Scuola Pacinotti a Santi Cosma e Damiano di nuovo nella bufera: dopo il tragico episodio di Paolo Mendico, suicidatosi perché bullizzato, un altro padre denuncia la storia del figlio costretto a lasciare la sua classe perché preso di mira
Lo sfogo del padre del bambino avviene su Facebook, commentando una dichiarazione della esponente di Gilda Latina in difesa del corpo docente dell’Istituto Pacinotti. La sede di Santi Cosma e Damiano, come noto, è stata investita dal terribile episodio di Paolo Mendico, il quattordicenne che si è suicidato con un corda all’interno della sua camera da letto poco prima del primo giorno di scuola. Il giovane è stato vittima di bullismo e i genitori chiedono giustizia, spiegando da mesi di aver denunciato senza ricevere risposta dalla dirigenza scolastica.
Sul caso, ci sono gli accertamenti del Ministero dell’Istruzione, della Procura della Repubblica di Cassino e della Procura dei minorenni di Roma che indaga per istigazione al suicidio.
Nella giornata di ieri, però, un padre di un ragazzo, che vive a Castelforte, ha denunciato su Facebook una situazione di bullismo che ha visto vittima suo figlio all’interno dell’istituto “Pacinotti” sede di Santi Cosma e Damiano.
“Certe volte, fareste bene a tacere – scrive il padre del ragazzo -. Parlo per esperienza personale, appena qualche settimana fa, mio figlio studente dell’istituto “Pacinotti” sede di Santi Cosma e Damiano, è stato vittima di bullismo essendo preso di mira da alcuni compagni di classe. Nella fattispecie, mio figlio è stato minacciato verbalmente da parte di un suo compagno di classe, il quale gli aveva scritto in una chat di classe “domani te la vedrai con me” infatti il giorno dopo, costui si è presentato in classe portando con sé dei cacciavite ed un coltellino svizzero. Mio figlio resosi conto della gravità posta in essere, nell’immediato ebbe modo di avvisare me e mia moglie in merito all’accaduto. Bene abbiamo provveduto immediatamente ad avvisare la dirigenza dell’istituto, denunciando il grave episodio. Alla fine, non è stata intrapresa alcuna iniziativa di carattere disciplinare nei riguardi dei responsabili, ci è stato detto che avrebbero provveduto ad avvisare i genitori di questi alunni.
Nel contempo, siamo stati sottoposti ad una sorta di interrogatorio di III grado da parte dei docenti, in particolare mio figlio, incalzato con domande a raffica da parte della coordinatrice, la quale chiedeva in maniera pressante, cosa mio figlio avesse fatto durante le fasi successive al rinvenimento dei cacciavite e coltellino. Alla fine, ci è stato consigliato di fare intraprendere a nostro figlio, un percorso psicologico in quanto a loro dire, il ragazzo mostrava ansia intensa. Morale della favola, da vittima, è passato a carnefice, mentre chi si è comportato male, tutt’ora non solo non è stato sospeso, ma frequenta regolarmente la scuola, mentre io e mia moglie per tutelare l’incolumità di nostro figlio, siamo stati costretti a fargli lasciare la scuola.
Tutto questo con delle gravi ripercussioni, sia rispetto all’impedimento di poter continuare a frequentare la scuola, ma soprattutto per quanto riguarda il danno economico relativo all’acquisto dei libri ( costati circa 400 euro) per quanto mi riguarda, questa scuola andrebbe chiusa per totale incapacità gestionale”.
