Nella serata del 24 settembre, presso la sede dell’associazione “La Piazza”, si è tenuto un incontro pubblico incentrato sul tema dell’acqua in generale e del gestore Acqualatina in particolare; i relatori Carta e Di Marco hanno illustrato compiutamente la situazione e suscitato la curiosità ma anche lo sdegno della platea.
“Nonostante i costi esorbitanti della bolletta e gli incrementi tariffari già previsti per i prossimi anni, il gestore ha chiesto ai comuni dell’ATO 4 (che sono i soci di maggioranza) di sottoscrivere un aumento di capitale di 30 milioni di euro; somma che, ovviamente, finirebbe per essere trasferita a carico della cittadinanza.
Riassumendo quanto detto e dimostrato dai documenti prodotti dai relatori. L’acqua nel bacino imbrifero del sud-pontino non manca, anzi, è abbondante ed in grado di sostenere i consumi della popolazione
La rete di distribuzione idrica è fatiscente e le perdite (confermate dal gestore) sono elevatissime e pari al 70% del totale dell’acqua immessa nei tubi. Ogni 100 litri di acqua pompata nelle condotte dalle sorgenti solo 30 litri arrivano agli utenti finali e 70 litri si perdono nel percorso !!!
Questa dispersione prosegue da decenni ed il gestore non ha mai affrontato la questione in modo serio, rigoroso e risolutivo; viene privilegiata la tecnica scavare per tappare le falle piuttosto che rifare le condutture fatiscenti .
-L’energia elettrica consumata per immettere -inutilmente- in rete tutta quest’acqua ha un costo annuo di quasi 29 milioni di euro che è la voce di bilancio più onerosa e incide pesantemente sulle bollette che paghiamo. Questi consumi derivano dal sovradimensionamento degli impianti di pompaggio e sollevamento che devono spingere in rete tutta questa acqua destinata alla dispersione. Come non bastasse esiste anche un problema di inquinamento ambientale derivante dal fatto che milioni di KW consumati provengono da fonti fossili.
Acqualatina ha prodotto ricavi da vendite pari a 125 milioni di euro sia nel 2024 che nel 2023. Questa è la somma versata dagli utenti paganti. Ma esistono anche gli utenti non paganti e gli utenti morosi.
-sono non paganti tutti quelli che in un modo o nell’altro si appropriano dell’acqua in modo illecito/abusivo e sfuggono ai controlli ma l’energia necessaria a spingere l’acqua nei loro tubi la pagano gli utenti regolari
-sono morosi gli utenti che non sono in regola con i pagamenti. In questo gruppo ci sono anche coloro che hanno un ritardo talmente lungo da giustificare l’avvio di un’azione di recupero forzoso (con aggravio di costi) che, spesso, resta infruttuosa.
-Acqualatina non riesce ad incassare i propri crediti fatturati che, accumulatisi nel tempo, hanno superato la cifra di 150 milioni. Dato che nell’impossibilità o nell’incapacità di recuperare i crediti , gli stessi diventano inesigili dopo alcuni anni e vanno svalutati. Il gestore ne svaluta (cioè ammette di aver fallito nell’azione di recupero) circa 10 milioni ogni anno.
Come se non bastasse fra gli utenti morosi ci sono anche i comuni; quasi tutti quelli della provincia sono in arretrato con il pagamento delle forniture idriche. Alcuni per cifre rilevanti e di durata pluriennale! Alcuni per scelta ma altri per difficoltà economiche conclamate. Però quando si tratta di votare per mantenere il controllo politico sul gestore e sulle nomine per distribuire posti e prebende non si guardano gli interessi della collettività.
Infine i relatori hanno dimostrato come il gestore preferisca (da un punto di vista economico) continuare su questa strada piuttosto che impegnarsi in un programma serio di manutenzione e rifacifento della rete idrica colabrodo.
Alla luce di tutto questo la domanda da farsi è: COSA PAGHIAMO IN BOLLETTA!
Paghiamo lo spreco – l’eccessivo consumo di energia per pompare acqua che va perduta – l’inquinamento ambientale – l’acqua di coloro che la rubano – l’acqua di coloro che non l’hanno potuta o voluta pagare il costo dei crediti diventati inesigibili – lauti compensi ad amministratori incapaci ed incompetenti. Paghiamo anche l’acqua ma questo è il minimo!”
Così, in una nota, l’Associazione La Piazza.