Gambizzato a Fondi nel mese di maggio: sono quattro gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato. Si tratta di un gruppo criminale di pluripregiudicati
Processato per direttissima in ragione della resistenza a pubblico ufficiale che gli viene contestata, il 34enne originario di Caserta, ma residente a Fondi, Giuseppe Ambrosio, difeso dall’avvocato Giulio Mastrobattista, è stato condannato nella giornata odierna. È stato il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Eugenia Sinigallia, a emettere la condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione a carico del campano Ambrosio, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, nel proseguo della direttissima dopo il suo arresto avvenuto a luglio.
Oggi, 27 ottobre, nel corso dell’udienza del rito direttissimo, sono stati ascoltati due agenti di Polizia che avevano eseguiti l’arresto in flagranza di reato di Ambrosio il quale, a sua vita, ha reso ,’esame. Dopodiché, il pubblico ministero ha chiesto la condanna del 34enne alla pena di 4 anni e 6 mesi. Al termine della camera di consiglio, Ambrosio è stato condannato solo per la resistenza a pubblico ufficiale, mancando la querela per il reato di lesioni ai danni dei poliziotti.
Lo scorso 12 luglio, dopo l’arresto, il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Beatrice Bernabei, aveva rinviato il processo a oggi, concedendo i termi a difesa all’avvocato.
Il caso afferisce alla importante operazione della Polizia di Stato di Latina che, a conclusione di una rapida attività investigativa, diretta e coordinata dalla procuratrice aggiunta di Latina, Luigia Spinelli, e dal sostituto procuratore, Valerio De Luca, aveva eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, nei confronti di altrettanti soggetti, indiziati di essere gli autori di una sparatoria avvenuta a Fondi nella notte tra il 14 e il 15 maggio scorsi.
Si tratta di tre uomini e una donna, tutti pregiudicati: oltreché al 34enne Giuseppe Ambrosio, anche il 38enne originario di Napoli, Raffaele Ferraro, il 44enne originario di Roma, Eugenio Cuccaro e una donna, Sara Cianfanelli, 33enne originaria di Frascati, tutti domiciliati a Fondi. Ad essere ferito fu Simone Luigi Di Gregorio, classe 1985, raggiunto da colpi d’arma da fuoco alle gambe. L’uomo era stato condotto presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per le cure del caso.
Il ferimento di Di Gregorio raggiunto dal commando seguì quello di Eugenio Cuccaro avvenuto ad aprile. Quest’ultimo, che a maggio invece faceva parte del gruppo di fuoco, aveva riferito di essere stato rapinato poco prima da una persona sconosciuta che si era impossessata dello scooter e degli effetti personali. L’uomo, però, non era riuscito a ricordare l’esatta dinamica e il luogo del ferimento. Inoltre, nessun chiarimento fornito neanche sulla persona che con la propria auto lo aveva trasportato in ospedale. L’uomo fu trasportato al Dono Svizzero di Formia da un conoscente.

Ferito a una gamba, Cuccaro fu trattenuto in ospedale per le cure del caso e per consentire ulteriori accertamenti. Chi lo aveva accompagnato in ospedale avrebbe fatto finta di non conoscerlo, tanto di aver riferito al personale sanitario di averlo incontrato per strada, sanguinante per via di un proiettile partito dal fucile di un cacciatore. Una pista a cui nessuno credeva, anzi quella più credibile rimandava al regolamento di conti per la droga.
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Per quanto riguarda i quattro arresti, gli elementi emersi dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Latina e dal Commissariato di Polizia di Fondi, avevano consentito agli inquirenti di ipotizzare la responsabilità dei soggetti per tentato omicidio premeditato in concorso, con riferimento all’agguato avvenuto nei pressi di un locale nella zona del palazzetto dello sport di Fondi, quando erano stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco ad altezza d’uomo diretti contro il 40enne, noto pregiudicato locale.
La vittima, colpita solo alla gamba, aveva riportato gravi lesioni ma era riuscita a scappare nascondendosi nei paraggi, scampando così ai suoi aggressori che avevano continuato a cercarlo. Lo scorso 3 luglio, gli investigatori della Squadra Mobile avevano rintracciato tre dei quattro indagati, associati in carcere in esecuzione delle misure emesse, mentre uno dei presunti responsabili, Giuseppe Ambrosio, destinatario anch’esso della misura cautelare, era rimasto latitante.
Da quel momento erano iniziate le ricerche dell’uomo da parte degli investigatori della Mobile e del Commissariato di Fondi, che si erano concluse la mattina del 12 luglio scorso con la cattura del latitante, avvenuta a mezzogiorno, a seguito di un rocambolesco tentativo di fuga. Ambrosio aveva provato con tutti i mezzi di scappare dalla Polizia, arrivando anche ad abbandonare la moglie incinta per strada. Un vera furia.

Inseguito dagli agenti mentre si trovava in auto accompagnato dalla moglie, l’uomo, per sottrarsi alla cattura, aveva dapprima speronato la macchina condotta dai poliziotti facendola finire in un fossato e poi abbandonato la donna fuori dall’abitacolo, continuando la sua corsa da solo e immettendosi nella Flacca così da mettere in pericolo la viabilità. Un miracolo se non era successo niente di più grave.
Il suo tentativo era proseguito ancora, con l’auto danneggiata e senza una ruota, tanto da finire per impattare contro un muro; a quel punto l’uomo aveva tentato un’ultima fuga a piedi per sfuggire agli agenti ma era stato fermato poco dopo grazie alla tempestiva attività degli operatori. Alla fine Ambrosio era stato fermato nel centro cittadino di Fondi, davanti agli occhi di cittadini increduli. Uno scenario da film americano, spiegavano dalla Questura di Latina.
L’ultima cattura si aggiungeva alle precedenti esecuzioni; tutti i soggetti rimangono inoltre gravemente indiziati anche di porto illegale di arma da fuoco, e due di questi del furto aggravato dell’autovettura utilizzata per l’agguato (rubata tra il 12 ed il 14 maggio 2025 a Fondi).
Oltre alle accuse di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco, alcuni degli arrestati sono anche accusati di essere coinvolti in un episodio di minacce e intimidazioni risalente al 27 maggio scorso. In quell’occasione, l’uomo di 34 anni e la donna di 33 avrebbero avvicinato, in centro, a Fondi, due persone, minacciandole con un’arma e sparando un colpo di pistola per intimidirle. Nonostante le vittime non avessero sporto denuncia, l’episodio è stato scoperto dagli agenti dopo che le vittime si sono recate al pronto soccorso, facendo scattare le indagini.
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È probabile che il ferimento di Di Gregorio sia connesso alla prima gambizzazione avvenuta ai danni di Cuccaro il quale è passato da vittima a carnefice. I poliziotti sono convinti: il gruppo di Ambrosio voleva uccidere Di Gregorio, avendo sparato contro di lui una decina di colpi, per poi inseguirlo. Di Gregorio si è salvato miracolosamente, nascondendosi tra le case del circondario e, successivamente, accompagnato da un parente in ospedale. L’ipotesi è che sia stato vittima di una ritorsione dopo la gambizzazione di Cuccaro. Il gruppo di fuoco ha raggiunto Di Gregorio con due auto e a sparare, secondo gli investigatori, sarebbe stato proprio Ambrosio. Nel corso dell’inseguimento per arrestata Ambrosio resosi latitante, quattro poliziotti sono rimasti feriti.
Gli arrestati hanno tutti precedenti nel mondo dello spaccio e delle estorsioni. Coinvolto nell’ottobre 2016 nell’inchiesta dell’Antimafia di Roma denominata “Enigma”, relativa a un traffico di droga tra Fondi, Terracina, Itri e Formia, Ambrosio era tornato in libertà, ma a marzo 2018, sempre per spaccio, era stato di nuovo arrestato dai carabinieri. Lo stesso Ferraro era stato coinvolto in passato in indagini anti-droga.
Personaggi temuti a Fondi e sui quali ci sono accertamenti in merito a eventuali legami col gruppo dei Del Vecchio. Almeno una connessione esiste: Di Gregorio è legato a Gianluca Del Vecchio per via di una “parentela” acquisita. Gianluca Del Vecchio, come noto, è il fratello gemello del boss latitante Massimiliano Del Vecchio, entrambi coinvolti nella maxi operazione antimafia “Risiko”.
