TESTATA ALLA MOGLIE E MINACCE DI MORTE: CONDANNATO A 4 ANNI, ASSOLTO PER LA VIOLENZA SESSUALE

Accusato di maltrattamenti e violenza sessuale: si è concluso il processo a carico di un 49enne di San Felice Circeo

Ha ancora il divieto di avvicinamento alla ex moglie e ai figli, oltreché al divieto di dimora a San Felice Circeo, dove si trova la sua famiglia. Si è concluso oggi, 19 novembre, il processo a carico di G.T. (le sue iniziali), difeso dall’avvocato Fabio Serrecchia. L’imputato doveva rispondere di maltrattamenti reiterati in famiglia e di due episodi di violenza sessuali ai danni della ex compagna.

Al termine della camera di consiglio, il primo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Soana-Sinigallia-Brenda, ha condannato a 4 anni di reclusione il 49enne per maltrattamenti e assolto per il reato di violenza sessuale “perché il fatto non sussiste”. Il Tribunale ha condannato l’uomo al risarcimento della parte civile.

Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero Valentina Giammaria, ha ricostruito tutta la vicenda famigliare e i comportamenti violenti contestati all’uomo contro la ex e anche alla presenza dei tre figli avuti dalla donna. Il pm, prima di aver chiesto una pena molto dura da 7 anni e 10 mesi, ha spiegato cosa veniva imputato al 49enne, incensurato.

Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe messo in pratica negli anni atteggiamenti aggressivi, arrivando persino a tirare una testata sul volto della ex. In altre occasione, come da denuncia presentata all’autorità giudiziaria dalla donna, costituitasi parte civile nel processo (il legale ha chiesto il risarcimento dei danni), il 49enne, attualmente domiciliato a Sabaudia, le avrebbe anche tirato pugni sulle spalle.

All’uomo veniva contestato di aver spinto ad abortire la donna, incinta dell’ultima figlia avuta da lei, tanto sa spingerla giù dal divano. In uno degli episodi clou, descritti in denuncia, esattamente il 6 ottobre 2023, l’uomo avrebbe più volte sputato in faccia contro la ex, colpendola con una testata in faccia così da provocarle un visto livido. I comportamenti violenti si sarebbero esplicitati anche in minacce di morte con un un coltello a serramanico e al tentativo di soffocare la donna con un cuscino. “Un giorno – ha raccontato la donna quando è stata esaminata in Tribunale – tirò uno schiaffo al nostro bambino di 10 talmente forte che si fece la pipì a letto”.

Ad ogni modo l’accusa più grave era quella della violenza sessuale. L’uomo avrebbe indotto la ex ad un rapporto, tenendo un coltello sul comò della camera da letto. In casa si sarebbe respirata un’aria pesante anche con i tre figli, in particolare con il maggiore che sarebbe stato minacciato: “Se ti becco fuori, ti faccio a pezzi”. Il figlio maggiore, che ha testimoniato in Tribunale, confermando più o meno il quadro offerto dalla madre, ha denunciato da sé il padre, tanto da far pervenire a lui la misura del divieto di avvicinamento.

Oggi, la sentenza che condanna l’uomo solo per maltrattamenti.

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