Acqualatina, anche le Associazioni dei proprietari e degli inquilini si pronunciano sulla richiesta di aumento del capitale sociale e dicono no
Nell’incontro del 10 settembre scorso, tra le Organizzazioni Sindacali dei Proprietari (APE CONFEDILIZIA, ASPPI, FEDERPROPRIETÀ, UPPI) e degli Inquilini (SICET, SUNIA, UNIAT, SAI CISAL, UNIONE INQUILINI), alla ripresa delle attività, dopo la pausa estiva, tra gli argomenti affrontati “ha destato preoccupazione la richiesta di aumento del capitale sociale di Acqualatina che è dovuto non solo alla circostanza del mancato nuovo piano tariffario che vede in difficoltà la società con la propria spesa corrente ma, circostanza che dovrebbe far riflettere, alla elevata morosità dei cittadini e dei Comuni (i soci di Acqualatina sono il socio privato al 49% Italgas e per la restante parte la maggioranza è detenuta dai Comuni)”.
“Poiché il bene acqua interessa sia utenti proprietari di immobili a titolo personale che inquilini utenti del servizio, una approfondita analisi della questione ha interessato il dibattito sull’argomento.
I principali elementi emersi dal confronto hanno interessato il tema delle morosità, che evidentemente va messo in relazione alle difficoltà che incontrano gli utenti nel pagare a caro prezzo il servizio. Ne è prova il recente report sulle tariffe dell’acqua realizzato dal centro studi Ircaf su 111 capoluoghi di provincia . Ebbene Latina risulta fra le città più care d’Italia e questo sembrerebbe un paradosso se consideriamo quanto l’acqua ha rappresentato un problema della nostra storia e che,purtroppo, ancora oggi continua a rappresentarlo, seppur sotto altre sembianza.
È singolare, rispetto a tutte le altre realtà, anche la circostanza delle rate che i cittadini, a frequenza trimestrale, sono tenuti a pagare per il servizio,così come il dover trasmettere le letture per non incorrere in letture stimate che in molti casi si traducono in ulteriori aumenti: non si esagera a dirlo, che tra i pagamenti delle utenze,quella idrica, viene considerata la più fastidiosa anche a fronte di scarsa trasparenza e asimmetrie nelle comunicazioni per la riscossione delle tariffe. Ma non solo, andrebbe fatta qualche ulteriore considerazione guardando al recente studio della CGIA di Mestre che fotografa il peso del fisco sui redditi dei contribuenti e dove il capoluogo pontino è in coda e i numeri raccontano un territorio meno ricco rispetto alla media regionale e che rispecchia la struttura economica locale ancora legata a settori tradizionali e caratterizzata da livelli salariali inferiori a quelli delle grandi aree metropolitane. Quindi ne consegue che siamo tra i meno ricchi ma l’acqua la paghiamo a caro prezzo.
Sorprende anche la circostanza di come non emergano dati sugli importanti servizi strutturali che dovrebbero interessare la rete idrica visto che si parla di una dispersione che in alcuni casi si attesta al 70% senza tener conto che, negli anni stanziamenti importanti sono stati deliberati per affrontare l’argomento dispersione di cui sarebbe interessante conoscerne i risultati ma troppe opacità si contrappongono alla limpidezza del bene.
Alla luce di quanto è emerso il pronunciamento unanime delle associazioni dei proprietari e degli inquilini è quello di assoluta contrarietà alla richiesta di aumento del capitale sociale da parte di Acqualatina : non si possono far ricadere sui cittadini per coprire mancati introiti e debiti,ulteriori oneri, un bene prezioso come l’acqua merita ben altre considerazioni e decisioni che auspichiamo siano prese con senso di responsabilità e rispetto non speculando su un servizio pubblico”.