Alleanza Verdi e Sinistra di Latina e il Comitato Latina Possibile, insieme al presidente del Comitato Etico-Scientifico di Europa Verde, Sergio Ulgiati, intendono esporre le proprie valutazioni riguardo alla recente determinazione del Comune di Latina relativo al progetto, presentato dalla SOGIN, di un mega impianto di 266 MW di potenza, superiore a quello della centrale nucleare di Latina, per l’accumulo di energia (denominato tecnicamente BESS – Battery Energy Storage System) presso l’area Cirene della Centrale Nucleare in dismissione di Borgo Sabotino.
“I sistemi di accumulo di energia sono fondamentali per la transizione verso le energie rinnovabili e, in generale, per la stabilizzazione della rete elettrica. Ricordiamo che il 30 settembre sarà il giorno della prima asta di Terna per il MACSE (mercato a termine degli stoccaggi), il meccanismo competitivo con cui il nostro operatore di sistema si approvvigionerà di 10 GWh di capacità di stoccaggio. Quindi non siamo pregiudizialmente contrari a questo tipo di impianti.
La transizione ecologica che noi sosteniamo non ha nulla di ideologico, ma è un processo di vitale importanza per il benessere delle future generazioni e un’occasione per dare ossigeno all’economia e al lavoro e pertanto non può essere rinviata.
Nel caso dell’impianto proposto a Borgo Sabotino, solleviamo comunque le seguenti osservazioni. Rileviamo innanzitutto, e questo è in generale uno dei problemi più gravi di Latina, la mancanza di trasparenza e partecipazione dei cittadini alle scelte e ai progetti. Ancora una volta, tutto viene fatto senza fornire informazioni dettagliate e senza un dibattito pubblico, che riteniamo indispensabile per un’opera di questa valenza.
Dovrebbe essere resa nota la tipologia delle batterie e i materiali utilizzati il cui impatto ambientale può variare notevolmente. Alcuni materiali (ad esempio il litio) vengono importati da paesi in via di sviluppo dove la loro estrazione genera impatti ambientali di notevole portata e vengono pagati a prezzi vergognosamente bassi. Occorre quindi investire, come sta già avvenendo in molti paesi, nella ricerca e nella realizzazione di tecnologie con minore impronta ecologica (e anche sociale), ad esempio con l’utilizzo di altri materiali come il sodio e il magnesio.
Chiediamo inoltre quale sia la durata stimata dell’impianto e se è stato valutato il bilancio energetico e l’impatto ambientale in tutto il ciclo di vita, oltre alla stima dell’ammortamento dal punto di vista economico. E´stata effettuata una analisi del Ciclo di Vita dell’intero piano di attuazione? Ne sono disponibili i risultati?
In particolare, dovrebbe essere fornito il piano di riciclo o di recupero delle batterie alla fine del ciclo di vita, in modo da minimizzare l’impatto dello smaltimento e massimizzare il riuso e il riciclo dei materiali.
Chiediamo inoltre di avere ben chiari i piani per la sicurezza, oltre all’impatto sulla viabilità e la necessaria manutenzione dell’impianto.
Riteniamo fondamentale elaborare un piano globale utilizzo di queste BESS: quale potenza di accumulo sia necessaria a livello nazionale e regionale per fare fronte a eventuali blackout della fornitura elettrica (come avvenuto in Spagna il 28 aprile 2025) e per supportare altri utenti (ad esempio i Data Center digitali, tipo Aruba, EXA, Unidata, Amazon) che utilizzeranno questo accumulo per finalità diverse dal blackout, ma con enorme consumo di energia per mantenere a bassa temperatura le strutture informatiche a ciò necessarie.
In Italia, il numero dei data center è in crescita, con una potenza energetica che ha raggiunto i 513 MW nel 2024, con un aumento del 17% rispetto al 2023. Si prevede che gli investimenti sui data center in Italia raggiungeranno 10 miliardi di euro entro il 2026, il doppio rispetto al biennio precedente.
Pertanto, oltre ai rischi sopracitati, un piano governativo e regionale degno di questo nome dovrebbe anche prevedere quali costi (suolo, acqua, economici ed ambientali in genere per la costruzione, manutenzione, smantellamento) e quali vantaggi verranno attribuiti alla comunità locale.
Da SOGIN ci saremmo piuttosto aspettati l’avanzamento del decommissioning (smantellamento) della Centrale Nucleare, di cui non si vede la fine. Ricordiamo come, da parte dell’amministratore delegato della SOGIN sia stata anche proposta la costruzione (da noi già in precedenza criticata) a Borgo Sabotino di una nuova centrale nucleare. Tutto questo mentre la stessa SOGIN non riesce nemmeno a far mettere a posto un ponte, sul canale Mascarello.
Il ministro Pichetto Fratin aveva anche ipotizzato di distribuire i depositi delle scorie nucleari nel territorio. Quindi, ci dovremo aspettare anche questo?
Rispondendo ai consiglieri di Fratelli d’Italia e all’europarlamentare Procaccini, risulta del tutto privo di credibilità questo loro improvviso interesse per la produzione di energia da “fonti verdi”.
Che cosa sta facendo la loro amministrazione per diffondere le energie rinnovabili nel nostro Comune? Ad esempio installando pannelli solari sugli edifici di sua competenza (come da noi proposto nel programma della coalizione di Centro Sinistra alle elezioni comunali)? o promuovendo la realizzazione delle Comunità Energetiche, strumento fondamentale per la vera sovranità energetica di cittadini, imprese ed enti locali?
Evidenziamo inoltre come il Governo della loro leader Giorgia Meloni stia facendo di tutto per prolungare la dipendenza del nostro paese dai combustibili fossili, vincolandoci al gas per molti anni futuri, propagandando un’inesistente via pulita al nucleare, riducendo gli incentivi per le rinnovabili e rendendo più difficile la loro realizzazione. Per non parlare dell’inquinantissimo e costosissimo gas americano, a cui ci stanno vincolando (insieme ad un folle progetto di riarmo) in un accordo di sottomissione agli USA spacciato dalla Meloni per un grande successo.
A livello Europeo, infine, la Destra di Procaccini non perde occasione per scagliarsi contro il Green Deal e votare contro ogni provvedimento a salvaguardia dell’ambiente.
Diciamo pure, al gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che la “decrescita” a cui stiamo in realtà assistendo è quella “infelice” che l’amministrazione di cui fanno parte sta pervicacemente perseguendo. Strade impraticabili, degrado ovunque, aree verdi in abbandono, assenza di spazi culturali liberamente fruibili, disastro pianificato nella gestione dei rifiuti, con l’ormai palese intenzione della distruzione dell’azienda speciale ABC e della raccolta differenziata porta a porta”.