Processato per la droga trovata durante la maxi operazione Jars che, ad aprile 2024, portò agli arresti del gruppo soccombente di Fondi, capeggiato da Alessio Ferri e Andrea Pannone
Il 3 aprile 2024, mentre i Carabinieri eseguivano la maxi operazione antidroga denominata “Jars” contro il gruppo capeggiato da Alessio Ferri e Andrea Pannone, a Fondi, fu trovato con quasi 400 grammi di hashish che, poi, alla pesatura, si rivelarono essere 77 grammi. Nello stesso frangente, all’interno dell’appartamento di Di Vito, i militari trovarono e sequestrarono anche 200mila euro in contanti.
Ad essere arrestato fu Alberto Di Vito detto “Mascella”, 27 anni, già destinatario della medesima ordinanza “Jars” e, successivamente, a novembre dello stesso anno, arrestato di nuovo nell’operazione “Risiko” che ha smantellato l’altro gruppo di narcos a Fondi (ossia quello uscito vincitore nella guerra per lo spaccio a Fondi contro la banda Ferri-Pannone), vale a dire la congrega capeggiata da Massimiliano Del Vecchio.
Dopo quegli arresti, come noto, ci fu la decisione di collaborare con lo Stato da parte di Johnny Lauretti, ex massimo sodale del medesimo Del Vecchio. L’oggi pentito è a processo per i fatti che gli contestano in “Jars” insieme a Di Vito: sono accusati di aver preso mitra e pistola e di aver fatto fuoco contro Alessio Ferri e altre tre suoi alleati.
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Ad ogni modo, Di Vito, raggiunto nel 2024 anche da sorveglianza speciale, seppur giovane, era considerato dal capo Del Vecchio come persona affidabile tanto da diventarne suo pupillo; senza contare che è stato arrestato nella prima recente e grande operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ed eseguita dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato. Il 27enne, per quei fatti, è stato condannato in secondo grado, avendo fatto parte del gruppo dei sette uomini arrestati a dicembre del 2021 con chili di droga e armi. Una sentenza rimessa in discussione dalla Cassazione.
Per quanto riguarda l’operazione Risiko eseguita a novembre 2024, Di Vito rischia una condanna a 10 anni e 8 mesi così come richiesto dalla DDA nel corso dell’udienza preliminare che si svolge a Roma e che avrà la sua conclusione il prossimo 30 settembre. In quel caso, Di Vito è processato con il “suo gruppo”, ossia la banda di narcos gestita da Del Vecchio.
Oggi, 23 settembre, Di Vito, che doveva rispondere di spaccio di droga, è stato invece condannato col rito abbreviato per quei 77 grammi di hashish che i Carabinieri gli trovarono in casa ad aprile 2024 (operazione “Jars”). Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, ha inflitto a lui la pena (sospesa) a 1 anno e 4 mesi di reclusione la quale, in ragione della cosiddetta continuazione dei reati, verrà praticamente tutta assorbita nella prossima eventuale e probabile condanna nel rito abbreviato in corso di svolgimento a Roma (operazione Risiko). Il pubblico ministero Simona Gentile aveva chiesto per il 27enne la pena a 3 anni di reclusione.