SPARI CONTRO I DUE CARABINIERI FUORI SERVIZIO AD APRILIA: C’È UN ARRESTO

In queste ore, a Velletri, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia hanno dato esecuzione ad
una misura cautelare personale emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un croato di 22 anni residente a Roma.

Il giovane, già noto alle forze di polizia, attualmente detenuto per detenzione di armi presso la Casa Circondariale di Velletri, è ritenuto responsabile, in concorso con altre due persone, del reato di tentato omicidio in danno dei due Carabinieri fuori servizio raggiunti, nella nottata dello scorso 8 marzo, da colpi d’arma da fuoco ad Aprilia, in Via Lazio. Il giovane deve rispondere anche di detenzione di arma da fuoco e danneggiamento aggravato.

Il caso è stato uno dei più inquietanti in questa stagione di attentati intimidatori, bombe trovate e fatte esplodere e messaggi di fuoco avvenuti nella città del nord pontino sciolta per infiltrazioni mafiose.

Il materiale sequestrato, trovato nella disponibilità del 22enne croato lo scorso marzo

Ad Aprilia, i due Carabinieri liberi dal servizio (un uomo e una donna), che si trovavano a colloquiare all’interno dell’autovettura privata in via Lazio, furono fatti oggetto di un’aggressione armata, nei pressi della scuola dell’infanzia “Pirandello”, da parte di un gruppo a bordo di due autovetture, mediante l’esplosione di cinque colpi di arma da fuoco, uno dei quali carambolando aveva lambito entrambi i militari provocandogli lievi lesioni agli arti inferiori.

Due colpi sul cofano, due sulla parte posteriore del mezzo e uno sullo sportello, furono i fori repertatati dagli investigatori della squadra rilievi. Entrambi i Carabinieri fuori dal servizio furono feriti leggermente agli arti inferiori: l’uomo era stato ferito alla gamba, mentre la donna era stata presa di striscio. Una volta che si erano visti piombare le due auto, un vero e proprio commando che aveva provato a farli scendere (colpendo con una spranga il mezzo), la coppia aveva provato a ripartire con l’auto, pur essendo chiusa dai mezzi. A scendere uno di coloro che si trovavano nelle auto, tutti col volto travisato da un passamontagna.

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Un evento che si collocava sulla scia degli atti dimostrativi con l’utilizzo di armi da fuoco avvenuti ad Aprilia, come quello appena precedente di 13 esplosioni di colpi di arma da fuoco avvenuti in via Belgio. A seguire ce ne sarebbero stati altri nei giorni e nei mesi a seguire: pochi giorni dopo, il 7 marzo, una bomba militare in Via Aldo Moro potenzialmente in grado di fare una strage. Un ordigno che ha preceduto quello realmente esploso in via Ugo La Malfa nella notte dello scorso 1 luglio.

Tornando agli spari contro i due militari, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, si trattò di uno scambio di persona nell’ambito di una guerra tra bande per il controllo dello spaccio. Il Carabiniere ferito, infatti, era entrato in servizio due settimane fa ad Aprilia, mentre la collega non lavorava nella città del nord pontino.

In tal senso furono orientate le indagini svolte dal Reparto Territoriale di Aprilia, agli ordini del tenente colonnello Paolo Guida, e dal Nucleo Investigativo di Latina, guidato dal tenente colonnello Antonio De Lise, che, attraverso perquisizioni domiciliari, portarono lo stesso 5 marzo, a poche ore dagli spari, all’arresto del giovane 22enne, di origini croate, residente ad Anzio, gravato da precedenti di droga, trovato in possesso di tre pistole semiautomatiche e di un revolver. Si tratta dello stesso 22enne raggiunto in queste ore dall’ordinanza di arresto ne carcere di Velletri. Nella perquisizione domiciliare furono trovati anche un tirapugni elettrico, un passamontagna, una maschera, cinque cellulari, un silenziatore, varie cartucce e guanti.

Sul revolver, i militari hanno effettuato degli accertamenti per verificare la compatibilità della pistola con gli spari in Via Lazio. In terra, infatti, non furono trovati bossoli: è probabile che fu utilizzato un revolver che, notoriamente, non rilascia niente a terra. Dopo l’arresto del croato, furono effettuate ulteriori perquisizioni, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale (Antimafia di Roma) e Ordinaria, da parte dei reparti di Aprilia e Latina, insieme ai Carabinieri della Compagnia di Anzio. In tutto sarebbero stati controllati una decina di soggetti sottoposti anche all’esame stub (che permette di verificare tracce di polvere da sparo sugli arti e quindi capire chi ha sparato), tra cui alcuni noti alle forze dell’ordine e agli arresti domiciliari.

Oggi, a distanza di poco più di 4 mesi, la risoluzione del caso e la prima schiarita in un momento molto buio della città, in ansia per gli episodio violenti che sono debordati sin dal 2024.

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