TRUFFA MILIONARIO ALLO STATO: A PROCESSO PROIETTI E ALTRI 19

Una truffa milionaria allo Stato, è questa la contestazione al centro di un processo iniziato l’anno scorso e risalente a una indagine del 2016

Al centro della truffa da circa 70 milioni di euro allo Stato c’era lui, il commercialista Claudio Proietti, più volte interessato da indagine, confische e condanne, e peraltro “mentore” dell’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta.

Il processo che contesta vari reati reati ruoto attorno a mancanti versamenti di alcune società fallite verso Inps, Inail e Stato. L’accusa più grave, rappresentata oggi, 2 ottobre, dinanzi al terzo collegio del Tribunale di Latina, dal pubblico ministero Marina Marra, è quella di associazione per delinquere finalizzata a truffa e bancarotta.

A finire sul banco degli imputati sono in venti, compreso Proietti: Lino Sarallo, Luca Protani, Giuseppe Vitiello, Angela Di Legge, Emanuela Mercuri, Cesilio Iezzi, Pier Paolo Pecorilli, Federica Battista, Aldo Battisti, Denise Fantigrossi, Giacomo Pecorilli, Luca Pecorilli, Riccardo Pecorilli, Giuliana Bianchi, Giulio Evangelista, Vincenzina Scarnicchia, Alessandro Pagano, Riziero Centra e Salvatore Pecorilli.

Ad essere contestati anche i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e distruzione di documenti contabili. Secondo l’accusa, in una indagine eseguita dalla Guardia di Finanza di Latina,gli imputati avrebbero truffato lo stato e commesso bancarotta con la costituzione di società fittizie, amministrate da prestanome e destinate al fallimento, gravando società reali di oneri tributari e previdenziali.

Tutte le imprese del sodalizio sono fallite e avevano sede a Latina. A spiegarlo anche i curatori fallimentari che sono sfilati in tre davanti al terzo collegio, interrogati da pm e collegio difensivo. Le escussioni sono state corpose ma simili: i libri contabili delle società non c’erano, né è stata trovata prova di reale attività delle società che, per l’accusa, servivano solo a truffare lo Stato.

Proietti è considerato, nel capo d’imputazione, come “capo promotore e organizzatore dell’associazione con lo scopo di costituire e amministrare di fatto le società su cui far gravare i debiti tributari e previdenziali destinate al fallimento, nonché di coordinare l’operato degli altri professionisti inseriti nell’associazione, di individuare i prestanome da porre quali amministratori delle società, coordinare le movimentazioni bancarie sui conti correnti intestate alle società costituite per finalità illecite”.

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