“Abbiamo letto con attenzione la risposta dell’Amministrazione sulla cancellazione della mezz’ora gratuita nei parcheggi del centro. E, sinceramente, invece di chiarire, quella nota apre altri dubbi.
Il primo riguarda ciò che loro definiscono un “confronto” con i commercianti. Vorremmo capire quando sarebbe avvenuto: con chi, in quale riunione, con quale verbale? Perché noi questo confronto non lo abbiamo visto, e nemmeno i commercianti del centro che ogni giorno vivono sulla propria pelle gli effetti di queste decisioni. È difficile parlare di condivisione quando manca tutto ciò che la rende possibile.
Poi c’è la questione degli abusi. L’Amministrazione sostiene che la misura non fosse controllabile e che per farla funzionare sarebbe servito personale in pianta stabile. Ma cancellare un servizio utile perché qualcuno non rispetta le regole non è una scelta efficiente: è una rinuncia. Altri Comuni gestiscono situazioni identiche con strumenti semplici: controlli mirati, tecnologie minime, fasce orarie regolamentate. Qui, invece, si è scelta la strada più immediata: togliere tutto.
E lo ribadiamo ancora una volta: il punto non sono i 50 centesimi.
Il punto è che ogni ostacolo, anche minimo, alla sosta veloce scoraggia quella vitalità quotidiana — le piccole commissioni, gli acquisti al volo, la visita rapida — che tiene vivo il centro.
Quando quei movimenti si spostano altrove, il commercio ne risente.
Non perché una persona non voglia spendere mezzo euro, ma perché viene meno l’immediatezza, la praticità, la spontanea abitudine di passare in centro.
C’è poi un passaggio della loro nota che merita una risposta diretta: l’accusa di “populismo di bassa lega”.
La liquidiamo con semplicità: se chiedere confronto, coerenza e soluzioni eque per tutto il territorio significa fare populismo, allora forse si è perso il senso delle parole. Populismo è semplificare problemi complessi; noi stiamo semplicemente chiedendo che non si penalizzi il centro senza prima aver tentato alternative ragionate e condivise. Populismo è promettere ordine in un punto e ignorare il disordine in altri. E su questo, ci permettiamo, sarebbe meglio evitare lezioni.
E qui arriviamo al punto più evidente. L’Amministrazione insiste molto sulla necessità di “ordine” nel centro storico. Ma allora la domanda è inevitabile: questo rigore vale per tutto il paese, o solo per alcune zone?
Perché i cittadini lo sanno bene: ci sono aree ad alto traffico dove la sosta selvaggia è ormai normalizzata, dove auto vengono lasciate senza alcun rispetto della segnaletica, e dove i controlli sembrano molto più “elastici”. Possibile che proprio lì non si ritenga necessario intervenire con la stessa energia mostrata verso il centro? E perché non si valuta, come l’Amministrazione stessa suggerisce, di introdurre forme di sosta regolamentata anche in quei luoghi di passaggio dove oggi regna il caos?
È sorprendente che la rigidità valga solo per una parte della città, mentre altrove tutto resta com’è.
Questa è la vera incoerenza, ed è evidente a chiunque viva Castelforte.
In conclusione, il commercio non si difende eliminando servizi utili, senza confronto e senza una visione complessiva. Si difende costruendo soluzioni, ascoltando chi lavora nel centro, e applicando regole uniformi, non a geometria variabile.
Noi , nell’attesa delle risposte ancora non pervenute a nostre interrogazioni (viabilità e usi civici) nonostante una nostra richiesta di intervento al Prefetto, continueremo a chiedere trasparenza, coerenza e scelte che rendano il centro più vivo, più accessibile e più competitivo. Non accuse pretestuose nè slogan ma soluzioni”.
Lo dichiarano, in una nota, i consiglieri comunali del Partito Democratico, Giuseppe Rosato e Giancarlo Cardillo, e il segretario dei Dem locali Ferdinando Orlandi.
