Acqualatina, salta ancora l’assemblea straordinaria. Il PD: “Gravissimo far mancare il numero legale. Il CdA si dimetta subito”
Il segretario provinciale Sarubbo: «Il socio privato e il Comune di Latina impediscono la discussione. Servono un azzeramento immediato e un tavolo collegiale per salvare il servizio idrico»
Ancora una volta la gestione di Acqualatina S.p.A. precipita in una crisi di credibilità senza precedenti, ostaggio di un inaccettabile gioco di potere che paralizza le decisioni e mette a rischio l’efficienza del servizio idrico. Il mancato raggiungimento del numero legale nell’Assemblea Straordinaria dei Soci convocata questa mattina – dovuto all’assenza del socio privato Italgas e del Comune di Latina, che insieme detengono circa il 60% delle quote – ha impedito la votazione sull’aumento di capitale da 30 milioni di euro.
“È un fatto grave – dichiara il segretario provinciale del Partito Democratico, Omar Sarubbo – perché da settembre si rinvia l’assemblea e si impedisce volutamente ai Comuni soci di esprimersi. La proposta di aumento di capitale è stata già rigettata dai Consigli comunali di tutta la provincia, eppure si continua a sfuggire al voto in Assemblea. È una vera e propria elusione della volontà popolare”.
Sarubbo rileva come l’atteggiamento ostativo di alcune frange politiche, espressione di Fratelli d’Italia e Lega, abbia ingessato l’attività della società, disattendendo in modo sistematico le deliberazioni dei Comuni, cioè dei territori che rappresentano i cittadini: i veri proprietari del servizio.
A rendere il quadro ancora più incoerente è la posizione del Comune di Latina, che oggi ha scelto l’assenza pur essendo proponente di una discutibile soluzione alternativa di ricapitalizzazione tramite strumenti finanziari fondati sui crediti degli oneri concessori dovuti dal gestore ai Comuni.
“Non è più tollerabile – continua Sarubbo – che il servizio idrico venga usato come terreno di scontro interno alla destra. La società appartiene ai cittadini, non al Sindaco del Capoluogo né a un partito”.
Alla luce di quanto accaduto, il Partito democratico chiede un cambio di rotta immediato. Per Sarubbo, la strada è obbligata: “Servono l’azzeramento del CdA, ormai non più rappresentativo dei territori, e l’apertura immediata di una nuova fase basata su trasparenza, collegialità e sul coinvolgimento reale di tutte le amministrazioni locali. Basta anche con le politiche di cassa e con proposte prive di visione programmatica che scaricano sui cittadini il costo delle inefficienze”.
Il PD lancia quindi un appello urgente: “Si metta fine a questo fortino decisionale – ribadisce Sarubbo – e si apra subito un tavolo di confronto non più rinviabile. Il servizio idrico è un bene comune e va preservato con serietà; i cittadini meritano efficienza e una gestione trasparente, non giochi politici volti al fallimento”.
Un ringraziamento particolare il PD lo rivolge ai Sindaci democratici, che “con coerenza e responsabilità istituzionale continuano a difendere i bilanci delle famiglie e delle imprese e il diritto irrinunciabile a un servizio idrico efficiente, sostenibile e gestito nell’interesse esclusivo della comunità”.
