FRUSTATE E PACCHE AL COMANI DI LATINA, LE DIFESE: “SCHIFF VENDICATIVA. ASSOLVETE I MILITARI, RISCHIANO LA CARRIERA”

Nonnismo all’Aeroporto Comani di Latina: la parola è passata alla difesa nel processo che vede sul banco degli imputati otto militari accusati di violenze nei confronti dell’ex allieva ufficiale Giulia Schiff

È ripreso ed è in dirittura d’arrivo a tre mesi dalla prescrizione dei reati, il processo che ha esaminato le violenze avvenute il 4 aprile 2018 all’interno dell’Aeroporto Comani di Latina e contestate a otto militari. Gli imputati devono rispondere di lesioni e violenza privata commesse ai danni dell’allora collega Giulia Schiff, durante il battesimo di voto, ossia il rito a cui gli allievi ufficiali dell’Arma Azzurra si sottopongono tra pacche su spalle, testa e didietro, oltreché a frustate con rami di legno. Oggi, 22 settembre, così come dieci giorni fa, in udienza, era presente anche Giulia Schiff.

Lo scorso 12 settembre, era durata circa mezz’ora la requisitoria del pubblico ministero Antonio Sgarrella che aveva ricostruito la vicenda di Giulia Schiff, la 26enne originaria di Mira, in provincia di Venezia, ritenuta vittima del nonnismo da parte di altri colleghi allievi ufficiali all’aeroporto Comani di Latina. Il pubblico ministero aveva ripercorso le fasi del cosiddetto rito goliardico del pingue (da pinguino, in quanto un allievo ufficiale dell’aeronautica prima di superare l’esame è come un pinguino che non sa volare), di come si è sentita Schiff e del turbamento provato.

La pubblica accusa aveva invitato più volte il giudice monocratico Mario La Rosa, chiamato a giudicare gli imputati, di vedere il video: “Ci sono pacche forti, a mano aperta. Giudichi lei se sono accettabili? È una pratica lecita o meno colpire una persona con i fuscelli? La Schiff era entusiasta o meno di ciò le capitava?”. Alla fine della requisitoria, il pm Sgarrella aveva chiesto per ciascuno degli imputati 1 anno di reclusione. Una requisitoria corroborata dalla discussione dell’avvocato Massimiliano Strampelli, il difensore di Giulia Schiff, il quale si era avvalso dell’ausilio di alcuni immagini tratte dal video in cui la sua assistita viene frustata con i fuscelli durante il rito goliardico.

A dover rispondere dei reati ci sono otto degli ex compagni di corso della 26enne Giulia Schiff alla scuola di volo per allievi ufficiali piloti. Sul banco degli imputati, come noto, ci sono Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Ida Picone, di Vicenza, Andrea Angelelli, di Copertino, Leonardo Facchetti, di Manerbio, Joseph Garzisi, di Patrica, Luca Mignanti, di Montalto di Castro, Andrea Farulli, di Gessate, e Gabriele Onori, di Tivoli. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Scafetta, Siracusano, Guida, Dulvi, Siciliano, Floccher e Chiabotto. Considerato responsabile civile il Ministero della Difesa, assistito dall’avvocato di Stato.

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Proprio la difesa, nell’udienza odierna, ha svolte le arringhe. Il primo a parlare è stato l’avvocato di Stato, Maurizio Greco. Il Ministero della Difesa, tramite il succitato legale, deposita uno scritto chiedendo l’esclusione di qualsiasi responsabilità degli imputati. “Non esiste nessun elemento per arrivare ad una condanna oltre ogni ragionevole dubbio. Il battesimo di volo è un fatto giocoso“, spiega il legale, mostrando un frammento di video. “Si vede una persona che volontariamente si appoggia, a Roma si direbbe sale “a cavacecio”. Non è stata sollevata da sempre, né tenuta ferma: è lei che si butta sopra i colleghi, non esprimendo nessun dissenso. Il video è chiarissimo e smentisce plasticamente il capo d’imputazione“.

L’avvocato di Stato insiste: “Sono le donne del corso a smentire quanto raccontatoci dalla Schiff in dibattimento”. In aula, il legale mostra in foto due fondoschiena: uno della Schiff, l’altro dell’altra allieva ufficiale che ha testimoniato in aula. I segni sarebbero più evidenti nel didietro della seconda allieva ufficiale: “Lei ci ha detto da testimone che non sapeva perché gli era stata scattata la foto. Noi abbiamo la certezza che non c’è stato mai un accertamento sul gluteo rappresentato nella foto. Nessuno mi dice che quelle foto scattate non siano state ritoccate“.

L’avvocato si chiede se il fuscello o fustello, con cui Schiff è stata frustata sul didietro, sia un’arma: “Stiamo parlando poco più di un filo d’erba. Non è un’arma che, al contrario, è qualcosa che può uccidere una persona”.

La Schiff, nell’arringa dell’avvocato, viene descritta invece come una sobillatrice nei confronti degli altri quando c’erano gli altri battesimi di volo. Sarebbe lei a dire ai colleghi di picchiare, offrendo lo scarponcino: “Anzi, l’unica a tirar fuori il fuscello è la Schiff: c’è reciprocità, uniformità e condivisione“. Sono questi i concetti espressi dall’avvocato che ha puntata sulla simmetria tra ciò che ha subito Schiff e ciò che avrebbero subito gli altri allievi anche con la sua partecipazione durante i battesimi di volo.

Dopodiché, l’avvocato mostra il battesimo di volo di un altro allievo, Farulli, peraltro imputato, che si era svolto due giorni dopo il 4 aprile, ossia il battesimo di volo della persona offesa Giulia Schiff: “È lei a dire: dobbiamo picchiarlo. Non ha la faccia sofferente. E se Farulli avesse presentato querela, la Schiff che trattamento avrebbe avuto”. La Schiff avrebbe dovuto essere traumatizzata, ma invece, nel video, sembrerebbe partecipe al rito del battesimo: “Non è una persona dolorante, partecipa attivamente e nell’ilarità collettiva. Ha due fuscelli in mano”. C’è di più. “La Schiff viene fermata da un’allieva che le dice di non colpire alla testa Farulli. Stiamo parlando del soggetto che due giorni prima sarebbe stata massacrata e avrebbe subito il famoso agguato”.

Un’arringa accorata, molto dura nei confronti delle doglianze della Schiff, che ascolta senza apparentemente tradire alcuna emozione. Un’arringa peraltro che viene ripresa dai colleghi della difesa i quali la citano su più punti: “C’è insussistenza delle prove del reato”. E ancora: “In sede di giustizia amministrativa, l’azione della Schiff è stato quello di strumentalizzare la vicenda che ha avuto ampio risalto mediatico. Un tentativo miserevole. La giustizia non si fa attraverso i sociale e i media. Da parte di Schiff è stata una scellerata iniziativa: gli imputati hanno avuto la loro carriera penalizzata”.

Secondo l’avvocato Michela Scafetta, terza a parlare: “La denuncia della Schiff nasce da un sentimento di vendetta. A lei non importava chi fossero, l’importante è avere il bersaglio. Si tratta di una macchinazione da parte sua e del padre. Dopo il battesimo del volo della Schiff ci sono messaggi tra il padre e il comandante delle scuole, lamentandosi che alla figlia non vengono concessi i permessi. È lui a scusarsi dicendo al comandante che credeva che la figlia avesse solo piccole colpe sul lato comportamentale. È Dino Schiff, il padre di Giulia, a dire che a breve sarebbe scoppiata una bomba”.

“Giulia Schiff – spiega il legale – era contenta. E quando mostrava il suo fondoschiena, lo mostrava con orgoglio perché contentata di aver finito il suo percorso per diventare pilota. Chi avrebbe messo nelle mani di Schiff un jet da 100mila euro?”.

Per quanto riguarda i fuscelli, l’avvocato Scafetta sostiene che “a Giulia piaceva tanto l’idea di utilizzare i fuscelli, è lei a tirarlo fuori nel battesimo di volo di un collega. Si comporta come un pompiere: appicca il fuoco e poi grida per spegnerlo. Le bugie di Schiff non hanno le gambe corte, non camminano proprio”. Le lesioni subite dalla Schiff, secondo il legale, sono lievissime: “A dirlo è il perito della Procura. Ma qui abbiamo una richiesta di risarcimento danni di 70mila euro. Soldi chiesti a otto ragazzi che hanno visto fermarsi la via da sette anni”.

Schiff “ha un interesse economico affinché i ragazzi vengano condannati. Il Tribunale deve fare un controllo di attendibilità che cade con il video e con ciò che ha detto Schiff in aula. Scrive una cosa nella querela, poi se la rimanga e alla fine dice un’altra cosa ancora. La trama disegnata dal apdre di Schiff non è stata seguita dalla figlia, qualcosa è andata storta”. Il rischio per gli imputati è che “la condanna toglierebbe loro la possibilità di farli volare, non avrebbero più le certificazioni valide e finirebbe la loro carriera. Un danno per lo Stato che ha formato piloti per farli finire dietro una scrivania. Va disposta un’assoluzione perché il fatto non costituisce reato”.

A citare il film “Codice d’onore” con Tom Cruise, è un altro avvocato del collegio difensivo che assiste Ida Picone: “Il film ha ispirato la mia carriera di avvocato. Sentire la requisitoria e l’intervento dell’avvocati di parte civile mi ha emozionato, ma questo non è un film”. La domanda da farsi è “se l’eventuale dissenso dalla pratica del volo sia stato percepito come tale. Tutti gli allievi si lamentavano, tutti si dimenavano, ma c’è stata revoca del consenso da parte di Schiff?”. La risposta è “no, perché Schiff avrebbe potuto sottrarsi dall’abbraccio e dal sostegno altrui. Lei non ha messo i piedi per terre e non l’ha fatto perché portava sfiga: era una tradizione e lei l’ha rispettata”.

Hanno messo in dubbio la linea della Schiff anche gli altri avvocati della difesa: “Discrasie nelle sue accuse. Fa lei stessa confusione sul suo fondoschiena, scambiando il suo per quello dell’altra allieva ufficiale”. Schiff ammette di non aver mai chiesto di essere messa a terra, è questo il punto su cui gli avvocati – o almeno la maggior parte di essi – focalizzano le loro arringhe: “Non c’è stata revoca o non è stata percepita dai cadetti. Né ci sono lesioni, al massimo sono percosse la cui denuncia è tardiva in quanto arrivata a fine ottobre 2018”.

Criticata Schiff anche per la sua presenza mediatica: “Si è presentata come Giovanna d’Arco in una vicenda che è stata molto mediatica. Tutto però ha bisogno di un contesto giuridico, al di là delle proteste delle femministe che hanno detto che il rito del battesimo si fa in quella maniera per punire le donne”. Ma nel processo è “insopportabile che la Schiff si sia dipinta come una vittima sacrificale. Noi siamo responsabili delle nostre scelte: andavi in infermeria, ti facevi refertare e ti facevi tutelare. Non vai a farti i selfie o in giro con le camerate a sedere scoperto”.

Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune“, inizia così, con una citazione manzoniana, l’ultima arringa svolta dall’avvocato Siciliano. E ancora altre citazioni con Rosa Luxembourg e Maurizio De Giovanni: “Emerge che il mio assistito, Pagliari, è risultato come primo di quel corso. Perché avrebbe dovuto tenere un comportamento contro Schiff? È lei stessa che dice di aver sempre avuto un buon rapporto con lui”. Non manca la critica alla stampa: “Non siamo mai intervenuti sui media. Non interessa fare carriera”. Ad ogni modo, dopo la premessa, l’avvocato va diretto al punto: “Nel video del rito di battesimo, Pagliari non c’è, ma è lui a riprendere. La colpisce solo tre o quattro volte. Va assolto per non aver commesso il fatto”.

Alla fine, il giudice La Rosa rinvia per repliche. Il prossimo 6 ottobre ci sarà la sentenza di un processo lungo e difficile.


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