“L’aumento di capitale di 30 milioni di euro richiesto da Acqualatina SPA ai Sindaci dei comuni dell’ambito è l’ultimo episodio di una vicenda paradossale e che riguarda non solo la provincia di Latina, ma tutto il Lazio e che stiamo denunciando da anni: la gestione dell’acqua ad esclusivo vantaggio del socio privato. Un servizio essenziale per i cittadini, che con il referendum del 2011 avrebbe dovuto veder cancellati i lauti profitti finanziari dei gestori. Questi, invece, proseguono con l’aumento indiscriminato delle tariffe e l’incremento dei dividendi per gli azionisti a fronte di un servizio sempre più scadente, del razionamento delle forniture di acqua potabile e di perdite nelle reti di distribuzione, altissime in tutto il Lazio, ma che nell’ATO di Latina superano addirittura il 70%.
Ricordiamo che Acqualatina è una S.p.A. che gestisce – in virtù di una convenzione che scade nel 2032 – il Servizio Idrico Integrato di circa 259.000 abitanti nei 38 Comuni compresi nell’Ambito Territoriale Ottimale 4 – Lazio Meridionale: quelli della provincia di Latina tranne Campodimele, Anzio e Nettuno della provincia di Roma, e Amaseno, Vallecorsa, Villa S. Stefano e Giuliano della provincia di Frosinone. Il 49% delle azioni sono detenute dal socio privato Italgas e il 51% dai Comuni con quote proporzionali ai rispettivi abitanti.
Ma perché proprio adesso questa richiesta, e soprattutto sulla base di quali dati reali? Tutto appare come un maldestro tentativo di mantenere in vita la società in attesa di un possibile stravolgimento dell’organizzazione nel Lazio con l’approvazione del disegno di legge sull’istituzione dell’ATO unico e la conseguente abolizione dei 5 ATO esistenti.
Un disegno di legge che abbiamo già criticato, perché rafforzerebbe il regime privatistico che vogliamo contrastare: da anni chiediamo l’applicazione della legge n.5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” che fissa alcuni importanti obiettivi, tra cui la razionalizzazione dell’attuale sistema con l’ istituzione di nuovi “Bacini idrografici”, maggiore potere ai Comuni e strumenti di partecipazione popolare e la ripubblicizzazione del servizio idrico.
Acqualatina, invece di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini” dovrebbe utilizzare l’ampia dote di capitale sociale a disposizione per ammodernare la rete riducendo le perdite e, se veramente necessario, rendere disponibili i 30 milioni richiesti.
Per questo siamo fermamente contrari a questa richiesta, e lo abbiamo dimostrato presentando mozioni in diversi comuni in cui chiediamo ai Sindaci di respingere l’assurda proposta che verrà avanzata nella prossima assemblea dell’ATO 4, come in molti hanno già fatto”.
Così, in una nota, Giuseppe Girardi Responsabile Transizione Ecologica Energetica e Ciclo dei rifiuti (Sinistra Italiana Lazio).