“Chi l’ha visto?” ha intervistato Antonietta Gargiulo che ha ricostruito la mattina tremenda in cui sono state uccise le figlie
“Un caso che ci dimostra che noi parliamo tanto di femminicidi, di violenza sulle donne, e poi le vittime vengono lasciate sole”, a dirlo è la conduttrice di “Chi l’ha visto?”, Federica Sciarelli.
La donna ha parlato sin dall’inizio: “Sono scena verso il garage per prendere l’auto e ho visto lui arrivare con la pistola già puntata. Ha sparato un colpo che ha preso la mia borsa, l’altro colpo mi ha preso la schiena. Ho pensato di morire e che non potevo più proteggere le mie figlie. Lui ha continuato a sparare anche mentre io ero per terra, io mi sono ritrovata in una pozza di sangue e ho visto lui che andava via. Il mio pensiero erano le bambine, che potevano essersi svegliate, potevano essersi spaventate. Le persone attorno mi dicevano: “non ti preoccupare alle bambine ci pensiamo noi”. Arrivata l’ambulanza ho perso i sensi”.
Luigi Capasso, il marito, a quel punto, è entrATO nella casa dove dormono le figlie Alessia, di 13 anni, e Martina di 5. “Pensavo si fosse andato ad uccidere” dice Antonietta che non sapeva cosa stesse accadendo. I reparti speciali dei carabinieri cercano per sette ore di convincere Capasso a uscire di casa. Capasso si suicida con la sua pistola. Antonietta è nel letto di ospedale e, racconta: “Vedevo in continuazione la scena di ciò che mi era successo. Il mio pensiero erano le bambine. Pensavo che erano preoccupate, che dovevo tornare a casa. Un giorno mi hanno detto “le sue figlie sono morte”. È stato qualcosa di inimmaginabile, di indescrivibile. Il vuoto, il nulla. È finito un pezzo della mia vita, per sempre. Sono stata giorni a guardare il soffitto bianco, non si può spiegare. Non avevo mai pensato di dover vivere senza le mie figlie: erano bambine piene di vita, non c’entravano nulla con la morte”.
“Ho capito che se io mi fossi lasciata andare e fossi morta, la nostra storia sarebbe morta insieme a me. E io dovevo vivere per dare voce ad Alessia e Martina e anche per tutte le donne, così piano piano ho riavvolto tutta la mia storia: gli ultimi mesi di separazione, tutte le volte che ho chiesto aiuto. Una persona era stata attenzionata da diversi medici, eppure era armata, libera di agire. Perchè?”.
“Sono viva ma non sono fortunata, quello che è successo a me non lo auguro a nessuno. Avrei preferito morire io. Lui è stato libero di agire, nonostante sia stato attenzionato da diversi medici e diversi superiori che sono stati tutti assolti , ma in realtà c’è stato un sistema che non ha funzionato. Sono stata lasciata sola, ci hanno fatto uccidere”.