Dopo sei mesi dall’approvazione della variante, non è stato ancora approvato nessun atto propedeutico al permesso a costruire
A 6 mesi dall’approvazione in Consiglio Comunale nel giugno scorso, sembra che ancora non faccia passi avanti il mega progetto della I Borghi d’Italia srl, società partecipata al 50% dalla GIOMI e dalla Azienda Agricola San Pietro, la quale, al 2023, ancora non era attiva e dichiarava un capitale sociale di soli 10mila euro.
“È previsto un investimento di 27 milioni di euro, dei quali però non si conosce né la fonte, stante la risibile capitalizzazione de I Borghi d’Italia, né la concreta destinazione in quanto non è mai stato presentato, sebbene dovuto, il piano finanziario del progetto.
Una cittadella da realizzare sbancando una collina, che, con la variante al piano regolatore, è passata da area agricola ad area per servizi privati e dove verranno costruiti 35.000 metri cubi di nuove costruzioni.
Una cittadella con 3 palazzi per complessivi 153 appartamenti per ospitare fino a 240 anziani autosufficienti, oltre servizi ad esclusivo uso dei clienti: palestra, bar, ristorante, sala congressi, ambulatorio, 4-5 negozi e, forse, una piscina.
Una cittadella accessibile solo agli ospiti-clienti, che avrà un suo sistema fognario con depuratore autonomo, una sua rete elettrica con cabina dedicata.
Insomma, una “property e facility management”, come lo definisce la stessa GIOMI, che andrebbe a gestire un complesso residenziale unico per dimensione nell’intera regione Lazio, se non addirittura in Italia o in Europa.
È a dir poco singolare che per tutto questo, la Regione Lazio, nel 2022 sotto la Presidenza Zingaretti, ha ritenuto che questo mega progetto non dovesse essere sottoposto alla valutazione ambientale, ritendendolo così privo di significativi impatti ambientali. Eppure, trentacinquemila metri cubi di nuove costruzioni da realizzarsi sbancando una collina non possono essere considerati privi di impatto ambientale!
Quello che risulta ulteriormente singolare è che nel comune di Cori ci sono piani di lottizzazione privata, che non necessitano di una variante perché inseriti nel Piano Regolatore, che aspettano l’esame da dieci anni, mentre il mega progetto ha potuto avere un iter amministrativo semplificato: presentato ad aprile 2023 a maggio 2024 era già stato approvato in conferenza dei servizi, non senza numerose ombre: dall’incendio non dichiarato, alla mancanza di trasparenza in tutte le fasi, dal mancato coinvolgimento preventivo dei cittadini e degli Organismi Comunali a partire dalla commissione urbanistica, coinvolta solo a cose fatte e senza documentazione.
Una convenzione urbanistica che concede molto alla proprietà, dallo scomputo dei costi delle opere di urbanizzazione all’accollo sulle casse comunali delle opere di urbanizzazione che sono ad esclusivo uso del Borgo, come dire che i cittadini di Cori dovranno manutere strade, aree verdi ed altro del Borgo senza potervi accedere.
Una convenzione urbanistica i cui vantaggi per la comunità di Cori e Giulianello non sono affatto chiari, come lo sconto su affitti destinati ad un pugno di residenti e dei quali non è dato sapere il costo. Quindi non è dato sapere chi potrebbe permettersi una casa-albergo a 5 stelle.
Così come i vantaggi per l’occupazione, perché se si guarda alla RSA GIOMI che si trova sempre a Cori, non sembra che abbia contribuito in modo significativo all’occupazione locale.
I vantaggi finanziari previsti in convenzione urbanistica sono tutti dovuti per legge, dalla plusvalenza da 1 milione di euro, metà in contanti e metà in lavori non ben quantificati, agli oneri concessori all’IMU. Tra l’altro, in assenza del progetto esecutivo e del computo metrico, non è affatto chiaro se si stia facendo un ulteriore regalo alla proprietà.
Un progetto che può essere realizzato a stralci, anche per le opere di urbanizzazione, e non è affatto chiaro cosa accadrebbe qualora i lavori venissero interrotti.
Un affare edilizio privato fortemente voluto da tutte le amministrazioni che si sono avvicendate dal 2013 ad oggi, ma che, nonostante la portata ambientale, produttiva, sociale ed economica non è mai figurato nei rispettivi programmi politici.
Insomma un’iniziativa che, per la sua dimensione, ci saremmo aspettati sarebbe marciata con celerità dopo la sua approvazione in Consiglio e che invece, a distanza di sei mesi, ancora non vede produrre nessun atto amministrativo propedeutico alla richiesta al permesso a costruire.
Un’iniziativa attenzionata, sembrerebbe, anche dalla magistratura. Forse questa è la ragione per la quale è tutto fermo”.
Così, in una nota, i consiglieri comunali d’opposizione, Evaristo Silvi, Germana Silvi e Aristide Proietti.
