“GAETA MODELLO VIRTUOSO? REALTÀ PIÙ COMPLESSA”, I DUBBI DI EUROPA VERDE SUL SINDACO LECCESE

“Il Sindaco di Gaeta, intervenendo recentemente a un convegno ANCI a Bologna, ha presentato la città come un modello virtuoso di amministrazione, da replicare per i suoi presunti risultati.
Un esame più attento dei dati demografici, occupazionali e ambientali, però, restituisce un quadro più complesso.

Il ricorso a un modello di sviluppo fortemente incentrato sul turismo — soprattutto nelle forme oggi prevalenti — mostra numerosi limiti e difficoltà strutturali. Il settore, così come si è sviluppato negli ultimi anni, tende infatti ad esercitare una pressione elevata sulle risorse naturali, sull’equilibrio sociale e sulla qualità economica della vita cittadina.

Turismo e sostenibilità. A Gaeta il turismo assume tratti sempre più invasivi, con un impatto rilevante sull’ambiente e sulla vivibilità. Le ondate stagionali di visitatori generano un aumento dei rifiuti, un uso molto intenso delle risorse idriche e una pressione crescente su spiagge, ecosistemi e territorio.
La diffusione degli affitti brevi e la trasformazione di molte abitazioni in strutture ricettive hanno inoltre favorito una progressiva espulsione delle famiglie residenti dal centro storico, contribuendo alla perdita di identità e al rischio di una “città-vetrina”.

Lavoro stagionale e fragilità occupazionale. Il lavoro creato dal settore turistico è in larga parte precario e stagionale. I dati Eures e Uiltucs 2023 mostrano che nella provincia di Latina il 53,5% dei contratti nel settore terziario è a termine, con un ulteriore 15,5% di contratti stagionali, fenomeni che si riflettono fortemente a Gaeta..
Questa situazione comporta retribuzioni spesso basse, minori tutele e una vulnerabilità che colpisce in particolare giovani e donne.

Crescita delle disuguaglianze. Il modello turistico attuale tende a concentrare gran parte dei benefici economici nelle mani di pochi operatori, mentre molte famiglie residenti sperimentano redditi insufficienti e un aumento del costo della vita. Le stesse ricadute fiscali per il territorio sono minimali rispetto ai costi sociali e ambientali prodotti: l’espansione delle attività legate al turismo non si traduce in veri investimenti strutturali per la comunità, ma in una crescita del divario tra ricchi e poveri.

Impatti ambientali. La pressione dei flussi turistici stagionali incide sulla tenuta ambientale del territorio: erosione costiera, rifiuti in aumento, presenza crescente di plastiche e microplastiche nel Golfo e incremento del traffico estivo. Tutti elementi che mettono in difficoltà ecosistemi già fragili e riducono la qualità della vita.

Patrimonio abitativo e accesso alla casa. Negli ultimi anni a Gaeta il patrimonio abitativo inutilizzato è in forte aumento: secondo le rilevazioni del censimento Istat2021, la percentuale di abitazioni sfitte o non occupate supera il 41%, con una significativa quota di alloggi destinata alle locazioni brevi o stagionali piuttosto che alla residenza stabile. Il fenomeno ha avuto come effetto la difficoltà di accesso alla casa per i giovani e le famiglie locali, contribuendo allo spopolamento e alla trasformazione del tessuto urbano in un contesto prevalentemente turistico.

Dinamiche demografiche. Gaeta sta attraversando un calo demografico significativo: la popolazione è scesa a circa 19.115 abitanti nel 2025, contro i 23.379 del 1981. Il saldo naturale è molto negativo, con un numero di nascite molto inferiore ai decessi. L’invecchiamento è marcato, con un rapporto tra anziani e giovani ormai sbilanciato e un’età media vicina ai 50 anni.
A tutto questo si aggiunge un consumo di suolo rilevante per un territorio costiero così limitato: 525 ettari risultano già urbanizzati, pari a oltre il 18% della superficie comunale, con la fascia entro i 300 metri dal mare quasi completamente saturata.

Alla luce di questi elementi, Gaeta difficilmente può essere considerata un modello di sviluppo sostenibile. L’attuale impostazione turistica genera precarietà, pressioni ambientali, aumento delle disuguaglianze e un progressivo indebolimento della comunità locale.
Diventa quindi necessario avviare un percorso di ripensamento complessivo del modello di sviluppo, puntando su tutela del territorio, lavoro dignitoso, politiche abitative più eque e una pianificazione urbana attenta alla qualità della vita e all’inclusione. Questi dati e riflessioni suggeriscono l’urgenza di un cambiamento condiviso e lungimirante, per garantire a Gaeta un futuro più stabile, equilibrato e sostenibile”.

Così, in una nota, i portavoce del Circolo Europa Verde Sudpontino Beniamino Gallinaro e Mariarita Manzo.

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