Violenza donne. Uil Latina: “Visione arcaica. Ignorato il concetto di consenso. Dal 2019 ad oggi nove femminicidi nel pontino”
Delle 82 donne uccise nel Lazio tra il 2019 e il 2025, 68 casi si sono registrati a Roma e provincia, 9 nel nostro territorio, due a Frosinone e Viterbo, uno a Rieti. Soltanto a Latina nel 2024 i casi di donne maltrattate sono stati 426, in aumento rispetto ai 360 casi del 2023. Mentre In questi primi dieci mesi nella regione i femminicidi sono stati sette, uno nella provincia pontina.
I numeri del documento redatto dalle donne della Uil di Latina, approvato all’unanimità durante la recente consulta territoriale del sindacato, testimoniano quanto sia ancora radicata nel tessuto sociale una visione arcaica e distorta della donna, che la vorrebbe assoggettata e controllata dall’uomo. “Quando una donna non accetta questa visione – si legge nel documento del sindacato – l’uomo esercita la sua forma fisica per affermare il suo potere”.
“Il tema del consenso continua ad essere frainteso e ignorato – dice Francesca Toselli, della Uil di Latina – lo confermano i casi allarmanti di Giselle Pellicot in Francia, Pamela Genini in Italia, i gruppi facebook come Mia Moglie, e i numerosi siti dedicati alla diffusione non consensuale di immagini intime. Qui, ancora una volta, il corpo della donna viene esposto, scambiato, sfruttato e violato senza alcun rispetto per la volontà e la dignità della persona coinvolta. La recente introduzione anche in Italia del concetto di consenso all’interno della definizione di stupro è un principio fondamentale che deve guidare l’evoluzione culturale di tutti gli italiani”.
“Ma è anche fondamentale rompere il muro del silenzio – prosegue Toselli – Non basta non essere violenti, bisogna prendere posizione: agire, sostenere. Voltarsi dall’altra parte significa alimentare la violenza. Sotto questo aspetto lo slogan scelto dalla Uil per questo 25 novembre è emblematico: il silenzio degli uomini è la voce della violenza”. E quanto questo concetto vada ribadito, lo dimostra anche il dossier della Uil del Lazio e dell’Istituto di ricerca Eures. dal quale emerge che cinque dei sette femminicidi del 2025 sono maturati in ambito familiare o affettivo.
“Non a caso il dato più grave – recita il documento delle donne della Uil di Latina – resta l’esiguità delle denunce: soltanto una su dieci si rivolge alle forze dell’ordine, perché le donne non si sentono ancora protette, credute, sostenute. Oggi più che mai la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve ricordare a tutti noi che la violenza di genere non è un fatto privato ma dell’intera società. Chi sceglie di non vedere, contribuisce a mantenerla viva. E’ tempo di rompere il silenzio. E’ tempo di cambiare”.
