ANCI Lazio, Mulè (Fratelli d’Italia): “Un nuovo paradigma per le politiche di genere – dall’inclusione all’economia della differenza”
“È il momento di consolidare un vero cambio di paradigma: superare l’ottica dell’inclusione e adottare un approccio economico alle politiche di genere”. Con questo orientamento Simona Mulè, Coordinatrice della Consulta Donne Amministratrici di ANCI Lazio, è intervenuta all’Assemblea nazionale ANCI di Bologna, richiamando l’attenzione sulla necessità di una visione più strategica del ruolo delle donne nei processi di sviluppo territoriale e nazionale.
Mulè ha evidenziato quanto sia urgente abbandonare la narrazione che considera le donne come categoria da proteggere, riconoscendole invece come attivatrici di crescita economica e innovazione sociale. “Non parliamo più di conciliazione, ma di armonizzazione dei tempi di vita. Non di uguaglianza formale, ma di equità sostanziale capace di valorizzare le differenze come risorsa”, ha affermato.
Secondo la Coordinatrice, una piena integrazione delle donne nell’economia reale non rappresenta solo una misura di giustizia sociale, ma una scelta strategica per lo sviluppo sostenibile. “Escludere le donne significa ridurre il potenziale di crescita del Paese”, ha ribadito, sottolineando come la maternità debba essere riconosciuta come valore strategico nella risposta ai fenomeni di denatalità e invecchiamento demografico che incidono sulla capacità innovativa del sistema Italia.
Un’analoga riflessione è giunta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, intervenuta all’Assemblea ANCI. “Occorre attrarre i giovani nel lavoro attraverso più welfare e maggior flessibilità”, ha dichiarato, indicando l’occupazione giovanile e femminile come priorità per ridurre i divari generazionali e di genere.
“I dati sull’occupazione sono incoraggianti – ha spiegato Calderone – ma dobbiamo concentrarci sui settori in difficoltà, migliorare la qualità del lavoro e creare nuove opportunità tramite agevolazioni contributive, incentivi alle assunzioni e strumenti digitali per l’incontro tra domanda e offerta”.
Il Ministro ha richiamato inoltre il cambiamento culturale delle nuove generazioni, sempre più orientate verso qualità della vita, inclusione e flessibilità. Per questo, ha sottolineato l’esigenza di un welfare aziendale evoluto e della formazione continua come leva per rendere il mercato del lavoro più dinamico e resiliente.
L’appello di ANCI Lazio è netto: serve una visione politica che consideri le politiche di genere come investimento e non come costo, sostenendo la piena partecipazione femminile come fattore determinante per lo sviluppo dei territori e la competitività del Paese.
“Le donne non chiedono spazio: lo creano. Ma perché questo valore diventi sistema, occorre una governance che creda nell’economia della differenza come motore del futuro”, ha concluso Mulè, in sintonia con la visione espressa dal Ministro Calderone.
