Minacce al Presidente del Consiglio Comunale di Bassiano, interviene anche il consigliere comunale d’opposizione, Lorenzo Bernabei
Il caso delle presunte intimidazioni al presidente del Consiglio comunale di Bassiano, Jerry Cantali, si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo la raffica di dichiarazioni di solidarietà provenienti dal sindaco Celentano, da esponenti regionali e dal senatore Nicola Calandrini, è intervenuto il consigliere di Bassiano Democratica, Lorenzo Bernabei, che ribalta la narrazione.
“Altro che clima di intimidazione – afferma Bernabei –. I fatti riguardanti il signor Cantali non hanno nulla a che vedere con la politica. Sono vicende personali e familiari, rimaste oscure e mai chiarite. È sbagliato e scorretto trasformarle in un caso politico per dipingere Bassiano come un paese in preda alla violenza”.
Il consigliere non risparmia critiche al senatore Calandrini: “Vorrei ricordare che proprio lui, tempo fa, mi scrisse che avrei dovuto “sciacquarmi la bocca con l’acido” prima di pronunciare il suo nome. Una frase di una gravità inaudita, che non ha mai ricevuto condanne né prese di distanza. Io, al contrario di Cantali, non ho avuto alcuna solidarietà. È singolare che oggi si sollevi tanto clamore, mentre episodi ben più gravi sono stati ignorati e mi domando dove fosse il Sindaco di Latina che è apparso incapace perfino di mantenere il giusto clima di rispetto nel suo consiglio comunale”.
Per Bernabei, l’ondata di prese di posizione non sarebbe altro che un diversivo: “Si sta alzando un polverone artificiale solo per coprire le gravi inefficienze di questa amministrazione. A metà mandato non è stato realizzato nemmeno un punto del programma elettorale. I cittadini vedono un paese fermo, abbandonato, senza prospettive. Altro che solidarietà: servono risposte concrete”.
La conclusione è senza appello: “Questa amministrazione ha fallito. L’unico gesto dignitoso sarebbe rassegnare le dimissioni e lasciare che siano i cittadini a scegliere un nuovo percorso per Bassiano”.
Con toni duri, Bernabei sposta l’attenzione dalla vicenda personale di Cantali al giudizio politico, accusando l’attuale maggioranza di immobilismo e inettitudine.