EDUCATORI E ASSISTENTI PER ALUNNI DISABILI: “A LATINA NOI INSEGNANTI BRANCOLIAMO NEL BUIO”

Lettera di una insegnante di sostegno perplessa e umiliata: “Quest’anno a Latina la situazione è preoccupante”

La lettera aperta da una insegnante di sostegno a Latina Scalo, Monalia Cal. Di seguito la lettera completa.

“Ogni apertura di anno scolastico porta con sé criticità in diversi ambiti, lo sappiamo. Ma, da insegnante di sostegno, mi sento di anno in anno più stupita e, al contempo, umiliata. E sono certa di interpretare i sentimenti di molti miei colleghi.

Da anni lavoro con ragazzi con disturbo dello spettro autistico o con disabilità che inficiano le autonomie e l’apprendimento e l’utilizzo del linguaggio. Pertanto questi ragazzi sono seguiti a scuola anche dagli educatori per l’autonomia e dagli assistenti alla comunicazione specializzati in Comunicazione Aumentativa e Alternativa. La sinergia e il lavoro di squadra tra docenti (curricolari e di sostegno), gli educatori e gli assistenti CAA ha portato spesso a risultati che hanno avuto una ricaduta positiva non sono sul processo di crescita del singolo studente che ha seguito un percorso educativo individualizzato con queste figure professionali, ma anche sui ragazzi del gruppo classe.

Purtroppo per quanto riguarda educatori ed assistenti, il cui servizio nelle scuole è regolamentato dalle amministrazioni comunali, quest’anno la situazione a Latina è particolarmente preoccupante: noi docenti brancoliamo nel buio, non sappiamo se potremo continuare a contare sulla collaborazione sia degli educatori sia degli assistenti CAA, non sappiamo per quante ore a settimana e non sappiamo a partire da quale data (ottobre? Novembre? Dicembre?).

Questo implica che per le prime due, tre, cinque, dieci o non so quante settimane, terminate le 18 ore settimanali del docente di sostegno assegnato alla classe, lo studente con necessità sostegno intensivo deve rimanere in classe soltanto con il docente curricolare (che nel contempo ha di fronte altri 18/20/24 alunni) e con i compagni (cioè bambini o preadolescenti), senza una persona che lo supporti individualmente.

Molte scuole (e fra queste sicuramente quella in cui io lavoro) si danno da fare per tamponare le emergenze. Tuttavia, in attesa che arrivino nelle scuole gli educatori e gli assistenti alla CAA, diverse famiglie in questi giorni si vedranno costrette a prendere permessi o ferie dal lavoro per far uscire prima da scuola il proprio figlio. E questa è una GRAVE lesione dei diritti della persona, sia quella con disabilità, sia i suoi compagni. Smettiamola di vedere il bambino, il ragazzo, l’adulto con disabilità come “un soggetto” che deve RICEVERE assistenza senza

essere in grado di DARE nulla.
Quindi mi sento stupita perché mi domando come sia possibile che una amministrazione comunale non abbia provveduto ad organizzarsi per tempo con un bando relativo ai centri estivi e all’assistenza scolastica speciastica e CAA; non siamo di fronte ad una situazione nuova, difficile da prevedere: sono anni che nella scuola si lavora con educatori e assistenti CAA. Perché l’amministrazione non è riuscita a gestire prima e meglio le risorse che abbiamo?
E mi sento umiliata perché dopo anni e anni di corsi di formazione sulle nuove metodologie per una didattica rivolta a tutti i Bisogni Educativi Speciali, mi trovo a dover dire alle famiglie che ci sono alcune ore in cui se il loro bambino con autismo e con ipersensibilità ai rumori avesse bisogno di uscire in modo funzionale dalla classe per svolgere una attività ludico-educativa che lo aiuti a calmarsi e non entrare in una crisi che porterebbe al famoso “comportamento- problema” sulla cui estinzione abbiamo lavorato tanto bene lo scorso anno, non avrebbe un adulto che lo possa sostenere in tale attività dentro o fuori dall’aula, visto che non ci sono né assistenti né educatori. A quale inclusione sto lavorando?”.

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