Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino, Claudio Marcopido, ha disposto il divieto di dimora nelle province di Latina e Frosinone e l’obbligo di firma nei confronti di Gianluca Quadrini, consigliere provinciale di Frosinone nel gruppo di Forza Italia, ex presidente e commissario liquidatore della XV Comunità Montana di Arce, nonché ex vicepresidente della Provincia di Frosinone ed esponente di Forza Italia. Quadrini è indagato per truffa ai danni dello Stato in concorso con altre cinque persone e per peculato.
Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Cassino, riguardano il periodo in cui Quadrini era presidente della comunità montana di Arce. Nel 2019 l’ente aveva affidato alcuni appalti per 90 mila euro destinati a progetti di promozione e sviluppo del territorio. Secondo gli inquirenti, gli interventi non sarebbero stati completati o eseguiti solo parzialmente: sei persone assunte dalla cooperativa affidataria avrebbero svolto principalmente attività di segreteria e promozione elettorale per Quadrini.
Secondo la Procura, lo stesso modus operandi si sarebbe ripetuto nel 2023 durante alcune campagne elettorali, quando il personale assunto da società in house della provincia di Frosinone sarebbe stato utilizzato come segreteria personale del politico.
Dalle indagini è emerso inoltre che Quadrini, in concorso con un avvocato, avrebbe richiesto e ottenuto indebitamente dalla comunità montana il rimborso di spese legali non spettanti o mai sostenute. A integrare l’accusa di peculato ci sarebbe anche l’uso di due auto dell’ente per le proprie campagne elettorali.
“Attendiamo di conoscere i dettagli del provvedimento – spiega l’avvocato difensore di Quadrini, Claudio Di Ruzza – prima di un eventuale ricorso al tribunale del riesame. Siamo comunque soddisfatti perché la più grave misura cautelare degli arresti domiciliari, richiesta dalla Procura, non è stata accolta dal Gip”.
Secondo le indagini, Quadrini avrebbe utilizzato per la sua campagna elettorale 2023 personale assunto dall’ente provincia tramite un’agenzia interinale, che invece avrebbe dovuto svolgere solo ruoli di segreteria. Lo stesso schema sarebbe stato replicano nel 2019, quando era presidente della comunità montana di Arce. Sei persone erano state assunte per un progetto finalizzato allo sviluppo del territorio, ma nella pratica utilizzate sempre per la sua campagna elettorale durante l’orario di lavoro pagato dall’ente. Si tratta di persone che non avrebbero mai lavorato nei fatti per l’ente, tanto che vi sono dei registri con fogli presenza firmati con date fittizie e in modo irregolare.
Quadrini lavorava come docente presso l’Itis di Ferentino. Ma per tutto il 2022 e il 2023 non avrebbe mai lavorato, ricorrendo di fatto ai permessi istituzionali nel periodo in cui ricopriva le cariche di Consigliere provinciale delegato “al controllo delle Società Partecipate” e capogruppo della Lega, nonché Consigliere comunale di Arpino. Secondo l’accusa, Quadrini non avrebbe comunicato che il 18 dicembre 2022 era decaduto dalla carica in provincia dopo le elezioni, cosa che avrebbe fatto solo il successivo 23 giugno dopo il conferimento di una nuova delega alla Polizia provinciale ed alle riforme organizzative, presupposto per ottenere i permessi da scuola. In questo modo avrebbe indotto in errore l’istituto, oltre al ministero dell’Economia, generando un danno erariale e un illecito utilizzo dei permessi pubblici.