SORVEGLIANZA SPECIALE VIOLATA, CHIESTO L’ARRESTO DI “CHA CHA”: L’INCONTRO CON L’UOMO DELLE ARLECCHINO

Cha Cha Di Silvio
Costantino Cha Cha Di Silvio

Ha violato in più occasioni la sorveglianza speciale, la Procura di Latina chiede l’arresto in carcere per Costantino “Cha Cha” Di Silvio

È da tempo che il 58enne di Latina, noto a tutti nel capoluogo come “Cha Cha”, si aggira in Tribunale a Latina. Quasi ogni giorno il pregiudicato, ritenuto dalla DDA come leader del sodalizio Travali/Di Silvio, si presenta in Piazza Buozzi e, vista la sua popolarità, parla un po’ con tutti, da avvocati a imputati.

Ad ogni modo, non è per questo motivo che il pubblico ministero di Latina, Valentina Giammaria, ha chiesto il suo arresto. Secondo la Procura, infatti, “Cha Cha” avrebbe violato la misura della sorveglianza speciale in almeno due occasioni, intrattenendo rapporti con pregiudicati. In uno degli incontri, vicino al bar Valery di Latina (pieno centro), il 58enne sarebbe stato visto insieme al co-imputato nel processo Reset, Giovanni Ciaravino (attualmente sotto processo per i chioschi sul lungomare insieme ad Alessandro Zof e la sua famiglia), un altro Di Silvio e, soprattutto, il 35enne Aurelio Silvestrini. Quest’ultimo è un nome che non può passare inosservato. L’incontro sarebbe avvenuto ad agosto scorso.

Silvestrini, come noto, oltreché ad essere stato arrestato per tentata estorsione in concorso con Mattia Spinelli, è indagato insieme ai due gemelli “ras” delle case Arlecchino per aver piazzato una delle bombe di settembre che hanno scosso la città. L’ordigno oggetto di indagine è quello che ha distrutto un muretto nella casa dove vive uno dei vecchi personaggi della malavita di Latina, Maurizio Santucci.

Costantino Di Silvio, però, non è indagato per le bombe. Il suo arresto, come detto, è stato chiesto per aver violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale subita a giugno scorso. Il 58enne, inoltre, ha guidato la sua Lancia Y pur avendo la patente sospesa. A pesare, chiaramente, sono gli incontri con i pregiudicati, vietati dalla misura applicatagli dalla Questura di Latina.

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Oggi, 18 novembre, “Cha Cha” è stato interrogato in via preventiva, così come prevede la riforma Nordio, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Paolo Romano. Il 58enne, assistito dagli avvocati Massimo Frisetti e Gaetano Marino, ha risposto alle domande del magistrato, ammettendo un incontro contestato. Il Gip si è riservato sulla decisione e potrà sciogliere la misura a breve.

A giugno, era stato il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione ad applicare la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno a Latina per due anni, nei confronti del 58enne di Latina pluripregiudicato di Latina Il provvedimento, su proposta della Questura di Latina, prevede che “Cha Cha” non possa uscire da casa, ogni giorno, dalle 21,30 della sera fino alle 6,30 del mattino.

A marzo scorso, Di Silvio fu attinto da un altro provvedimento del Questore di Latina, Fausto Vinci: il Daspo sportivo fuori contesto. Una misura, introdotta nel 2019 e legittimata da una sentenza della Cassazione nel 2021, che impedisce l’accesso agli impianti sportivi ai soggetti responsabili nell’ultimo quinquennio di alcune tipologie di reati, anche se realizzati fuori da un impianto o da un contesto sportivo.

Cha Cha, a gennaio scorso, ha rimediato una condanna per estorsione ai danni di un avvocato di Latina a 8 anni e 4 mesi nel maxi processo Reset. La condanna è stata una delle poche emesse dal Tribunale di Latina nell’ambito del processo che ha visto crollare le accuse formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. È venuta meno, infatti, con una sentenza sicuramente inaspettata e decisamente discussa, l’accusa di associazione mafiosa a carico di “Cha Cha”, dei nipoti Angelo e Salvatore Travali e di tutti gli altri componenti del sodalizio come Alessandro Zof e il narcotrafficante Gianluca Ciprian, entrambi scarcerati (Zof è ai domiciliari per l’inchiesta sui chioschi), così come il suddetto Salvatore Travali.

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Il 58enne Di Silvio è un nome notissimo non solo negli ambienti della malavita pontina; nel passato, sono emersi contatti anche con personaggi del calibro di Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino e Ettore Mendico, due nomi di peso negli ambienti della malavita organizzata nel sud pontino. La presenza di “Cha Cha” è stata evidente a ogni livello, nel mondo di sotto e nel mondo di sopra del capoluogo di provincia: dalla curva del Latina Calcio fino alla frequentazione dell’allora Presidente ed ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta (grande amico di “Cha Cha”), il personaggio sfrecciava con il suo motociclo per la città incontrando il saluto e il rispetto di molti.

Al momento, Di Silvio deve affrontare due processi, le cui accuse sono sostenute dalla DDA di Roma. Si tratta del processo che si concentra su lettere e messaggi di minaccia che “Cha Cha” voleva recapitare a due cittadini di Latina. Lettere che Di Silvio avrebbe scritto tra il 2020 e il 2021 per indirizzarle a un noto titolare di un esercizio commerciale di Latina che si occupa di vestiti, vittima delle estorsioni del clan Travali/Di Silvio (gli episodi sono rientrati nel processo Don’T Touch). L’altra destinataria dei messaggi minacciosi di Di Silvio è Claudia Costanzo, l’ex moglie di Gianluca Tuma, peraltro citata nelle carte dell’inchiesta Don’t Touch come intestataria di società del predetto Tuma. Società e beni che vennero colpite da provvedimento di sequestro e poi di confisca.

Inoltre, Cha Cha dovrà essere giudicato da un giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma il prossimo 9 luglio per una estorsione con l’aggravante del metodo mafioso che gli è contestata, insieme a Francesco Viola, ai danni del titolare di un bar e di una pizzeria di Latina. I due, nell’episodio racchiuso nell’indagine “Purosangue”, avrebbero provato a farsi corrispondere la cifra di circa 25mila euro. Secondo la Squadra Mobile di Latina e la DDA romana, la corresponsione del denaro saltò solo per l’intervento di un altro pregiudicato di peso, Luigi Ciarelli.

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