Inchiesta Tiero, uno dei passaggi più compromettenti dell’indagine per corruzione sul consigliere regionale arrestato è la presenza di una talpa
Ricorre, oltreché alla possibile reiterazione del reato, il pericolo di inquinamento probatorio. Ecco perché, come noto, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero, è stato arrestato. Una misura cautelare eseguita sabato scorso avverso la quale non risulta ancora presentato un ricorso al Riesame di Roma per chiedere l’annullamento.
Inquinare le prove, d’altra parte, è alla base di questa inchiesta, in quanto è stata sabotata da una talpa che ha rivelato a Tiero di essere seguito, all’interno del suo ufficio privato in Via Sezze, a Latina, da una webcam piazzata dagli investigatori. Senza contare che ci sarebbe stato un giornalista originario della provincia di Latina che, in qualche modo, aveva rivelato a Tiero di essere indagato. Una circostanza che fa sì che i pubblici ministeri e gli investigatori usino ancora di più cautela e accortezza.
Ma la vera talpa, ovviamente, non è il giornalista. Siamo al 30 gennaio 2024, nel pieno dell’attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo e dei Finanzieri del Nucleo Pef. Siamo all’interno dello studio di Enrico Tiero. Qui, ”Fratone” ha il suo “pied-à-terre” pontino nel capoluogo dove è solito ricevere politici, imprenditori ed elettori. Nelle centinaia e centinaia di intercettazioni si ha la rappresentazione plastica di un personaggi che ha molteplici rapporti e che mette il becco un po’ su tutto, cercando di favorire questo o quell’imprenditore. È il caso anche di una nota azienda di rifiuti apriliana, la cui circostanza non rientra tra le contestazioni della Procura, di cui Tiero parla all’allora sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, in seguito arrestato a luglio 2024 per concorso esterno in associazione mafiosa.
Tornando a quel 30 gennaio 2024, ad un certo punto, arriva a Tiero un messaggio Whatsapp che lo avverte: il politico inizia a cercare qualcosa nella stanza del suo ufficio. Un ricerca quasi disperata tanto che prima ribalta un telefono fisso sulla scrivania, poi controlla il quadro elettrico. La faccia di Tiero è visibile perché è ripreso dalla telecamera piazzata dagli investigatori nel suo studio.
Dopodiché, una volta scoperta la telecamera, il politico inizia a strappare fogli e “post-it”, ossia distrugge alcuni documenti. Come annota il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, “il dato significativo e allarmante è costituito dalla sequenza temporale che evidenzia come la ricerca e la scoperta della telecamere avvenga a partire dalle ore 12.05 registrandosi l’allontanamento di Tiero e il suo ritorno allo studio soltanto alle 16.04, orario in cui Tiero fa ingresso nella sua stanza dando inizio alla distruzione di alcuni documenti”.
Chi ha avvertito Tiero riguardo alla telecamera installata dagli investigatori nel suo studio? Senza dubbio, una talpa che ha inquinato l’indagine. È altrettanto certo che Tiero distrugge quei fogli perché li considera pericolosi: sono compromettenti? Come noto, è proprio in uno di quei post-it (passerà anche dalle mani del direttore generale del Comune di Latina, Agostino Marcheselli, non indagato) che c’era scritto il nome della moglie del consigliere comunale di Pontinia, Matteo Lovato, per un concorso in provincia dove la donna è stata assunta proprio grazie alla medesima selezione.
Ma cosa fa dalle 12.05 alle 16.04 del 30 gennaio 2024 Enrico Tiero? Perché va via dal suo ufficio e torna distruggendo i documenti? Pr il Gip non ci sono dubbi: lo “scarto temporale consente di ipotizzare come abbia avuto modo di accertare presso terze persone o comunque in altro modo la insidiosità dell’apparato che lo determina poi a strappare i documenti“.
Enrico, “deus ex machina della sanità della nostra provincia“, come lo definisce in un colloquio intercettato, il Responsabile Chirurgia Senologica e Direttore Clinico Breast Unit AUSL Latina, Fabio Ricci, è d’altra parte capace di avere rapporti anche con personaggi intranei alla Procura di Latina.
Proprio mentre si trova nel famigerato ufficio di Via Sezze, monitorato dagli investigatori, accade qualcosa di rilevante. “Fratone” è nel nel bel mezzo dell’ennesimo incontro, stavolta con un esponente locale di Fratelli d’Italia a Sezze ed ex rappresentate di una importante azienda pubblica lepina. L’uomo si è recato nell’ufficio di Tiero insieme al nipote. Dopodiché lo stesso Tiero chiama un dipendente della Procura per farsi fare delle fotocopie dei carichi pendenti del nipote dell’esponente locale di Fratelli d’Italia. Passano pochi minuti e i due – esponente locale di FDI di Sezze e nipote – si recano in Procura dall’uomo chiamato da Tiero così da farsi dare le fotocopie dei carichi pendenti richiesti.
Documenti richiesti da un pezzo grosso di Unindustria per agevolare l’assunzione del nipote dell’esponente locale setino il quale avrebbe portato alla causa di “Fratone” 1000 voti. Una raccomandazione in piena regola (come ce ne sono diverse nel sistema Tiero) con la presenza di un dipendente della Procura di Latina che viene chiamato dal un politico in azione per accontentare un suo grande elettore. Capire dove si nasconda la talpa, sarà stato (se già accertato) o sarà dirimente per comprendere dove poteva arrivare il cosiddetto metodo Tiero. Un metodo che, però, appare collaudato non certo da “Fratone”, ma da un certo sistema politico-affaristico in provincia di Latina che di certo non ha solo nel consigliere regionale arrestato l’unico esponente.