LANCIÒ UN GATTO INFUOCATO DAL BALCONE UCCIDENDOLO, PARLA L’AVVOCATO IMPUTATO: “ERA COME UNA BOMBA A MANO SENZA SPOLETTA”

Latina, si accorge di un incendio in casa e nella furia se la prende con il gatto che viene lanciato fuori e ucciso

Ad essere esaminato nel processo quest’oggi, 8 luglio, è stato proprio l’imputato che ha risposto alle domande dell’avvocato difensore, dell’avvocato di parte civile e del pubblico ministero. Il processo si celebra dinanzi al giudice monocratico di Latina, Rosmunda Zampi, e vede alla sbarra un avvocato di Latina accusato di aver lanciato dal quarto pianto il gatto della sua compagna convivente che aveva preso fuoco per un fatto accidentale.

A spiegarlo in aula è stato proprio l’avvocato imputato: “Come mi diceva sempre la mia compagna, si doveva pulire spesso il water perché il gatto ci saliva sopra. Ecco perché l’alcol si trovava in bagno”. Secondo l’imputato, un po’ dell’alcol utilizzato da lui stesso per le pulizie del sanitario cadde inavvertitamente.

“In bagno c’erano due candele profumate accese per coprire il cattivo odore che veniva dallo scarico. Il gatto era risalito sul water e io lo sgridai. Al che l’animale ha urtato uno dei due bicchieri contenenti l’alcol che tenevamo nel bagno per pulire. Nel saltare, il gatto ha rovesciato anche una delle due candele che cadendo per terra ha fatto prendere fuoco all’alcol”.

È da questo momento che è iniziata la fase più terribile della vicenda con dei tratti grotteschi. Il gatto, secondo l’imputato, sarebbe schizzato via per casa completamente infuocato, tranne nella parte della coda. “È proprio dalla coda che lo afferrai, evitando che desse fuoco a tutta casa. Il gatto, infatti, scappando da tutte le parti aveva dato fuoco al divano, alla coperta e ad altre cose che stavano in casa”.

L’avvocato avrebbe preso dalla coda l’animale perché era l’unico punto che era stato risparmiato dalle fiamme che continuavano a bruciare il pelo. Un particolare confermato da un agente della Polizia Locale di Latina Scalo intervenuto dopo l’episodio. Anche l’agente, infatti, ha detto che, entrando in casa, si percepiva un forte odore di pelo bruciato.

Fatto sta che l’uomo, una volta afferrato per la coda il gatto, lo ha scaraventato fuori dal quarto piano sotto gli occhi di un vicino dirimpettaio che poi, nell’immediatezza dei fatti, ha riferito tutto alla Polizia Locale. “L’ho lanciato fuori perché non avevo alternative, altrimenti avrebbe preso fuoco tutta la casa. Era come una bomba a mano senza spoletta”.

IL PROCESSO SINO A OGGI – Sul banco degli imputati, c’è l’avvocato del Foro di Latina, 56 anni, accusato di maltrattamenti nei confronti di animali. Una vicenda che ha i toni tra il macabro e il grottesco. Nelle scorse udienze, erano stati ascoltati due testimoni dell’accusa, interrogati dal pubblico ministero: la guardia zoofila che ha soccorso il gatto per primo e l’agente di polizia municipale che ha coordinato le indagini dopo l’accaduto.

I fatti, avvenuti a marzo 2021 nel capoluogo di provincia, hanno visto protagonista, come detto, il 55enne, per indagini che sono state chiuse dalla Procura di Latina a giugno 2021. L’imputazione è quella di aver cagionato, con crudeltà o senza necessità, la morte di un animale. Un reato che prevede una pena dai quattro mesi ai due anni, secondo le disposizioni introdotte nel 2004: si tratta, infatti, per la legge italiana, di delitti contro il sentimento degli animali. Reati che, ormai, nella coscienza collettiva sono giudicati odiosi e intollerabili.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uomo, trovandosi nell’appartamento dell’allora compagna, anche lei 55enne di origine ucraina, si era accorto del principio di un incendio. Alla vista del gatto parzialmente attinto dalle fiamme, l’avvocato, anziché soccorrere l’animale, lo avrebbe afferrato per le zampe posteriori per poi buttarlo fuori dal balcone dell’appartamento.

Per il gatto, ovviamente, non c’è stato nulla da fare, avendo fatto un volo dal quarto piano e per di più già ustionato dall’incendio che si era sprigionato in casa. Il povero animale è stato portato in nella clinica Pacifico a Latina ma, dopo giorni di agonia, è morto.

Nel processo, come parte civile, c’è l’ex compagna dell’uomo, difesa dall’avvocato Simone Rinaldi, la quale verrà ascoltata nella prossima udienza di maggio 2026. Dopodiché, il processo dovrebbe concludersi con la discussione delle parti e la sentenza.

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