Una commissione d’inchiesta per Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mario Paciolla: presentata in Senato la proposta
Si è svolta la presentazione della proposta di legge, sostenuta da tutte le opposizioni e con primo firmatario il senatore di Azione, Marco Lombardo, per istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per fare luce sulla morte dei tre italiani Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mario Paciolla.
A fare rumore l’assenza dei parlamentari di centrodestra. “Io ho raccolto la disponibilità personale di parlamentari della maggioranza. Non faccio nomi, ma queste sensibilità ci sono. Evidentemente c’è qualcosa che li blocca. Noi dobbiamo rimuovere questo ostacolo di natura politica”, ha spiegato Lombardo.
Sono stati i familiari delle vittime a denunciare le assenze: “Spiace che in quest’Aula non siano presenti rappresentanti della maggioranza. Ma spero che questa giornata smuova le coscienze. Mi rivolgo soprattutto ai parlamentari che dovranno esprimersi: chi si asterrà da questo impegno civile sarà come dichiararsi complice indiretto di questo atroce crimine”, ha spiegato Salvatore Attanasio, padre di Luca.
Parole simili quelle di Dario Iacovacci, fratello del carabiniere originario di Sonnino, Vittorio Iacovacci: “Constatiamo come a livello parlamentare tutto si stia riducendo a una questione politica. Come se la verità sulle morti di Stato possa essere oggetto di convenienza o tatticismi. Oggi una parte dello Stato non si è vista. L’ambasciatore era un dipendente del ministero degli Esteri, mio fratello di quello della Difesa. Non avere oggi qui nessuno ci lascia perplessi e ci fa pensare”.
Sia nel caso di Attanasio e Iacovacci, come in quello Paciolla, le inchieste giudiziarie sono arrivate a conclusioni non siddisfacenti. Nel processo contro il Pam, l’agenzia Onu del Programma Alimentare mondiale, per gli omicidi di Attanasio e Iacovacci, lo Stato italiano e il governo non si sono mai costituiti parte civil.
Per i due dirigenti del Pam sospettati aver avuto un ruolo nella morte di Attanasio e Iacovacci, il procedimento si è chiuso con un non luogo a procedere. Rocco Leone e Mansour Rwagaza hanno invocato l’immunità diplomatica e l’indagine della procura militare di Kinshasa ha portato solo alla condanna all’ergastolo di sei presunti esecutori dell’agguato al temine di un processo che mai ha fatto reale chiarezza.
