Dopo l’indignazione unanime rispetto al rogo di via Valmaiuri a Fondi da parte di cittadini e politica locale/nazionale (dal M5S alla Lega e Forza Nuova) e la richiesta di dimissioni del consigliere comunale Silvio Pietricola (Forza Italia) denunciato per incendio di rifiuti pericolosi, arriva la risposta, con tanto di comunicato stampa, da parte dell’avvocato Toni De Simone difensore degli interessi del consigliere proprietario dei terreni dove si è consumato l’incendio.
Pietricola è attualmente presidente della XXII Comunità Montana e in passato è stato persino assessore all’Ambiente a Fondi. È accusato di aver dato fuoco a materiale nocivo, denunciato dalla Forestale poiché il rogo è avvenuto su un terreno intestato proprio a lui.
I Carabinieri Forestali hanno posto sotto sequestro l’intera area, di circa 3 mila metri quadri, che adesso andrà bonificata.
Ma sul punto Pietricola e il suo avvocato non sono d’accordo: “In merito alla notizia dei giorni scorsi relativa all’incendio di via Valmaiura a Fondi, fermo restando i profili giudiziari in relazione ai quali forniremo ogni delucidazione del caso, in qualità di difensore del Sig. Petricola mi corre l’obbligo di precisare i contorni della vicenda – scrive l’avvocato – È stato dato mandato di ripulire l’area di proprietà del mio assistito posta nelle adiacenze della sua fabbrica (ormai dismessa) e della sua abitazione; in tale luogo erano presenti scarti vegetali (sfalcio di erba e piante) che sono stati oggetto di combustione. Come dimostreremo, la combustione non ha riguardato rifiuti pericolosi per i quali esiste un’ apposita classificazione data dal codice dell’ambiente“.
Neanche sullo spazio che ha interessato l’incendio, l’avvocato e il suo cliente sembrano fornire lo stesso quadro scaturito dall’intervento dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco: “L’area di proprietà del mio assistito è di circa 70.000 metri, mentre il rogo ha riguardato pochi metri (meno di 100) e comunque non si è determinato alcun pericolo di danni a terzi. In tale spazio, e a notevole distanza dal luogo in cui è avvenuta la combustione, sono collocate le rimanenze di magazzino della fabbrica che il mio assistito aveva ed ha intenzione di smaltire regolarmente. Il mio assistito, difatti, prima del fatto si era già attivato per effettuare l’intera bonifica dell’area. Siamo certi che chiariremo ogni aspetto nelle opportuni sedi“.
Una versione dei fatti, quella di Pietricola tramite il suo avvocato, che cozza con quanto appurato dai Vigili del Fuoco intervenuti il 19 settembre per sedare l’incendio.
Secondo i Vigili del Fuoco, infatti, sarebbe bruciato un po’ di tutto, non solo sfalcio d’erba: dalle plastiche ai cavi elettrici, da barattoli di vernice alle bombolette spray, passando per campionari, tendaggi, rifiuti vegetali, lastre coibentate e cartongesso.
Ad ogni modo, Pietricola dovrà rispondere del reato di gestione illecita di rifiuti e immissione in atmosfera di sostanze pericolose. Ma è prevedibile che, dopo questa dichiarazione che nega in sostanza ogni addebito, la questione e le reazioni del mondo politico non siano finite qui.