. Verso le ore 19 di due giorni fa, lo dice un cittadino del luogo, “l’aria era grigia dal fumo“.
Il 19 agosto, una cittadina dichiarò di aver chiamato il 1515, il numero del Corpo Forestale per le emergenze, e di aver ricevuto una risposta senza speranza: pochi mezzi per intervenire.
Come si ipotizzava a fine agosto, sarebbero gli agricoltori della zona ricadente nell’area sottostante il Monte Leano a bruciare materiale invece di differenziarlo e smaltirlo insieme a sterpaglie, scarti di lavorazione e prodotti per la terra. Due anni fa, Legambiente aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica, senza esiti. Il 23 agosto scorso, invece, un altro cittadino, tempestato ed esasperato dai cattivi odori, ha denunciato ai Carabinieri di Terracina contro ignoti.
A fine agosto come oggi, i cittadini sui social invocano una risposta da parte degli amministratori comunali. Risposta che non solo non arriva e non è mai arrivata, ma la cui assenza ha portato a un sentimento di abbandono e disperazione. I cittadini di La Valle cercano di farsi coraggio, continuando a denunciare senza sosta, anche solo via social, interpellando i giornalisti locali, la politica, l’onnipresente Procaccini.
Qualcuno raccomanda di postare meno foto e di agire: appena parte un incendio, avvertire subito i Forestali o, alle brutte, recarsi sul luogo da cui proviene il fumo acre per comprendere una volta per tutte dove e chi continua a bruciare scarti di lavorazione agricola mescolati a qualcosa che, due mesi fa, un utente definiva persino simile al bario, un elemento impiegato comunemente come assorbente metallico nei tubi elettronici.
Da parte dell’amministrazione nessun cenno, un silenzio muto. E intanto c’è qualcuno, tra i cittadini, che, oltre ad aver perso la speranza, commenta amaramente: “Un territorio lasciato privo di controlli in mano a gente senza scrupoli“.