DUPLICE FEMMINICIDIO, PARLA DESYRÈE AMATO: “IN AULA INCOLPAVANO ME”. LA DIFESA FARÀ RICORSO PER LA PREMEDITAZIONE DI SODANO

A distanza di quasi due mesi dalla condanna all’ergastolo di Christina Sodano per il duplice omicidio di Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, la giovane Deysrée Amato ha rilasciato una intervista al Corriere della Serra in vista del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne

Una intervista molto accorata e lucida, quella della 24enne Desyrée Amato, rilasciata al Correre della Sera, a un girono dal 25 novembre e dopo due mesi dalla condanna all’ergastolo per il suo ex, Christian Sodano, il finanziere di 27 anni che, in pochi minuti, il 13 febbraio del 2024, in una villetta del quartiere San Valentino di Cisterna, ha ucciso la madre e la sorella.

Il primo dato che emerge è che gli avvocato difensori Marco e Chaira Fagiolo faranno appello contro la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Latina per chiedere che sia riconosciuta la premeditazione, esclusa il 29 settembre scorso.

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Intervista dal Corsera, la 24enne Desyrée si apre come mai aveva fatto. “Il trauma è stato così forte – spiega – che davvero non riesco ad avere ricordi di quei momenti. Ricordo la paura, certo. E la sensazione di non poter far niente”.

Sulla sentenza, la giovane è chiara: “È stato un sollievo. È una pena che merita. La mia ferita resterà sempre, ma finché lui è in carcere mi sento serena. Chi me lo dice che fra 20 anni non mi verrebbe a cercare di nuovo?”. E ancora sul dolore che prova tuttora: “La mia paura più grande era restare sola. Temevo che le persone mi allontanassero, che non mi volessero più con loro per ansia. Invece ho avuto tanta vicinanza e solidarietà. C’è mio padre, ci sono le amiche. Piangersi addosso non serve a niente, voglio solo che Sodano resti lì dov’è ora”.

Rammarico, invece, per la conduzione della difesa di Sodano in aula: “Sembravano voler dare a me la colpa di tutto, hanno messo in dubbio le mie parole pur essendo l’unica che poteva raccontare. Addirittura un consulente medico ha sottolineato che Sodano era sano di mente e la sua era quindi una reazione ai miei comportamenti. Volevano mettermi a disagio ma non ci sono riusciti. Mi sono morsa la lingua e sono rimasta calma. Non ho niente da nascondere”.

Desyrée spiega cosa ha significato rimanere in aule e sentire alcune parole nei suoi confronti: “Quando ci siamo conosciuti lavoravo come ragazza immagine in un locale il fine settimana. Una cosa che fanno in tante. Sono bella, indipendente, avevo 22 anni, stavo con le mie amiche. Non era il lavoro della mia vita ma mi piaceva. Invece, dopo un mese che stavamo assieme, lui mi chiese di lasciare il lavoro, di non andare più in quel locale. Non lo trovavo giusto ma ho accettato per non litigare. Eppure ancora mi incolpavano in aula”.

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