NONNISMO AL COMANI, CHIESTO 1 ANNO DI RECLUSIONE A TESTA PER I MILITARI DELL’ARMA AZZURRA. DIFESA: “GIULIA È STATA MASSACRATA”

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Giulia Schiff
Giulia Schiff

Nonnismo all’Aeroporto Comani di Latina: in dirittura d’arrivo il processo che vede sul banco degli imputati otto militari accusati di violenze nei confronti dell’ex allieva ufficiale Giulia Schiff. Mostrati in aula altri tre video di altrettanti riti di battesimo

È quasi finito il processo che ha ad oggetto le violenze avvenute il 4 aprile 2018 all’interno dell’Aeroporto Comani di Latina e contestate a otto militari. Gli imputati devono rispondere di lesioni e violenza privata commesse ai danni dell’allora collega Giulia Schiff, durante il battesimo di voto, ossia il rito a cui gli allievi ufficiali dell’Arma Azzurra si sottopongono tra pacche su spalle, testa e didietro, oltreché a frustate con rami di legno.

È durata circa mezz’ora la requisitoria del pubblico ministero Antonio Sgarrella che ha ricostruito la vicenda di Giulia Schiff, la 26enne originaria di Mira, in provincia di Venezia, ritenuta vittima del nonnismo da parte di altri colleghi allievi ufficiali all’aeroporto Comani di Latina. Il pubblico ministero ha ripercorso le fasi del cosiddetto rito goliardico del pingue (da pinguino, in quanto un allievo ufficiale dell’aeronautica prima di superare l’esame è come un pinguino che non sa volare), di come si è sentita Schiff e del turbamento provato. Si vede nel video ripreso dagli stessi allievi ufficilali – ha detto il pubblico ministero – come Schiff sia stata sbattuta nella fontana e presa a pacche sul corpo: “Cos’altro avrebbe dovuto fare Giulia, se non dire “basta”, per esprimere il suo dissenso per evitare i colpi e le frustrate?”.

La pubblica accusa ha invitato più volte il giudice monocratico Mario La Rosa, chiamato a giudicare gli imputati, di vedere il video: “Ci sono pacche forti, a mano aperta. Giudichi lei se sono accettabili? È una pratica lecita o meno colpire una persona con i fuscelli? La Schiff era entusiasta o meno di ciò le capitava?”.

In quel giorno, secondo il pm, la Schiff esplicita la sua contrarietà: “Il punto è capire se i fatti integrino i reati contestati”. La visione del video non lascia dubbi, spiega il pm, in quanto la volontà di Schiff è stata spezzata, quartata: “Si dimenava e non si fermavano”. Da punto di vista oggettivo, secondo l’accusa, è evidente che Schiff è stata picchiata. La sua volontà di far cessare il rito goliardico avrebbe dovuto contare qualcosa che, invece, non ha avuto nessuna influenza.

“Se tutto si è svolto in maniera corretta, perché il Comandante dell’Accademia sentì l’esigenza di tutelare l’incolumità degli allievi dopo ciò che era stato denunciato da Schiff?”, si chiede il pubblico ministero. E ancora: “Perché anche il Ministero della Difesa, non una persona qualunque, dell’epoca ha espresso i suoi dubbi?”. È il pm a dire che non si sarebbe mai aspettato solidarietà della Schiff da parte dell’Arma Azzurra: “Non stiamo parlando di criminali o delinquenti, gli imputati sono bravi ragazzi, ma va valutato il loro comportamento”.

La condotta degli imputati – conclude il pubblico ministero – è meritevole di sanzione penale: per tutti e otto gli imputati 1 anno di reclusione ciascuno.

Finita la requisitoria del pubblico ministero, a prendere la parola è l’avvocato della parte civile Giulia Schiff, Massimiliano Strampelli che ha chiesto al giudice di rivedere accuratamente alcuni frammenti del video: “Certo, era un gioco – ha detto l’avvocato – ma Giulia non si è divertita e lei non ha espresso il suo consenso. Quando Giulia si accorge che la stanno massacrando di botte e dice di fermarsi, si sentono le frasi: “Tenetela, se cade porta sfortuna”.

È Giulia a dire ai colleghi di fermarsi – insiste l’avvocato. Per dimostrare le sue tesi, l’avvocato Strampelli fa proiettare alcuni “frame” del video in cui Schiff si sottopone al rito goliardico: “Giulia ricorda particolarmente i colpi di Farulli e Facchetti. A me sembra una via crucis”. È lei a dire: “Mi stavo girando per non dare più la schiena, così da essere colpita sui glutei”. L’avvocato difensore parla senza mezzi termini di “branco”. “Giulia non era amata e c’erano motivi di risentimento nei suoi confronti”.

Nel video del rito goliardico, l’avvocato difensore sottolinea la frase scappata a uno degli istruttori che parla fuori campo: “La stanno a massacra’”. Non accetta la filosofia consolatoria del “così fan tutti”, è per questo che l’avvocato conclude il suo intervento chiedendo al Tribunale di condannare gli imputati.

A dover rispondere dei reati ci sono otto degli ex compagni di corso della 26enne Giulia Schiff alla scuola di volo per allievi ufficiali piloti. L’ex allieva ufficiale è difesa dall’avvocato Massimiliano Strampelli. Sul banco degli imputati, come noto, ci sono Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Ida Picone, di Vicenza, Andrea Angelelli, di Copertino, Leonardo Facchetti, di Manerbio, Joseph Garzisi, di Patrica, Luca Mignanti, di Montalto di Castro, Andrea Farulli, di Gessate, e Gabriele Onori, di Tivoli. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Scafetta, Siracusano, Guida, Dulvi, Siciliano, Floccher e Chiabotto. Considerato responsabile civile il Ministero della Difesa, assistito dall’avvocato di Stato.

Il processo riprenderà il prossimo 22 settembre quando svolgeranno le loro arringhe gli avvocati difensori. Ad ogni modo, dal punto di vista penale, i reati imputati sono avviati alla prescrizione entro l’anno.

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