“SI FINSE CORRIERE E AGGREDÌ UN MIO AMICO SUL LUOGO DI LAVORO”, LA VITTIMA RACCONTA I COMPORTAMENTI DELL’EX

legge

Ascoltata la vittima nel processo per maltrattamenti a carico del 28enne di Latina, Ismail El Ghayesh

Udienza fiume durata quattro ore nel processo per maltrattamenti a carico del 28enne di Latina, Ismail El Ghayesh, difeso dagli avvocati Marco Nardecchia e Moreno Gullì. Ad essere ascoltata come testimone anche la ex compagna, costituitasi parte civile e assistita dall’avvocato Daniela Fiore. Escussi anche quattro persone tra amici e famigliari (anche la madre) della vittima e quattro poliziotti che hanno partecipato all’indagine.

La ex compagna dell’imputato, pesantemente minacciata e insultata dai genitori dell’imputato con epiteti e la “promessa” di non dare alcun risarcimento nella scorsa udienza, ha riferito interrogato dal pubblico ministero Giuseppe Bontempo e contro-esaminata da avvocati parte civile e difesa. La giovane, con cui l’imputato ha avuto una figlia, ha raccontato la sua versione dei fatti, descrivendo un clima di persecuzione messo in atto dall’ex dopo la fine della sua relazione: “Ci spiava ovunque, quando uscivo con mia madre. Poi, quando tornavamo, me lo ritrovavo sotto casa”.

Inoltre, secondo il racconto della giovane, nel corso della loro relazione, sarebbe stato il 28enne a chiamare più volte le forze dell’ordine per dire che era l’odierna persona offesa a maltrattare la figlia che hanno avuto insieme.

In un’altra circostanza, El Gayesh avrebbe aggredito un amico della ex accusandolo di aver una relazione con lei: “Si finse corriere, lo raggiunse sul posto di lavoro e lo aggredì”. Senza contare che la giovane ha confermato di essere stata spesso appellata con epiteti ingiuriosi e offensivi.

Il processo si svolge davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Zani-Trapuzzano Molinaro. Proseguirà il prossimo 24 febbraio quando verranno ascoltati l’ultimo testimone dell’accusa (un poliziotto) e quattro testimoni della difesa che, oggi, ha chiesto una misura meno afflittiva rispetto al carcere sulla quale la persona offesa si è riservata di esprimersi.

El Ghayesh era stato arrestato lo scorso 16 luglio, dopo una rocambolesca fuga prima con un’auto Peugeot, risultata rubata in Spagna, successivamente con una corsa a piedi, finita con un tuffo in un canale. Dopo l’arresto, il 28enne, tuttora detenuto in carcere per i maltrattamenti, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari, spiegando che l’auto era a noleggio e non sapeva che fosse stata rubata. Il giovane deve rispondere non solo della ricettazione dell’auto, ma anche di evasione e resistenza a pubblico ufficiale.

Era stata la Polizia di Stato, nelle prime ore della mattina del 16 giugno, a intercettare e arrestare El Ghayesh, noto pregiudicato e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, in aggravamento della misura degli arresti domiciliari, di cui il soggetto era già destinatario in quanto indiziato dei maltrattamenti ai danni della ex compagna, perseguitata con diversi messaggi.

Il 28enne, dopo l’emissione della misura che ne aveva disposto il carcere, era evaso dai domiciliari e per qualche settimana si era reso irreperibile, probabilmente recandosi anche all’estero. Le sue ricerche però non erano mai state interrotte dagli investigatori della Polizia di Stato che lo avevano bloccato e arrestato dopo un inseguimento successivo ad un posto di controllo della volante di Terracina e al tentativo di fuga innescato dall’uomo per sfuggire alla cattura.

Il 28enne era stato intercettato, insieme ad altre due persone a Terracina, da una pattuglia che si trovava in servizio di controllo del territorio. In un primo momento, l’uomo aveva tentato di eludere l’accertamento fingendo di non avere con sé i documenti, ma vistosi incalzato dai poliziotti, aveva repentinamente preso la guida dell’auto a cui nel frattempo si era avvicinato uno degli agenti proprio per evitare che potesse allontanarsi.

Nonostante la presenza del poliziotti, in spregio del pericolo per l’agente, El Ghayesh aveva ingranato la marcia e iniziato una fuga verso Sabaudia. Subito erano intervenuti in supporto anche gli investigatori della Squadra Mobile che, procedendo nella sua direzione di fuga, lo avevano intercettato e in sicurezza fermato la vettura in aperta campagna. Un ultimo tentativo di fuga dell’uomo lo aveva portato a gettarsi in un canale, all’altezza della Bufalara, per giungere al lato opposto e sfuggire all’arresto, lì però ad attenderlo c’erano già gli altri poliziotti della Squadra Mobile che lo avevano bloccato e tratto in arresto.

El Ghayesh è un volto noto alle cronache giudiziarie della provincia. Un tempo considerato sodale del pluri-pregiudicato e violento Gianfranco Mastracci, il 28enne di Latina è stato condannato per tentata estorsione, nell’ambito di un procedimento stralciato dall’imponente inchiesta denominata “Alba Pontina”.

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