SUICIDIO DEL 15ENNE PAOLO MENDICO, ARCIGAY LATINA: “LO CHIAMAVANO “FEMMINUCCIA” E LO DERIDEVANO”

“L’educazione affettiva nelle scuole non può più aspettare. Paolo Mendico, 15 anni, si è tolto la vita a Santi Cosma e Damiano dopo anni di bullismo. I compagni lo chiamavano “femminuccia”, lo deridevano per la sua sensibilità. I genitori avevano denunciato, cambiato scuola. Non è bastato.

Questa tragedia rivela l’inadeguatezza di un sistema educativo incapace di proteggere i più vulnerabili. Mentre i suicidi tra adolescenti aumentano, l’attuale governo ostacola l’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, invocando principi ideologici mentre ragazze e ragazzi muoiono di solitudine.
Educazione, non ideologia.

L’educazione all’affettività significa insegnare il rispetto delle differenze, dare strumenti per gestire le emozioni, sottrarsi a una logica suprematista che prevede vincitori e sconfitti, che produce gerarchie sui corpi, sul profitto scolastico, nello sport, nelle relazioni. Significa spiegare che esistono mille modi di essere se stessi, che la sensibilità non è debolezza.

Servono più spazi liberi di espressione, maggiore supporto a famiglie e docenti, e formazione per tutti e tutte – non solo studenti – per riconoscere i segnali di disagio. I Paesi con programmi di educazione affettiva mostrano tassi più bassi di bullismo e suicidi giovanili. L’OMS raccomanda da anni questi percorsi come prevenzione primaria. In Italia preferiamo lasciare che siano i social e la pornografia online a “educare” i nostri figli. Un appello urgente.

Paolo non doveva morire. La sua morte poteva essere evitata con una scuola capace di accogliere la diversità, compagni educati al rispetto, un sistema che mette al centro il benessere psicologico dei giovani.

Chiediamo al governo di abbandonare i pregiudizi: l’educazione affettiva non è capriccio progressista, è necessità urgente. È prevenzione, è salvare vite umane.
Non possiamo aspettare un altro Paolo. L’educazione all’affettività deve entrare nelle scuole oggi, perché ogni giorno di ritardo può costare una vita”.

Così, in una nota, Arcigay Latina Seicomesei.

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