DUPLICE FEMMININICIDIO A CISTERNA, RINVIATA LA SENTENZA PER IL KILLER SODANO: BATTAGLIA SULLA PREMEDITAZIONE

/
Di spalle Christian Sodano scortato dai Carabinieri all'entrata posteriore del Tribunale di Latina
Di spalle, Christian Sodano scortato dai Carabinieri all'entrata posteriore del Tribunale di Latina

Duplice omicidio di Cisterna di Latina, il processo al finanziere di 26 anni. La Procura chiede l’ergastolo

Richiesto dai pubblici ministeri Marina Marra e Valerio De Luca l’ergastolo (leggi il link di seguito) per il finanziere omicida Christian Sodano, il processo che vede sul banco degli imputati il 27enne, originario di Scauri, accusato dell’omicidio volontario di Nicoletta Zomparelli (46 anni) e della figlia Renée Amato (19 anni), rispettivamente madre e sorella di Desirée Amato, ossia la ex compagna del finanziere, è proseguito dalle ore 11 di oggi, 16 settembre, con gli interventi delle parti civili.

L’omicidio, come noto, si è compiuto il 13 febbraio del 2024 a Cisterna di Latina, un episodio di tale entità che ha attirato l’attenzione di tutti i media nazionali. Un duplice femminicidio, l’ennesimo, in una città, Cisterna di Latina, colpita anni prima dal delitto del carabiniere Luigi Capasso che sterminò le sue due bambine, Alessia e Martina, e tentò di uccidere la compagna Antonietta Gargiulo.

Diverse le parti civili: Giovanni, Massimo e Maria Pia Zomparelli, rispettivamente padre, fratello e sorella di Nicoletta, assistiti dall’avvocato Oreste Palmieri; Giuseppe Amato, marito e padre delle vittime, difeso dall’avvocato Marco Fagiolo; la ex compagna di Sodano, nonché figlia e sorella delle vittime, Desirèe Amato, difesa dall’avvocato Chiara Fagiolo; il Comune di Cisterna, alla presenza del sindaco Valentino Mantini, assistito dall’avvocato Nicodemo Gentile; infine l’associazione “Insieme a Marianna”, assistita dall’avvocato Benedetta Manasseri.

Davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Gian Luca Soana, a latere il collega Mario La Rosa e la giuria popolare, in aula, come sempre, Christian Sodano, recluso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, assistito dagli avvocati Leonardo Palombi e Lucio Teson. L’imputato, prima della requisitoria dei pm, ha rilasciato dichiarazioni spontanee (leggile al link di seguito).

Leggi anche:
DUPLICE OMICIDIO A CISTERNA, CHIESTO L’ERGASTOLO PER SODANO: “KILLER CHIRURGICO E FREDDO”

Renée Amato e Nicoletta Zomparelli
Renée Amato e Nicoletta Zomparelli

Tra le parti civili, a parlare per prima è l’avvocato Chiara Fagiolo, che difende Desirée Amato. La legale ha chiarito che la sua assistita è stata anche vittima di stalking, avendo subito minacce, patendo molto di più di ciò che compare nel capo d’imputazione. Particolarmente forte la frase utilizzata dall’avvocato: “La famiglia uccide più della mafia”. A seguire l’avvocato Marco Fagiolo che parla di una “tragedia”, – “sarebbe sufficiente mettersi nei panni di Desirée”, e l’avvocato Oreste Palmieri che ha sottolineato la lucidità del killer che ha sparato sette colpi, ciascuno dei quali andati a segno. A parlare per ultimi l’avvocato Benedetta Manasseri e l’avvocato Nicodemo Gentile il quale, in rappresentanza del Comune di Cisterna, ha evidenziato la sensibilità dell’ente e del sindaco Valentino Mantini (sempre presente nelle udienze del processo) ai temi del femminicidio: “È una sfida culturale”. Tutte le parti civili chiedono che Sodano sia condannato all’ergastolo, oltreché al risarcimento dei danni.

Dopo una pausa, il processo riprende alle 14,30 con l’arringa difensiva dell’avvocato Leonardo Palombi che spiega come Sodano, dopo aver sparato alle due donne, si sarebbe voluto suicidare: “Poggia l’arma e si aspetta che la ragazza Desirée lo uccida”. Per quanto riguarda, le minacce, il legale sottolinea che su 51mila messaggi raccolti dalla Procura che ha scandagliato le interlocuzioni di Sodano con ex fidanzata, Desirée Amato e altri, solo il 17 novembre 2023, giorno della litigata tra l’imputato e l’ex compagna di Cisterna, ci sono parole a minacce. Parole che, però, sarebbero state molto simili a un modo di essere, più che una premeditazione, assolutamente messa in discussione dalla difesa.

L’avvocato Palombi menziona anche il cosiddetto “stress da Covid”. Ad ogni modo, come ha evidenziato l’altro avvocato difensore Lucio Teson, “in discussione non c’è il duplice omicidio commesso da Sodano, ma la premeditazione e i futili e abietti motivi, ossia le due aggravanti che, a parere della difesa, non sono state provate e che non sussisterebbero. È la difesa a ricorda che nella imputazione non vi erano contestate, in un primo momento, le due aggravanti che renderebbero certa la condanna all’ergastolo per Sodano. Le arringhe difensive sono durate oltre tre ore, puntando a scardinare le suddette aggravanti.

Alla fine, la Corte d’Assise, visto che il pubblico ministero e le parti civili hanno chiesto di replicare, ha dovuto rinviare la sentenza. L’udienza è fissata al prossimo 29 settembre quando si avrà la sentenza finale a questa storia agghiacciante che ha rovinato diverse vite. Presenti in aula tutti i famigliari Amato e Zomparelli, a cominciare da Desirée Amato la quale, stamani, ascoltando la ricostruzione del giorno più tremendo della sua vita, non ha potuto fare a meno di trattenere le lacrime.

Articolo precedente

AUMENTO DI CAPITALE ACQUALATINA, RINVIATA ASSEMBLEA: “MA LE RAGIONI RIMANGONO IMPRENSCINDIBILI”

Articolo successivo

AUMENTO CAPITALE ACQUALATINA, A TERRACINA BOCCIATA MOZIONE SI-EUROPA VERDE: “UN BALLETTO CON GIRAVOLTE”

Ultime da Giudiziaria