Il Centro operativo D.I.A. di Roma, nel febbraio 2018, cominciava l’indagine “Assedio”, focalizzata su un complesso scenario di criminalità organizzata, sviluppatosi nella città di Aprilia fino ad arrivare – lungo il litorale pontino – alla Capitale, che ha realizzato, attraverso una strategia di sommersione, ingenti profitti con molteplici e sofisticate operazioni di riciclaggio, infiltrando progressivamente attività imprenditoriali, in apparenza legali, operanti in molteplici campi nonché l’amministrazione comunale di Aprilia.
Sono state così costituite numerose società “fittizie” per emettere false fatturazioni grazie alla connivenza di imprenditori, liberi professionisti e numerosi personaggi, quantomeno discutibili, con compiti di manovalanza; meccanismo a cui sono ricorsi sia organizzazioni criminali autoctone che i principali gruppi di criminalità organizzata radicatisi sul territorio laziale.

Il focus iniziale è stato rivolto alla famiglia calabrese Gangemi, espressione imprenditoriale della cosca De Stefano di Reggio Calabria, stanziatasi sin dagli anni ‘80 prima in Aprilia, dove era sorvegliato speciale il capostipite Pietro, e successivamente allargatisi nella Capitale.
Ad Aprilia, dove le indagini sono state sviluppate con il supporto del locale Reparto territoriale dei Carabinieri, è emersa la figura di Patrizio Forniti, noto trafficante di stupefacenti, che, grazie al rapporto con i Gangemi, è assunto al vertice di un locale gruppo mafioso in grado di gestire il narcotraffico e condizionare la vita politica, economica e sociale della cittadina pontina, con condotte di scambio elettorale politico mafioso, estorsione, detenzione abusiva di armi, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria.
Ѐ doveroso precisare che dall’analisi delle liste aziendali delle due società “SPAZIO FOOD UNO s.p.a.” e “SELECTION CARS s.r.l.7”, riconducibili a Gangemi, emerge in modo certo il nodo relazionale tra quest’ultimo e Forniti in quanto già nel 2010 il Forniti era lavoratore dipendente in entrambe le società. Queste società offrono infatti, elementi investigativi indiscutibilmente rilevanti sia per qualificare e fotografare i rapporti tra Gangemi e Forniti, ma anche per individuare una diretta connessione con le altre anime del complesso archetipo di criminalità organizzata investigato che, dalla provincia di Latina, passando per Pomezia, si snoda fino alla Capitale. Nella SELECTION CARS srl infatti, nel 2010 gli unici dipendenti erano Forniti e Lombardi. Per quanto riguarda invece la SPAZIO FOOD UNO spa questa è la società attraverso cui sono stati veicolati i fondi illeciti trasferiti alla RADIOMARELLI srl di Ciampa e Bencivega.
In data 3 luglio 2024 veniva data esecuzione all’ordinanza datata 27 giugno 2024 a firma del Gip Francesco Patrone, nell’ambito del procedimento penale n.4792/18 RGNR, iscritto nei confronti di 40 indagati, che disponeva: l’applicazione di misure cautelari personali coercitive nei confronti di 25 indagati, di cui 21 in custodia cautelare in carcere, 2 sottoposti alla misura degli arresti domiciliari (una delle quali riguardava il Sindaco di Aprilia), 1 sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di dirigente del Comune di Aprilia e 1 divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione; il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di 6 immobili, 2 autovetture e 14 rapporti finanziari.
In questa esecuzione, il personale operante eseguiva: 23 misure cautelari personali coercitive in quanto 2 i due coniugi Forniti non venivano rintracciati, motivo per il quale veniva richiesto il mandato di arresto europeo e l’internazionalizzazione del provvedimento restrittivo; il sequestro preventivo di 6 immobili per un valore medio di circa €. 527.080,00 e di nr. 2 rapporti finanziari per la somma di €. 36.969,22. Le due autovetture oggetto di sequestro preventivo per un valore di circa €. 93.000 non sono state rinvenute e si è proceduto, pertanto, all’inserimento in Banca Dati delle FF.PP. per il rintraccio; 17 perquisizioni delegate dalla competente A.G., nel corso delle quali sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro: denaro in contante per un totale di €. 102.880,00; grammi 744,56 di hashish e grammi 121 di THC; 14 armi bianche e manganelli (di cui 4 manganelli, una mannaia, una scimitarra, un macete, una spada, 3 coltelli, una balestra e 2 pugnali); 15 smartphone, 3 tablet ed un sistema di registrazione di videosorveglianza. Per tali dispositivi è stata richiesta l’autorizzazione per eseguire una copia forense, al fine di procedere alla successiva analisi dei contenuti; 11 orologi (di cui 10 Rolex e un Audemars Piguet-Le Brassws) e 10 monili di valore, da quantificarne il valore.
Capi di imputazione dell’ordinanza del luglio 2024 che hanno riguardato il Forniti:
- art. 416 bis, 1°, 2°, 3°, 4°, 5° e 8° comma c.p., per aver promosso, organizzato, diretto e preso parte ad una associazione di tipo camorristico-mafioso operante in Aprilia, caratterizzata dall’avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, dalla pratica e dalla ostentazione di un’attitudine alla violenza finalizzata all’acquisizione del controllo del territorio per la gestione di attività lecite ed illecite; finalizzata altresì alla commissione di delitti contro il patrimonio, la persona, la pubblica amministrazione ed il traffico degli stupefacenti per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri.
- art.74 co. 1°, 2°, 3° e 4°, per aver promosso, organizzato, diretto e preso parte ad un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana operante nei comuni di Aprilia (LT) ed Anzio (RM), ovvero in quel territorio controllato in posizione dominante dal sodalizio camorristico di cui al capo A) nel cui ambito le attività in disamina venivano espletate avvalendosi delle condizioni stabilite nel territorio di competenza dalla stessa associazione mafiosa ed al fine di agevolare l’attività criminosa di quest’ultima, associandosi tra loro e con altre persone allo scopo di commettere personalmente e rendere più agevole la commissione ad opera dei coindagati di più delitti tra quelli previsti dall’art. 73 DPR n.309/1990; rifornendo, tra l’altro, più piazze di spaccio e fornendo costantemente stupefacente ai vari spacciatori.
Ad Aprilia e Anzio da febbraio 2019 a tutt’oggi. Patrizio Forniti, quindi, ha diretto ed organizzato un’associazione di tipo camorristico-mafioso operante in Aprilia, caratterizzata dall’avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, dalla pratica e dalla ostentazione di un’attitudine alla violenza finalizzata all’acquisizione del controllo del territorio per la gestione di attività lecite ed illecite.
Nell’attività emergevano elementi probatori che consentivano non solo di contestualizzare la piena riconducibilità dell’associazione oggetto di indagine a quelle previste dall’art.416bis c.p., ma fornivano degli straordinari elementi di valutazione relativi alla genesi ed alle dinamiche con cui questa “mafia autoctona” si rapporta con altri consessi mafiosi ortodossi: si definisce così, una trasversalità criminale che ha ormai consolidato un contesto mafioso di eccezionale aggressività e pervasività su tutto il territorio laziale. In una riunione emersa nel corso delle indagini si acquisivano importanti e qualificati elementi probatori, tra cui:
- l’esistenza di un’associazione mafiosa articolata sul territorio di Aprilia, con elementi tipici quali il vincolo, la solidarietà, il controllo pedissequo del territorio;//
- la riconducibilità di Forniti, De Luca, nato a Nepi il 18.01.1957 ed Antolini, nato ad Albano Laziale il 18.2.1969, in posizioni apicali nel contesto associativo de quo;
- la diffusa disponibilità di armi ed il potere intimidatorio espresso;
- la capacità relazionale con i contesti strettamente Istituzionali (Amministrazione Comunale e FF.OO);
- l’integrazione criminale con altri contesti mafiosi riconducibili alle cosche di ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e clan di Camorra;
- i legami con la storia criminale capitolina (ndr. “Banda della Magliana”);
- il controllo assoluto delle principali attività economiche che rappresentano, al tempo stesso, il principale fulcro di complesse manovre di riciclaggio;
- la proiezione internazionale delle attività illecite e degli investimenti finanziari;
- la palese riconoscibilità sul territorio stesso.
Fin dalle prime battute, quindi, emerge lo spessore criminale degli interlocutori ed in particolare di De Luca “senti noi andiamo in palestra in cinque… certe volte lo dico pure a lui ma… ma noi dico, noi ci lamentiamo no allora vado in palestra io, che sono uno dei più tipi che ci sono nella zona no, adesso lascia perdere che lavoro che faccio però per loro… mi segui c’è uno dei castelli romani che era il quinto uomo dell’arancia meccanica che praticamente ha preso due totali dopo che si è preso venti anni due totali veri li ha prese non le ha presi nessuno due… è l’unico poi ci sta… Luigi si è fatto una ventina d’anni lo conosci bene e poi vabbè questo amico nostro lo hanno carcerato… non può venire più e come fanno a non venirti a vedere alle sei e mezza questi dove cazzo vanno?”.
L’associazione mafiosa esprime ai suoi interlocutori la capacità con la quale il contesto associativo si proietta sul territorio attraverso l’intimidazione, creando tuttavia un circuito relazionale ed a tratti clientelare che pone l’associazione stessa in condizione parallela rispetto ai canali di uno Stato democratico “Che stai insieme a questi amici miei, ma se tu non fai del male e la gente pure non… cioè tu vedi pure l’ultima persona che passa qua se non trova a me trova a lui… favori dalla mattina alla sera … non c’è nessuno che prega che tu muori … capito … non so se mi riesci a capire…”: E’ esattamente quello che cerca di esprimere DE LUCA quando afferma “Non c’è nessuno che preg che tu muori…non so se mi riesci a capire”. Le parole, inoltre, assumono ancor maggiore forza evocatrice laddove gli interlocutori esprimono un’appartenenza criminale qualificata. Nella prosecuzione della conversazione, il De Luca e l’Antolini esprimono con ancor maggior forza la saldezza del vincolo associativo che unisce loro e Forniti. Le parole del De Luca, infatti, sono estremamente cariche di significato e di valore probatorio perché esprimono, in maniera plastica, la forza di una complicità criminale che riesce a trovare motivo di compattezza anche in momenti di grave difficoltà come può essere la detenzione di FORNITI e le sue conseguenze “Allora il discorso che questo nostro amico, che io e lui non lo lasceremo mai purtroppo hanno arrestato a lui se arrestavano a lui era un altra cosa o se arrestavano a me, però il discorso è un altro, che loro dicono perchè questi sono così amici? Perchè qui si parla di reati grandissimi cioè cose è…”.
Menzione dedicata deve essere riservata al Comune di Aprilia, in quanto a seguito delle misure cautelari eseguite il 3 luglio 2024, il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, colpito da arresti domiciliari, rassegnava le dimissioni e veniva nominato un commissario prefettizio. È doveroso precisare che la DDA romana, a riprova “dell’inquinamento mafioso” all’interno del comune pontino, aveva richiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari anche per TERRA Antonio, cl.1963, e CAPORASO Luana, cl.1987, rispettivamente già sindaco (2013-22023) e assessore al comune di Aprilia, e MARTONE Umberto, membro della commissione giudicatrice per l’appalto del trasporto pubblico; valutazione non condivisa dal GIP il quale non emetteva nei loro confronti la misura cautelare. Nello specifico, nel corso delle indagini, è emerso come il Vicesindaco PRINCIPI avesse indotto l’allora Sindaco TERRA a rinunciare alla richiesta di far costituire il Comune parte civile, promossa dalle associazioni “Reti di Giustizia” e “La frusta politica“, davanti al Tribunale di Velletri nei confronti dei fratelli Sergio e Giampiero GANGEMI, nonché di Patrizio FORNITI, imputati per reati di estorsione ed usura, con l’evidente scopo di favorire il rafforzamento dell’associazione mafiosa capeggiata dal FORNITI, condotta motivata anche dall’accordo di voto di scambio che il PRINCIPI aveva stretto con l’associazione mafiosa, nell’ottica dell’elezione nel consiglio comunale e della conseguente nomina a vicesindaco. Il pactum sceleris prevedeva di ricevere voti avvalendosi dei “Forniti” in cambio della promessa di erogare utilità agli affiliati, affidando lavoria ditte compiacenti, accelerandone i pagamenti nonché assumere personale. Ciò posto il Prefetto di Latina, ricevuta delega dal Ministro dell’Interno, ha nominato, in data 14.08.2024, la Commissione di accesso finalizzata ad esperire approfonditi accertamenti sull’attività svolta dal Comune di Aprilia (Lt) al fine di verificare l’eventuale sussistenza di forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, affiancata da un gruppo di supporto di appartenenti alle Forze di polizia territoriali; Commissione che a marzo 2025 consegnava la relazione delle attività svolte proponendo lo scioglimento del Comune, fatta propria poi dal Prefetto di Latina che proponeva il provvedimento al Ministro dell’Interno e nella seduta pomeridiana del Consiglio dei Ministri del 18 aprile u.s. ne è stato decretato lo scioglimento.
Dal 13 maggio 2025 il Comune di Aprilia è affidato, per la durata di diciotto mesi e giusto Decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile 2025, alla Commissione straordinaria composta dalla dott.ssa Vincenza Filippi – Prefetto a riposo, dalla dott.ssa Enza Caporale – Viceprefetto e la dott.ssa Rita Guida – dirigente di II fascia area I.
