ASSISTENZA SCOLASTICA PER BAMBINI DISABILI ALL’IC GIULIANO, L’APPELLO: “È UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – dichiara in una nota Romano Pesavento, presidente del medesimo CNDDU – ha appreso con grande preoccupazione della situazione che sta coinvolgendo gli studenti con disabilità dell’Istituto Comprensivo Giuliano di Latina. I genitori hanno indirizzato una lettera accorata alla sindaca Matilde Celentano e agli assessori competenti, chiedendo che il servizio di assistenza scolastica venga garantito sin dal primo giorno del nuovo anno scolastico e che venga riassorbito tutto il personale attualmente impiegato nella cooperativa Osa, a oggi sospeso in attesa dell’esito di un bando.

A nostro avviso, non ci troviamo di fronte a una semplice inefficienza amministrativa, ma a una violazione chiara e grave dei diritti delle persone con disabilità, che colpisce i minori in una fase delicata della loro crescita e del loro percorso educativo. La discontinuità del servizio, come già avvenuto per le colonie estive, non solo rappresenta un danno concreto per i bambini esclusi, ma genera una diseguaglianza inaccettabile che divide i bambini in due categorie: chi può permettersi un’assistenza privata e chi viene abbandonato a sé stesso.

Ci preme ricordare che l’inclusione scolastica non è una facoltà dell’ente locale, ma un obbligo costituzionale e legislativo. L’art. 3 della Costituzione impone allo Stato di rimuovere gli ostacoli che limitano la partecipazione sociale e il pieno sviluppo della persona. L’art. 38 tutela espressamente i diritti delle persone con disabilità. Questi principi sono attuati in ambito scolastico dalla Legge 104/1992, che prevede l’inserimento del personale specializzato per garantire il diritto allo studio anche attraverso il supporto educativo individuale. Inoltre, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009, stabilisce chiaramente che l’istruzione deve essere inclusiva e accessibile, in ogni ordine e grado.

Non meno rilevante è il riferimento al D.Lgs. 66/2017 e alle modifiche introdotte con il D.Lgs. 96/2019, che rafforzano il principio della personalizzazione degli interventi educativi attraverso i PEI (Piani Educativi Individualizzati), nei quali viene definito anche il fabbisogno orario dell’assistenza. Ogni riduzione arbitraria di ore è, quindi, un atto illegittimo e lesivo dei diritti dello studente.

Inoltre, il nuovo bando per l’affidamento del servizio deve rispettare l’art. 50 del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016), che consente – e anzi raccomanda – l’introduzione di clausole sociali per garantire la continuità occupazionale del personale già impiegato. Il riassorbimento dei 111 lavoratori della cooperativa Osa non è solo un atto dovuto nei confronti di professionisti che hanno acquisito esperienza e instaurato un legame educativo con i bambini, ma rappresenta anche un presidio di qualità e continuità per il servizio stesso.

Alla luce di questi elementi, il Coordinamento propone alcune azioni concrete e immediatamente attuabili:

Attivazione urgente di un Tavolo tecnico inter-istituzionale che coinvolga Comune, scuole, ASL, famiglie e associazioni, con l’obiettivo di garantire il monitoraggio trasparente del servizio e una pianificazione condivisa.

Introduzione esplicita della clausola sociale nel bando, come previsto dall’art. 50 del D.Lgs. 50/2016, per il riassorbimento del personale attualmente sospeso.

Attivazione del servizio già dal 1° settembre, attraverso una procedura negoziata senza bando, ammessa in caso di urgenza (D.Lgs. 50/2016, art. 63, comma 2, lett. c), per evitare qualsiasi vuoto assistenziale.

Adeguamento del monte ore degli assistenti educativi alle reali necessità individuate nei PEI, evitando tagli standardizzati che contraddicono il principio di personalizzazione previsto dalla normativa vigente.

Istituzione di un Osservatorio comunale permanente per l’inclusione scolastica, che svolga attività di controllo, ascolto e proposta, garantendo un confronto continuo tra istituzioni, famiglie, operatori e scuola.

Chiariamo una volta per tutte: la disabilità non è un “tema sociale” da gestire a margine con logiche emergenziali. È un nodo centrale della democrazia e della giustizia sociale. Non si costruisce alcuna scuola pubblica se si ignorano i bisogni dei più fragili.

Se i figli dei decisori pubblici si trovassero a settembre senza supporto, le risposte arriverebbero in tempo. È inaccettabile che per altri, invece, si attenda l’esito di un bando o l’inerzia di un ufficio. La scuola pubblica non può essere terreno di disparità o discriminazione.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si rende disponibile a collaborare con le istituzioni locali e nazionali per affrontare con competenza e determinazione questa emergenza. Chiediamo atti concreti, non promesse. L’inclusione non è facoltativa. È legge. È giustizia. È civiltà.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

Articolo precedente

MANGIA UNA MOZZARELLA E MUORE SOFFOCATO: TRAGEDIA PER UN CAMERIERE DI “CARBONELLI” A SABAUDIA

Articolo successivo

TRASPORTI PUBBLICI GRATIS PER GLI OVER 70 LAZIALI

Ultime da Cronaca