PIANO DI ZONA DISTRETTO LT4, DA CAMPODIMELE LA BOCCIATURA: “NESSUNA VISIONE E SERVIZI ESSENZIALI A RISCHIO”

“Un documento approvato fuori tempo massimo, pieno di lacune e contraddizioni. Dal silenzio sui Centri Antiviolenza al consorzio mai nato, il Distretto LT4 diventa il simbolo del fallimento amministrativo guidato dal comune di Fondi”

“Il Comitato Istituzionale del Distretto Socio Sanitario LT4, riunitosi venerdì 26 settembre 2025, ha avuto al centro della discussione l’approvazione del Piano Sociale di Zona 2024–2026. Un atto che dovrebbe rappresentare la bussola della programmazione sociale e che invece arriva con un ritardo scandaloso di oltre due anni, praticamente a ridosso della scadenza naturale del triennio. È un fatto che non può essere derubricato a semplice disattenzione burocratica, ma che si configura come un segnale inequivocabile di incapacità, una condotta che mette a repentaglio la garanzia dei servizi essenziali rivolti alle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione.

La discussione si è trasformata in un atto d’accusa politico e amministrativo. I sindaci Tommaso Grossi di Campodimele e Armando Cusani di Sperlonga hanno messo in luce senza mezzi termini le falle di un Piano vecchio, inadeguato e privo di visione. È stato contestato come il documento sia del tutto silente sul tema dei Centri Antiviolenza, un’omissione gravissima che dimostra la scarsa sensibilità a tematiche di primaria importanza. È stato ricordato inoltre il fallimento clamoroso del progetto del Centro Antiviolenza sovra distrettuale LT4–LT5, previsto, finanziato dalla Regione Lazio e mai realizzato dal Comune capofila Gaeta. Un’opera rimasta ferma a causa della mancanza di dialogo tra Fondi e Gaeta, nonostante l’appartenenza delle due amministrazioni allo stesso colore politico. Una dimostrazione plastica che quando manca la capacità, nemmeno la comunanza politica riesce a sopperire alla mancanza di azione.

Altro punto politicamente ed amministrativamente rilevante riguarda la forma giuridica del Distretto. Il tanto pubblicizzato Consorzio LT4, presentato come la soluzione a tutti i problemi, è rimasto ad oggi soltanto una scatola vuota. Il Consorzio non è mai partito e il risultato è un apparato istituzionale che naviga a vista, senza strumenti operativi e senza guida. Una situazione che accomuna il Distretto LT4 al Distretto LT5 e che conferma nei fatti le preoccupazioni già espresse in fase di costituzione dai sindaci Grossi e Cusani.

Ancora più grave è la natura stessa del Piano Sociale di Zona 2024–2026. Il documento, così come presentato, non è altro che una riproposizione meccanica dei piani precedenti, un vero e proprio copia e incolla che non tiene in alcun modo conto delle nuove esigenze che emergono con forza nelle comunità del Distretto. Non si tratta dunque solo di un ritardo, ma di un piano già vecchio, scollegato dalla realtà e incapace di affrontare le trasformazioni sociali e demografiche in corso. Terracina, con le critiche sollevate dall’assessore Sara Norcia e dal sindaco Giannetti, rappresenta l’esempio più lampante di come i servizi programmati non rispondano più alla complessità e all’ampiezza dei bisogni reali della cittadinanza. Un documento che avrebbe dovuto innovare e programmare è in realtà rimasto fermo, ingessato, privo di contenuti strategici e senza la capacità di dare risposte concrete.

Il risultato della seduta restituisce l’immagine di un Distretto frammentato e allo sbando. Campodimele e Sperlonga hanno espresso voto contrario, Terracina si è rifugiata nell’astensione, mentre l’approvazione è arrivata unicamente grazie al Comune capofila Fondi e ai Comuni ancora allineati, Monte San Biagio, San Felice Circeo e Lenola, i quali continuano ostinatamente a sostenere un Piano di Zona già vecchio ancor prima di nascere. La loro adesione acritica non solo ignora le profonde criticità emerse, ma contribuisce ad alimentare un modello gestionale che ha ormai esaurito ogni credibilità. Il risultato finale è una conclusione disastrosa, che certifica il collasso politico, tecnico e sociale del Distretto LT4, piegato alla logica di pochi Comuni che si ostinano a difendere l’indifendibile.

È evidente che la responsabilità di questo disastro ricade sulla gestione del Comune di Fondi, che si è assunto il ruolo di capofila e che oggi si candida a essere il protagonista indiscusso del fallimento. Fondi, invece di assicurare visione, capacità amministrativa e programmazione, ha trascinato il Distretto nel baratro, mostrando tutta la fragilità di un modello incapace di evolvere e di rispondere ai reali bisogni delle persone.

Il quadro che emerge è quello di un Distretto ormai privo di strategia, ostaggio di una gestione che ha fallito su tutti i fronti. I servizi essenziali, anziché essere garantiti con puntualità ed efficacia, restano vittime di giochi politici, di un’amministrazione che ha scelto la logica del rinvio e del copia-incolla, incapace di elaborare una programmazione sociale nuova e coerente con i tempi. Le comunità e le fasce più fragili vengono così sacrificate sull’altare di un’inerzia che non è solo politica, ma che diventa tecnica e sociale, compromettendo i livelli minimi di assistenza che la legge stessa impone.

I Sindaci di Campodimele e Sperlonga condannano fermamente la gestione del Comune di Fondi quale Ente capofila, che ha trascinato il Distretto LT4 in una condizione di inefficienza, priva di visione e di concreta capacità programmatoria. Un Distretto che ha negli anni mortificato i dipendenti dedicati all’organizzazione, la maggior parte dei quali relegati nella più assoluta precarietà e, negli ultimi anni, persino privi della guida del dirigente responsabile. Verso di loro i Sindaci di Campodimele e Sperlonga hanno espresso solidarietà e gratitudine, riconoscendo il valore del lavoro svolto con professionalità e dedizione nonostante la manifesta incapacità del Comune di Fondi capofila. Gli stessi Sindaci hanno più volte sottolineato che al personale dipendente e al personale dei vari servizi va attribuito l’esclusivo merito per quanto di positivo il Distretto LT4 sia riuscito a garantire, malgrado le gravi carenze strutturali e organizzative.

La riunione del 26 settembre non ha soltanto certificato un fallimento, ma ha lanciato un segnale politico e sociale chiarissimo. Senza un radicale cambio di rotta, il Distretto LT4 continuerà a essere il simbolo di una cattiva amministrazione che ha smarrito ogni visione e capacità di innovazione. Il messaggio che arriva dalla spaccatura registrata in Comitato è inequivocabile. Occorre un’inversione di tendenza immediata, occorre liberare il Distretto dalla gestione fallimentare di Fondi, occorre restituire dignità ai Comuni e soprattutto ai cittadini, che hanno diritto a servizi veri e concreti, non a promesse mancate, non a piani copia-incolla, non a documenti che restano lettera morta. 

E se questo è il biglietto da visita per il costituendo consorzio LT4 allora il futuro non promette nulla di buono, buona fortuna a chi punta sull’ennesimo carrozzone politico e un pensiero amaro per le persone più fragili e disagiate, condannate a pagare il prezzo dell’inadeguatezza e della complicità di chi oggi finge di non vedere il disastro”.

Così, in una nota, il sindaco di Campodimele, Tommaso Grossi.

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