CORRUZIONE, RIESAME CONFERMA L’ARRESTO: TIERO RIMANE AI DOMICILIARI

Il Riesame di Roma respinge il ricorso presentato dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero, arrestato per corruzione

Il Tribunale del Riesame di Roma ha confermato gli arresti domiciliari per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero. La decisione è pervenuta oggi, 10 novembre. Il Tribunale capitolino avrebbe accolto solo un motivo del ricorso. I motivi del rigetto del ricorso saranno resi disponibili entro 45 giorni.

I giudici del Riesame di Roma si sono, quindi, espressi sul ricorso presentato da Enrico Tiero, tramite i suoi legali, per l’annullamento dell’ordinanza di arresti domiciliari emessa nei suoi confronti per il reato di corruzione. Un silenzio serbato sino a ieri che non lasciava molte speranza all’esponente di Fratelli d’Italia. Tutto lasciava pensare, infatti, che il Riesame confermasse l’ordinanza di arresto e lasciasse ai domiciliari il politico, da tutto conosciuto come “Frato’”, presente nella camera del Riesame giovedì scorso, insieme ai famigliari. È durata, infatti, quattro ore piene la discussione del ricorso, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Roma, presentato dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Angelo Fiore.

Da oltre 20 giorni, “Frato’” si trova ristretto agli arresti domiciliari. Il consigliere regionale aveva optato per ricorrere al Tribunale del Riesame di Roma così da richiedere l’annullamento dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, previo interrogatorio preventivo come la riforma Nordio impone. Il ricorso chiedeva in subordine la sostituzione della misura cautelare che, da sabato 18 ottobre, impedisce al politico di lungo corso di avere contatti col mondo esterno, con l’eccezione di famigliari stretti e legali.

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Un ricorso al Riesame che, stante le accuse, soprattutto in riferimento alla mazzetta e alla pervicacia dell’ex DC di rimanere ancorato allo scranno della Pisana, era tutto in salita. Se, infatti, Tiero si fosse dimesso da consigliere regionale, probabilmente avrebbe evitato l’arresto, in quanto sarebbe venuta mena la possibilità di reiterare il reato, così come ha valutato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.

Ad ogni modo, nella discussione al Riesame, l’avvocato Cardillo Cupo era entrato nel merito delle accuse, chiedendo la liberazione del suo assistito nonché collega di partito. L’avvocato Fiore, invece, aveva sollevato una eccezione rispetto alla presunta mancata autorizzazione del trojan installato dagli investigatori di Carabinieri e Finanza all’interno del cellulare di Frato’. La mancata autorizzazione avrebbe fatto cadere, a cascata, diverse intercettazioni captate dagli investigatori e inserite del fascicolo d’indagine.

Al che, il pubblico ministero titolare dell’indagine, Martina Taglione, presente al Riesame insieme al collega Giuseppe Aiello, aveva spiegato che, in realtà, l’autorizzazione esiste e verrà prodotta. I giudici del Riesame si erano riservati e l’ultima data utile per esprimersi era oggi, lunedì 10 novembre.

In ragione della conferma dei domiciliari, per Tiero scatteranno gli effetti della Legge Severino con la sospensione dalla sua carica di consigliere regionale.

L’ARRESTO – Sono stati il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, guidato dal tenente colonnello Antonio De Lise, e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina – Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria, guidato dal tenente colonnello Nicola Davide Lorenzo, a dare esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di Enrico Tiero.

Il provvedimento cautelare scaturisce da un’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina e co-delegata ai Finanzieri del Nucleo PEF e ai Carabinieri del Nucleo Investigativo, che ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine a presunte condotte corruttive.

In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, Tiero, avvalendosi delle proprie funzioni, avrebbe agevolato le attività e gli interessi di alcuni imprenditori operanti in vari settori (commercio alimentari, sanitario, raccolta rifiuti) nell’ambito della gestione di pratiche e iter amministrativi e procedurali, a fronte di utilità, quali assunzioni lavorative e, in un caso, una somma di denaro e la sottoscrizione di schede di tesseramento a un partito politico.

Sono in tutto sette gli indagati nell’inchiesta eseguita dal Nucleo Pef della Guarda di Finanza e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina, coordinata dai pubblici ministeri Martina Taglione e Antonio Sgarrella. Una inchiesta imponente composta da centinaia e centinaia di intercettazioni e una informativa degli investigatori. Tra gli indagati, infatti, c’è anche il direttore amministrativo dell’Icot del Gruppo Giomi, Roberto Ciceroni. Si tratta della struttura ospedaliera di Latina in cui lavora la figlia di Enrico Tiero.

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Secondo gli inquirenti, per fatti avvenuti nel 2023, Tiero avrebbe favorito, per l’appunto, una struttura sanitaria privata, l’Icot di Latina del gruppo Giomi, in cui lavora la figlia e fatto assumere conoscenti in un supermercato in cambio di favori. All’Icot, questa agevolazione avrebbe garantito ulteriori posti letto in convenzione. Un altro degli indagati è Maurizio Marasca, imprenditore e gestore del Conad a Latina dove vi sarebbe stata l’assunzione di una ragazza indicata da Tiero. Ad essere indagati, inoltre, ci sono gli imprenditori Leonardo Valle e Francesco Traversa del Gruppo Cosmari che si occupa di trattamento dei rifiuti, oltreché a Leonardo Morabito. Infine, ad essere indagato, anche l’assessore ai Rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera. Per quanto riguarda l’imprenditore Marasca, il Gip ha escluso il capo d’imputazione riguardante lui e Tiero, rigettando la misura cautelare solo per questa accusa.

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Le indagini di Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e Guardia di Finanza hanno fatto sì che a Tiero siano contestati dalla Procura pontina cinque capi d’imputazione, tanto da chiedere per lui la misura cautelare personale. L’inchiesta peraltro è partita da un approfondimento per un presunto caporalato che si sarebbe consumato nella catena Conad di Marasca. Intercettando l’imprenditore, sono venute fuori le conversazioni con il politico.

Tiero, secondo gli inquirenti, avrebbe asservito la sua funzione di consigliere regionale per ottenere utilità a suo vantaggio come, ad esempio, l’assunzione a tempo indeterminato della figlia all’Icot. In cambio, non solo posti letti in più presso due reparti, ma anche budget finanziari per gli esami diagnostici di pazienti oncologici.

Per quanto riguarda il gruppo Cosmari, che opera nel campo dei rifiuti, Tiero avrebbe agevolato un incontro tra Traversa e l’assessore regionale Ghera. Secondo le indagini, una delle società del gruppo – la Refecta – avrebbe ottenuto in affidamento, durante un periodo di emergenza dovuto alla chiusura dell’impianto Rida di Aprilia, il servizio di trattamento rifiuti. Il consigliere regionale avrebbe avuto in cambio l’assunzione di un suo segnalato e 40 tessere sottoscritte in Fratelli d’Italia.

E ancora: aiuti per far aprire una clinica dentistica con l’assunzione di una ragazza da lui segnalata; aiuti a una società – la Innova spa – che opera nel gruppo della ristorazione in campo sanitario, avendo in cambio l’assunzione di due giovani e 6mila euro tramite una terza persona.

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Lo scorso giovedì 16 ottobre, Enrico Tiero ha svolto l’interrogatorio preventivo. Il politico, così come dichiarato dai suoi legali, ha risposto alle domande e offerto la sua versione dei fatti. Tiero si era detto tranquillo al termine dell’interrogatorio. A poco più di 24 ore di distanza, il Gip ha emesso, però, l’ordinanza di arresti domiciliari che vieta all’esponente politico, conosciuto da tutto come “Fratone”, di comunicare con chiunque tramite mezzo telefonico e telematico.

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