Il volo finito in tragedia per il colonnello Simone Mettini e l’allievo Lorenzo Nucheli ha avuto inizio con il decollo dal Comani di Latina alle 8,30 circa.
È questa la ricostruzione che viene data a poche ore dalla tragedia immensa che ha fatto il giro d’Italia ed è accaduto all’interno del Parco Nazionale del Circeo, all’altezza della località Cerasella, a Sabaudia.
Il velivolo coinvolto nell’incidente è un biposto Siai-Marchetti T-260B del 70° Stormo di Latina. Come ha riferito immediatamente dopo l’incidnete l’Aeronautica Militare in una nota, l’aereo era “in volo nell’ambito di una missione addestrativa, è precipitato al suolo, per cause al momento non note, in un’area nei pressi del Parco Nazionale del Circeo. Sul posto sono intervenute immediatamente le squadre di soccorso”.
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L’aereo è stato trovato dai soccorritori in fiamme e, al suo interno, sono stati trovati i corpi senza vita dei due militari. Il velivolo è precipitato in una zona di foresta dove in quel momento non si trovava nessuno. Uno dei piloti deceduti era il colonnello e comandante della scuola di volo del 70° Stormo dell’aeronautica militare di Latina, Simone Mettini, 48 anni, mentre l’altro era un giovane allievo, Lorenzo Nucheli, originario di Serrone (il padre Natale Nucheli è stato sindaco della città), in provincia di Frosinone. L’aereo era partito dall’aeroporto Comani di Latina ed ha impattato al suolo alle ore 9,25. Mettini, originario di Forlì, era residente ad Aprilia: il militare lascia una moglie e due figli.
Mettini, dopo aver compiuto i suoi studi in scienze politica all’Università Federico II di Napoli, era entrato in areonautica. Stimato da tutti, oltreché ad attività nel campo della pianificazione finanziaria, era istruttore di volo. Il compito che stamani stava svolgendo con il giovane Nucheli, entrato da poco nell’Arma Azzurra per intraprendere la carriere militare.
La Procura di Latina, tramite il sostituto Marco Giancristofaro che si è recato sul posto, ha aperto un fascicolo d’indagine così da ricostruire l’incidente e le eventuali responsabilità. È probabile che il comandante e giovane allievo, che si trovavano in volo per una esercitazione, abbiano virato verso il mare, per evitare di precipitare su un centro abitato o un’arteria trafficata. Il loro volo, però, si è concluso prima del mare, nel mezzo del bosco del Parco Nazionale del Circeo. Le indagini sono state affidate ai Carabinieri della Compagnia di Latina, con l’ausilio dei militari del Nucleo Investigativo di Latina e del Ris di Roma. Ad ogni modo chi indaga non avrà il supporto della scatola nera di cui è sprovvisto il velivolo precipitato, bensì c’è l’aiuto di un dispositivo per il rilevamento satellitare nel caso dell’eventuale incidente.
Le operazioni di soccorso e di messa in sicurezza dell’area sono durate diverse ore. Le autorità hanno delimitato la zona dell’impatto per consentire l’arrivo degli investigatori militari coordinati dalla Procura militare. I corpi sono stati recuperati e trasferiti sotto scorta per le procedure di identificazione e i successivi esami medico-legali.
Sono in corso anche le indagini per accertare le cause dell’incidente, coordinate dall’Aeronautica Militare. I tecnici si stanno concentrando sulle condizioni del velivolo, sulla rotta seguita e sulle eventuali segnalazioni di malfunzionamento. Una testimone, ascoltata dai Carabinieri di Sabaudia, ha visto il velivolo cadere verticalmente.
A parlare, in giornata, intervistato dai cronisti, è stato anche il generale di squadra aerea Francesco Vestito, comandante delle Scuole dell’Aeronautica militare, che ha fornito qualche punto fermo per chiarire l’episodio.
“Abbiamo perso il contatto e si è attivato il sistema di localizzazione elettronica che permette di sapere dove si trova l’aereo. Non c’è altro su questi velivoli, non sono dotati di scatola nera. Un testimone oculare lo ha visto precipitare e si sono attivati immediatamente i soccorsi. Ogni mezz’ora, dall’aereo arriva una chiamata via radio per informare che tutto va bene. Quella chiamata non è arrivata. Tutto è avvenuto prima. L’esercitazione era iniziata da poco. La zona dell’agro pontino è divisa in tanti piccoli rettangoli chiamati aree di lavoro. In questo caso era stata assegnata quella del Parco del Circeo, dove l’aereo è precipitato. Ora dovremo capire cosa è successo. Due giorni fa ero passato proprio di qua. Ho salutato il comandante Mettini, volevo sapere come andavano le cose. Abbiamo preso un caffè insieme al bar e davanti a quel caffè ci siamo scambiati pensieri e prospettive. Ci si saluta sempre pensando che ci riveda domani. Invece ora rimane solo quell’immagine per sempre. Era un vero signore, amato da tutti. Ha strappato lacrime a tutti i colleghi. Lascerà un grosso vuoto e io sarò qui per qualche giorno ad assistere gli allievi”.
Dolore anche per Lorenzo Nucheli, il cui padre è un luogotenente della base aerea di Frosinone, “Era un ragazzo giovanissimo, che nell’entusiasmo del volo ha visto purtroppo concludersi questa prospettiva”.
Una tragedia tremenda che segna il Comani di Latina. Per uno strano gioco del destino, il prossimo lunedì l’aeroporto militare sarà protagonista nelle aule di Tribunale di Latina dove, a distanza di sette anni dai fatti, sarà pronunciata per i militari accusati delle violenze ai danni dell’allora allieva ufficiale Giulia Schiff.