EX SVAR, M5S: “SENZA TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE, IL PERCORSO RISCHIA DI NAUFRAGARE”

M5S: “Trasparenza, partecipazione e responsabilità politica: senza queste condizioni il percorso sull’area ex Svar rischia di naufragare”

La riduzione dei 2,5 milioni dei costi di esproprio necessita di adeguate prove documentali prima di approdare con delibera in Consiglio Comunale

“La notizia della diffida formale trasmessa al Comune dalla Immobiliare Romagnoli sull’attuazione del Piano di Zona relativo all’area ex Svar impone serie riflessioni, che come Movimento 5 Stelle non possiamo più rimandare: abbiamo rilevato mancanza di trasparenza e scelte che indeboliscono il Comune, invece di tutelarlo.

Lo scorso lunedì si è finalmente tenuta la Commissione Urbanistica sull’ex Svar, richiesta da me in urgenza e in forma congiunta con il Patrimonio-Bilancio già lo scorso 21 giugno, ma calendarizzata con un mese di ritardo e senza l’inclusione delle altre commissioni competenti sul complesso tema dell’ex Svar. In quella sede, un’unica relazione del funzionario dell’Urbanistica ha riassunto sinteticamente gli esiti di un tavolo tecnico multidisciplinare istituito dalla Giunta, che ha coinvolto Urbanistica, Patrimonio, Bilancio, Ambiente, Servizi sociali e Avvocatura. Ho voluto ringraziare l’Assessora Muzio per l’avvio di questo strumento, ma al contempo ho contestato l’assenza di condivisione con le altre commissioni consiliari corrispondenti a tutti gli attori del tavolo.

Come da me previsto a giugno, il tavolo ha prodotto una conclusione destinata ad arrivare in Consiglio Comunale sotto forma di delibera: è stato annunciato che, a seguito di una nuova valutazione tecnica interna, i costi degli espropri dell’area ex Svar sono stati ridotti di 2,5 milioni di euro. Una cifra enorme, che ora si chiede al Consiglio comunale di ratificare con un voto.

Ma su quali basi? È stato riferito genericamente di errori nei conteggi precedenti, di terreni acquisiti gratuitamente o compensati. Tuttavia nessun documento è stato mostrato, nessuna prova documentale a sostegno allegata, nessuna certezza fornita.

Ho affermato chiaramente in commissione che per il M5S quella delibera non sarà votabile senza la documentazione completa. Vogliamo atti di proprietà, verbali, delibere, mappe catastali. Non basta un riepilogo verbale, servono le carte ufficiali.

E soprattutto, ci chiediamo: Chi ha fatto quei calcoli sbagliati iniziali? Dove sono oggi i funzionari e gli uffici che valutarono costi per milioni di euro in più? È il caso di ascoltarli? Sì, lo è. Perché non possiamo decidere oggi di correggere ciò che ieri si affermava come verità, senza chiarire con chi ha sbagliato, se ha sbagliato e perché. 

Sarebbe opportuna una verifica collegiale e trasparente? Il rischio di votare con superficialità è elevato, e l’abbiamo già sperimentato in altri casi, dalla perequazione alla Fondazione Latina 2032, ed errori su questioni importanti legate ad atti datati sono stati già fatti in passato, come nel caso di “via Quarto”, dove la particella ceduta al Comune in cambio di un premio di cubatura risultò, in realtà, essere già sua.

Durante la commissione si è discusso anche – senza documentazione a supporto – di trasferimenti di volumetrie residenziali e commerciali, sia pubbliche che private, di vasi comunicanti tra cubatura residenziale e commerciale. Su temi così rilevanti non si può procedere come al bar: servono le delibere che hanno disposto questi trasferimenti, e serve mettere tutto nero su bianco. Servirebbero una serie di commissioni congiunte per approfondire tutto e per trasparenza anche verso i cittadini, non una sola deficitaria e lacunosa commissione urbanistica.

Altro punto critico è emerso sul piano legale. In commissione abbiamo appreso che il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica promosso da Immobiliare Romagnoli contro la delibera del Consiglio comunale del 19 dicembre non sarà trasposto al TAR, come ci si sarebbe aspettato per una più solida difesa dell’ente, bensì lasciato nella sede straordinaria, scelta attribuita alla dirigente Marchetto.

Scelte con ricadute potenzialmente milionarie per l’ente, e quindi per i cittadini, non possono essere delegate in questo modo agli uffici, senza che la parte politica se ne assuma la responsabilità. È dovere dell’Assessora Muzio e della Sindaca Celentano chiarire chi ha deciso e su quali basi.

Una scelta a mio avviso pericolosa. Il Comune rinuncia volontariamente a difendersi in modo incisivo, davanti a un giudice, con i propri legali. Perché? Chi ha deciso? E soprattutto con quali motivazioni? Ho chiesto le motivazioni in commissione, ma l’unica risposta ricevuta è stata: “Perché è così”. Non accettiamo risposte superficiali su atti che possono esporre l’Ente a milioni di euro di perdite.

Ricordo che la nostra Avvocatura comunale ha già ottenuto risultati fondamentali sull’ex Svar, come il rientro in possesso di un terzo dell’area che rischiavamo di perdere per un’ipoteca bancaria non nota. Escluderla oggi dalla strategia legale è un grave errore che a mio avviso rischia di indebolire la posizione pubblica e favorire quella privata.

Al termine della commissione, senza che fosse nemmeno all’ordine del giorno, e dopo essere  stata invitata pochi minuti minuti prima dal Presidente Belvisi e dall’assessora Muzio a non trattare il tema contenzioso perchè non all’ordine del giorno, è arrivata, al fotofinish, la proposta del consigliere Catani di mettere al voto l’ indirizzo a  valutare una transazione con il privato per le cause in corso sull’ex Svar. Nessuna discussione è stata fatta sullo stato del contenzioso, nessuna convocazione dell’Avvocatura, nessuna analisi delle possibili esposizioni economiche dell’ente. Eppure si è votato ed approvato l’indirizzo. Surreale. Ma a Latina, ormai, anche il surreale diventa normalità.

Ma quel che più sconcerta è che si è votato al buio per una possibile transazione milionaria, senza sapere nemmeno per cosa si potrebbe transigere. Un atto politicamente irresponsabile, tecnicamente pericoloso, amministrativamente inaccettabile.

La posizione del M5S su questo è netta: siamo contrari ad ogni tipo di transazione al buio, nessuna apertura senza prima conoscere, valutare, confrontare, con gli atti alla mano, con tutte gli organi coinvolti.

L’ultimo tassello a chiudere il cerchio è arrivato dalla stampa: la diffida perentoria della Immobiliare Romagnoli al Comune. Un atto che sembra finalizzato a spingere l’Amministrazione verso una trattativa prima ancora che si esprima la giustizia amministrativa.

Tutto questo mentre si è deciso di non impugnare al TAR, mentre si votano indirizzi transattivi senza conoscere le cause, e mentre i consiglieri – almeno quelli di opposizione – apprendono le notizie dalla stampa.

Il Movimento 5 Stelle ha sempre seguito con attenzione e responsabilità l’evoluzione della vicenda ex Svar. Lo abbiamo fatto con atti politici, denunce puntuali e spirito costruttivo. Vogliamo far parte della soluzione, ma non saremo mai complici di operazioni opache o di scorciatoie pericolose. La città ha bisogno di chiarezza, documentazione completa, condivisione reale e scelte politiche motivate, non gestioni improvvisate né voti al buio. No a riduzioni milionarie dei costi senza tutte le prove documentali. No a transazioni votate al buio. No a difese istituzionali lasciate a metà. La città ha diritto di sapere. Il Consiglio ha il dovere di vigilare. La Politica deve tornare a decidere – con coscienza, con competenza e con coraggio”.

Così, in una nota, il capogruppo e consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle di Latina, Maria Grazia Ciolfi.

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