Aereo militare precipitato al Parco del Circeo: la tragedia di Simone Mettini e Lorenzo Nucheli che ha scosso l’Arma Azzurra
Avrebbe compiuto 19 anni il 17 ottobre, Lorenzo Nucheli, l’allievo con un futuro da pilota che è deceduto insieme al comandante del 70esimo stormo del Comani di Latina, Simone Mettini. Nucheli, figlio del luogotenente ed ex sindaco di Serrone (Frosinone), era all’undicesima missione e gli mancava poco per ottenere il brevetto con cui avrebbe potuto volare da solo.
Quando il biposto Siai-Marchetti T-260B del 70° Stormo di Latina è caduto verticalmente nel bosco di Cerasella (al chilometro 88 della strada statale Pontina, vicino alla Migliara 49), all’interno del Parco Nazionale del Circeo, non si sa chi stava guidando se il colonnello Simone Mettini (48 anni) o l’allievo ufficiale Lorenzo Nucheli (19 anni).
È un aspetto che, non avendo a disposizione una scatola nera, non si saprà probabilmente mai. L’aereo era decollato alle ore 8,30 dal Comani e subito dopo (l’allarme è scattato alle ore 9 senza che dall’aereo sia arrivata mai nessuna comunicazione alla torre di controllo), come racconta un donna testimone, è caduto a picco dentro il bosco, prendendo fuoco e non lasciando scampo ai due piloti: l’esperto e l’allievo. Il volo doveva essere di routine: virate, stalli eccetera. Eppure qualcosa è andato storto e, forse, le indagini di Procura e Carabinieri di Latina, oltreché alla commissione tecnica dell’Aeronautica militare con la Procura speciale, sapranno spiegare cosa è successo in quei maledetti attimi. Ci sarà bisogno di accurati esami tecnici e perizie. Oggi, intanto il pubblico ministero Marco Giancristodaro ha nominato il medico legale per l’esame autoptico dei corpi.
È stato il sistema elettronico presente nell’aereo – l’emergency locator transmitter – a segnalare a Pratica di Mare che l’aereo era caduto, senza contare la donna che ha visto tutto e ha relazionato quei momenti ai Carabinieri di Sabaudia che l’hanno interrogata.
Al Comani la tragedia è stata vissuta come è naturale che sia come uno choc sia tra allievi che istruttori. I piloti avranno il supporto degli psicologi, il cui lavoro sarà prezioso. Al ragazzo Nucheli mancavano appena tre ore di addestramento sul Marchetti per avere la possibilità di volare da solo, ottenere il brevetto pilota di aeroplano e trasformarsi, come si dice nel gergo dell’Arma Azzurra, da pinguino a aquila. Dopodiché sarebbe andato a Galatina dove c’è il 61esimo stormo e inizia la seconda fase di specializzazione. Nucheli era nato a Serrone ed era un volontario della Protezione Civile.
Il colonnello Mettini, invece, a comando del 70esimo Stormo dal luglio 2024, era un pilota esperto, con missioni in Libano e Iraq e oltre 4mila ore di volo in faretra oltreché a medaglie al merito ottenute grazie alle missioni portate a termine.
La loro fine, quella dell’allievo e del maestro, è ancora avvolta nel mistero. Forse un guasto o un malore, o qualcosa di non visibile dal punto di vista meteorologico. Forse lo sapremo o forse no. Secondo la testimonianza della donna che ha visto cadere a picco il velivolo, tutto lascia pensare a un’avaria improvvisa che ha causato un vero e proprio stallo nella fase di volo.
Sul caso, la Procura di Latina ha la prevalenza rispetto alla commissione tecnica dell’Aeronautica militare che ha svolto i primo sopralluogo sul luogo dell’incidente nella giornata di ieri. Dovrà essere fatta luce anche un altro aspetto. Quali erano le condizioni del velivolo? Si trattava di un mezzo nuovo o vetusto? Parrebbe che, infatti, il biposto non fosse proprio di primo pelo e che addirittura, lo scorso 1 ottobre, fosse all’ultimo volo prima di essere messo da parte. Fosse vero questo aspetto, non significherebbe che il mezzo fosse destinato a cadere in quel modo. Fatto sta che su tale aspetto gli inquirenti faranno chiarezza anche per spazzare via ogni dubbio di superficialità.
Ciò che emerge, invece, è che il colonnello Mettini non avrebbe dovuto salire sull’areo quella mattina ma che avesse sostituito un altro istruttore di volo. Una fatalità tragica.