PRENDE A CALCI E PUGNI UN RAGAZZO: 14ENNE RICHIAMATO DAL QUESTORE DI LATINA

Misure volte a prevenire la delinquenza giovanile. Avviso orale del Questore a un minore responsabile di un’aggressione

La Polizia di Stato, nell’ambito dell’attività di contrasto e prevenzione delle condotte violente commesse dai minori e a danno di coetanei, nei giorni scorsi ha notificato un avviso orale a un giovane, classe 2011, ritenuto tra i responsabili di un’aggressione avvenuta lo scorso 1 agosto ai danni di un coetaneo. Quel giorno, il minore, insieme a un altro ragazzo, avrebbe preso a calci e pugni la giovane vittima lasciandola a terra con contusioni multiple accertate in pronto soccorso. L’episodio violento si è verificato nei pressi del campo di basket in Piazza Berlinguer, a Campo Boario.

Dopo il primo episodio violento e dopo la denuncia dei fatti alla Polizia di Stato, l’autore del gesto avrebbe inoltre continuato a minacciare la sua vittima. A seguito della querela presentata dai familiari della vittima, il presunto aggressore è stato denunciato alla Procura dei Minori di Roma per lesioni e minacce.

Oltre alle consuete attività di Polizia giudiziaria, nei confronti del minore il Questore di Latina, Fausto Vinci, ha emesso l’avviso orale, un provvedimento di natura preventiva che mira a scoraggiare ulteriori comportamenti illeciti e a tutelare la sicurezza dei giovani.

Il provvedimento nasce dall’attività dei poliziotti della Divisione Anticrimine, attenti ad analizzare i fenomeni delittuosi che coinvolgono i minori, e si aggiunge alle tradizionali attività di polizia giudiziaria, garantendo un monitoraggio costante e interventi tempestivi.

La Polizia di Stato – spiega una nota della Questura – conferma il proprio impegno nel monitoraggio e nella repressione di ogni forma di violenza, con particolare attenzione alle fasce più giovani.

“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – dichiara Romano Pesavento, presidente CNDDU – esprime profonda preoccupazione per l’episodio di violenza minorile registrato a Latina, dove un tredicenne è stato destinatario di un provvedimento di avviso orale da parte della Questura, a seguito di un’aggressione ai danni di un coetaneo.

Se da un lato appare doveroso il pronto intervento delle forze dell’ordine per arginare comportamenti che minacciano la sicurezza delle giovani generazioni, dall’altro non si può non interrogarsi sulle radici di simili dinamiche. La violenza agita da ragazzi così giovani, spesso accompagnata da atteggiamenti di intimidazione reiterata, segnala una fragilità educativa e sociale che non può essere fronteggiata unicamente con strumenti repressivi.

Il fenomeno delle cosiddette baby gang non nasce dal nulla: esso è spesso il risultato di un insieme di fattori sociali e culturali, come la mancanza di punti di riferimento solidi, l’assenza di modelli educativi positivi, il disagio familiare, la diffusione di linguaggi violenti sui social e nei media, e la difficoltà a percepire il valore delle regole come strumenti di tutela collettiva. In questo contesto, la violenza diventa, per alcuni adolescenti, un linguaggio identitario, un modo distorto di affermarsi o di sentirsi parte di un gruppo.

Il CNDDU ritiene necessario che alle azioni di prevenzione e controllo si affianchino con urgenza percorsi di educazione ai diritti umani, alla gestione non violenta dei conflitti, al rispetto dell’altro e all’empatia. In particolare, il CNDDU sottolinea l’urgenza di un potenziamento dell’educazione alla legalità nelle scuole, affinché la cultura del rispetto delle regole e della convivenza civile diventi patrimonio condiviso fin dalla giovane età. La scuola, in rete con le famiglie, le istituzioni e le associazioni del territorio, deve divenire laboratorio quotidiano di cittadinanza attiva, in cui i ragazzi imparino a tradurre in comportamenti concreti i principi sanciti dalla nostra Costituzione.

Un episodio come quello di Latina non può essere derubricato a “cronaca locale”: è piuttosto il segnale di un malessere che attraversa molti contesti giovanili e che richiede risposte integrate, capaci di unire sicurezza e cultura della legalità, fermezza e ascolto.

Il CNDDU invita pertanto il Ministero dell’Istruzione e del Merito a rafforzare i programmi scolastici orientati all’educazione civica, ai diritti umani e alla legalità, e i decisori politici a promuovere spazi di aggregazione giovanile che restituiscano ai ragazzi alternative positive e costruttive.
Solo attraverso una comunità educante coesa e responsabile sarà possibile spezzare la spirale della violenza minorile, offrendo ai giovani non un futuro segnato dalla paura o dalla sopraffazione, ma dalla dignità e dal rispetto reciproco”.

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