Sermoneta, approvato all’unanimità il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche: “Uno strumento con alta valenza sociale”
Il Consiglio comunale di Sermoneta, presieduto da Pierluigi Torelli, ha approvato all’unanimità il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA), un documento strategico che guiderà gli interventi di accessibilità negli edifici e negli spazi pubblici. Uno strumento capace di individuare in modo sistematico criticità e soluzioni per garantire i diritti delle persone con disabilità.
L’assessore all’Urbanistica Paola Macera ha definito il PEBA “uno strumento urbanistico con alta valenza sociale”, spiegando che il tema dell’accessibilità, se integrato nelle fasi di pianificazione, permette di realizzare interventi “mirati, capaci di risolvere o almeno mitigare le criticità più rilevanti”. L’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppina Giovannoli aveva presentato domanda di finanziamento alla Regione e nel 2024 ha ottenuto 5.000 euro, a cui l’amministrazione ha aggiunto fondi propri, affidando la redazione del piano all’architetto Piero Casacchia, che aveva già studiato il centro storico di Sermoneta durante il suo dottorato con l’Università Roma Tre. “Gli studi propedeutici erano un patrimonio da valorizzare”, ha sottolineato Macera, ricordando i rilievi effettuati con drone e l’analisi delle pendenze.
Il Peba è stato sottoposto a un periodo di osservazioni ed è stato presentato in un incontro pubblico al centro civico di Monticchio, coinvolgendo cittadini, tecnici e associazioni che tutelano i diritti dei disabili come ANMIC e ANGLAT.
Il piano è composto da 18 elaborati, tra cui un quadro edilizio che analizza puntualmente l’accessibilità degli edifici e degli spazi pubblici, e un programma pluriennale basato su priorità progressive. L’elaborazione ha riguardato sei percorsi urbani principali e sedici siti strategici tra piazze, edifici pubblici e punti di accesso di pianura e centro storico, valutando pavimentazioni, pendenze e morfologia dei luoghi. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra tutela del patrimonio e accessibilità, evitando interventi invasivi e privilegiando soluzioni reversibili e di alta qualità progettuale.
Nella relazione tecnica, Casacchia illustra anche il principio dell’“accessibilità equivalente”, che consente di ricorrere a facilitatori sensoriali e comunicativi come plastici, materiali tattili, audioguide e supporti informativi per rendere fruibili anche aree non direttamente accessibili. Il programma pluriennale individua come prioritari i tratti già caratterizzati da un buon livello di accessibilità e collegati alle principali polarità pubbliche. “Intervenire qui con pochi lavori mirati consentirà di estendere in tempi brevi l’accessibilità a porzioni significative del centro storico”, ha concluso Macera, “garantendo una fruizione consapevole e inclusiva degli spazi urbani e architettonici, senza discriminazioni”.
