PREMI DI RISULTATO AL COMUNE DI LATINA, FDI: “SCONCERTATI DALLE ACCUSE DI LBC”

“Restiamo francamente sconcertati dalle accuse che esponenti di Lbc hanno rivolto alle determine del Comune di Latina con cui sono stati riconosciuti i premi di risultato 2024 alla segretaria generale Alessandra Macrì e al direttore generale Agostino Marcheselli. Si tratta di affermazioni ingiuste e fuori luogo, che cercano di gettare discredito su due dirigenti di comprovata serietà e professionalità.

Parlare di “opacità” nelle procedure è davvero paradossale, soprattutto se a farlo sono proprio quelli di Lbc. Prima di dare lezioni di trasparenza, dovrebbero guardare a quanto fatto durante l’amministrazione Coletta con il loro staff, dove si è andati ben oltre, dal punto di vista economico, rispetto a quanto consentito dalla legge. Su questo siamo pronti a portare la questione anche nelle sedi competenti.

Al contrario, i premi assegnati a Macrì e Marcheselli sono cifre ben al di sotto dei limiti consentiti dalla normativa e, soprattutto, sono stati certificati da un organo terzo che non è stato nominato da noi ma che abbiamo ereditato. È dunque ridicolo sostenere che vi sia mancanza di trasparenza.

Macrì e Marcheselli lavorano quotidianamente, senza risparmiarsi, per garantire il funzionamento di una macchina amministrativa complessa come quella di un Comune capoluogo con 127.000 abitanti. È assurdo che il loro impegno venga messo in discussione da chi, in sei anni di governo, ha lasciato solo immobilismo e inefficienza, facendo pagare ancora oggi ai cittadini le conseguenze delle proprie scelte sbagliate.

Basta con il fango e le accuse gratuite: Lbc continua a rifugiarsi in una presunta superiorità morale che non ha nulla di reale, dietro la quale si nasconde soltanto il vuoto politico. I cittadini hanno già capito chi predica bene e razzola male. Noi, invece, siamo al fianco di chi lavora davvero, con competenza e responsabilità, nell’interesse della città”.

Così, in una nota, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Dino Iavarone e Cesare Bruni.

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