“Come nel gioco dell’oca si riparte dal via. E lo si fa dopo anni di stasi, in cui il ponte Mascarello di Foce Verde è chiuso al traffico per problemi di stabilità (dal 2018) creando danni enormi alla viabilità e allo sviluppo di quella porzione di territorio. Oggi si scopre che i fondi non sono più sufficienti per procedere alla demolizione e alla ricostruzione dell’infrastruttura”.
Così i consiglieri di Latina Bene Comune Damiano Coletta e Loretta Isotton commentano la seduta della commissione Lavori pubblici di ieri, in cui è emersa la necessità di rimodulare l’opera e il progetto. Con una sola certezza: i tempi saranno lunghi.
“Sulla vicenda ponte Mascarello e dell’accordo con Sogin sulla compensazione torniamo alla solita abitudine dell’attuale amministrazione: quella di scaricare le colpe sugli altri attraverso racconti parziali e distorti per nascondere la propria incompetenza e l’incapacità di affrontare i problemi più complessi – puntualizza l’ex sindaco Coletta – Partiamo dalla storia e da dati oggettivi. Il 9 febbraio 2021 viene firmato un accordo tra Regione Lazio, rappresentata dal presidente Nicola Zingaretti, Comune di Latina e Sogin, in cui si individuava come opera compensativa la ricostruzione del Ponte Mascarello. Dallo studio di fattibilità vengono proposti dalla Sogin 3 progetti in ordine crescente di complessità e di demolizione e ricostruzione della struttura. A giugno 22 viene votata all’unanimità, e sottolineiamo all’unanimità, dunque anche da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega e da molti consiglieri che all’epoca erano all’opposizione e oggi sono assessori o siedono in maggioranza, la terza opzione progettuale che prevede la demolizione completa e la ricostruzione a tre campate del ponte Mascarello. Successivamente, il 19 gennaio 23, il commissario prefettizio del Comune di Latina Carmine Valente e Sogin firmano il documento operativo per avviare il progetto: un intervento del valore complessivo di circa 2 milioni. A maggio 23 si insedia l’amministrazione Celentano e, come al solito accade nei problemi complessi, si blocca tutto. Quali sono le ragioni? È cambiato il management della Sogin e in qualche modo l’opera compensativa per Latina non viene più tenuta in considerazione? Eppure ci sono accordi scritti. Perché l’attuale amministrazione non fa la voce grossa con Sogin? Ci sono situazioni che tengono sotto scacco il Comune? E le conseguenze di tutto questo immobilismo chi le paga? Sicuramente le paga la comunità di Latina. Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa alla città è proprio la sindaca in primis e la giunta tutta”.
“E’ stato grazie alla precedente amministrazione che si è riusciti a intercettare questa opportunità di compensazione – aggiunge la consigliera Isotton – Ora ci viene detto che le impostazioni erano sbagliate dall’inizio, ma ricordiamo che il progetto di demolizione e ricostruzione fu votato nel 2022 all’unanimità. In commissione si è fatto poi riferimento a una serie di atti che avrebbero impedito di poter procedere nella direzione della scelta operata all’unanimità dal consiglio comunale, ma nessuno di noi commissari ha avuto modo di leggere questi atti perché nessun documento era stato inviato in allegato alla commissione. Ci auguriamo di poterli leggere alla prossima commissione sul tema, che chiediamo venga convocata quanto prima dal presidente Furlanetto, perché é una vergogna che dopo quattro anni dalla scelta si sia tornati di nuovo al punto di partenza. L’amministrazione Celentano anche qui dovrebbe assumersi qualche responsabilità anziché lanciare confuse e contraddittorie accuse a chi ha avuto il merito di intercettare questa misura e i fondi e di chiudere l’accordo con Sogin”.
Un’ultima considerazione infine, sulla decantata filiera di governo, “che appare più una iattura di governo”, sottolineano i due esponenti di Lbc. “Di certo se si continua di questo passo non basteranno 20 milioni di euro per riaprire quel ponte perché è ovvio e prevedibile che, dopo anni, i costi per realizzare le opere siano destinati a lievitare”.
